AZZURRO MERAVIGLIAO - THIAGO MOTTA DA NEMICO IN PATRIA: “SONO NATO IN BRASILE MA LA MAGLIA DELLA SELECAO NON L’HO MAI SOGNATA. MI SONO SEMPRE SENTITO ITALIANO” - DE ROSSI, CORE DE STA CITTA’: “COPACABANA? MEGLIO OSTIA”
Massimiliano Nerozzi per ‘La Stampa’
Da nemico in patria, domani a Recife Thiago Motta mette piede sul territorio Mondiale: «Quel che sento ve lo dirò, per ora so solo che sarà un piacere giocare in Brasile, ma ancor più farlo per una grande nazionale: qui ci sono nato, ma mi sono sempre sentito italiano».
Spuntò a São Bernardo do Campo, alle porte di San Paolo, a fine agosto dell’82, annus horribilis del Mondiale spagnolo, ma la maglia verdeoro non l’ha mai inseguita:
«Quando mi dissero che l’Italia poteva convocarmi, ho iniziato a pensarci. Con il Brasile ho giocato fino all’under 23, ma non avevo la voglia che hanno i brasiliani per quella maglia, che pure rispetto. Non l’ho mai sognata».
E’ solo nato nel posto sbagliato, se i sogni furono piantati quasi subito in Europa: «Me ne sono andato presto, in Spagna - racconta - e poi ho avuto la fortuna e il privilegio di avere una famiglia italiana». Emigrata da Polesella, nella pianura di Rovigo, dove Carlos Motta tornò per recuperare i documenti per il passaporto italiano del figlio. Venne utile.
Da queste parti sono cose che non prendono benissimo, se già a Volta Redonda, nell’amichevole con la Fluminense, Thiago Motta fu coperto di fischi. Anche se poi la gente, giornalisti locali compresi, fanno finta di non conoscerlo: «Ciago chi?». Lui non se l’è presa, del resto si sente italiano da sempre, appunto: dal menù, sempre pasta alla domenica, al calcio, tra la passione per il Palmeiras, club fondato da italiani, e Roberto Baggio.
Domani gli toccherà la Costarica, probabilmente al posto di Verratti: «Che con l’Inghilterra ha fatto una grande partita, e se gioco al suo posto è per dargli riposo, perché ha lavorato forte in preparazione, e ha avuto la febbre. Ma è un grandissimo giocatore». Pure Thiago, tra i migliori del mondo, aveva detto De Rossi: «Ringrazio Daniele, ma forse ha un po’ esagerato. Comunque sono pronto».
Lazio Inter gol thiago motta mezzelani gmt
Nonostante il caldo, o proprio per il caldo, quello che sta facendo andare alla moviola tutti, parametri fisici alla mano: e quindi, avendo tecnica e classe, puoi pure permetterti movimenti da bradipo. Anche se l’afa rimane un problema: «E la Costarica è più abituata di noi - aggiunge il centrocampista - e poi con l’entusiasmo che ha adesso e la qualità, per noi sarà complicata». Per questo, chiamerebbe il time-out: «Sono molto importanti, perché il clima è molto difficile: per la gente, che vuole un buon calcio, e per la salute dei giocatori».
Alla fine, conterà solo il risultato: «E sappiamo che nel calcio non esistono più le squadre imbattibili, non fai mai una passeggiata. Se non vai forte, al cento per cento, vai in difficoltà, contro chiunque».
DE ROSSI: “OSTIA MEGLIO DI COPACABANA”
Ostia è meglio di Copacabana, e speriamo che Messi debba aspettare ancora per vincere la coppa". Un colpo al cerchio e uno alla botte. Mentre i pronostici si sbilanciano verso una finale tra il Brasile padrone di casa e l'Argentina, ci pensa Daniele De Rossi ad iscrivere l'Italia nel lotto delle pretendenti al titolo.
daniele de rossi foto mezzelani gmt
Il centrocampista azzurro, rispondendo sul canale Youtube della Nazionale alle domande dei tifosi arrivate nel ritiro di Mangaratiba via Twitter, prima confessa che rivincere il Mondiale "sarebbe qualcosa di unico" e poi dà appuntamento nella fase finale della rassegna iridata proprio alle stelle della manifestazione: "Messi e Neymar sono giocatori che spero di affrontare in semifinale o finale. Stanno facendo la storia del calcio, Messi soprattutto che credo prima o poi riuscirà a vincere un titolo, speriamo non quest'anno...".
MONDIALI - Il sogno degli Azzurri, d'altronde, è quello di ripetere il cammino del 2006 in Germania, quando in campo c'era anche Totti, compagno di De Rossi nella Roma. "Cosa mi ha detto prima della partenza per il Brasile? Mi ha detto 'io vado in vacanza e tu vai a fare un mese e mezzo di ritiro sotto al sole!' - spiega il mediano sorridendo - La classica mattonata che ti dà Francesco, però io sono più giovane, lui ha già dato e ora si gode le meritate vacanze. Speriamo si riposi bene perché dobbiamo fare un grande campionato il prossimo anno". Tra i 'superstitì in Azzurro del gruppo di Lippi c'è invece ancora Andrea Pirlo, che De Rossi considera più di un semplice collega: "Dividiamo la camera da otto anni, è un amico. Il nostro legame va al di là del calcio".
NOVITA' - Tra i volti nuovi portati in Brasile dal ct Prandelli spiccano invece i napoletani Immobile e Insigne: "Li ho bacchettati - confessa scherzando il centrocampista - ogni tanto hanno questo dialetto, ti dicono venti cose in due secondi. Li capisco, ma in una parola dicono sette frasi e quindi mi tocca riprenderli. Sono simpaticissimi e ho legato molto anche con loro".
LA GUIDA - Di Prandelli, invece, proprio non capisce come fa a stare sempre in giacca e cravatta, anche col caldo torrido brasiliano. "È la cosa che non accetterei se dovessi fare l'allenatore, non ci riuscirei mai - ammette -. È una cosa che non gli invidio, a differenza del ruolo che ricopre che invece è molto stimolante ed emozionante". De Rossi poi rivela che, rispetto al passato, è diventato meno scaramantico: "Scarico la tensione prima di entrare in campo ascoltando musica, in base a come mi gira. Sono poco schematico - aggiunge -. Ora ascolto 'Piano Man' di Billy Joel, e a proposito di scaramanzie finché andrà bene ascolterò questa". Immutabile invece l'amore per Ostia, sua città natale e dove ancora abita: "Per me non c'è niente di più bello, è meglio anche di Copacabana".