genoa milan pavoletti

TONFO MILAN: SFUMA IL SOGNO DEL SORPASSO ALLA JUVE - IL GENOA RIFILA TRE GOL AI ROSSONERI RIDOTTI IN 10 PER L' ESPULSIONE DI PALETTA - BACCA E NIANG IN OMBRA - MA DALLA SQUADRA DI MONTELLA NON DEVE SCORAGGIARSI: PARTITE COME QUESTA SERVONO A CRESCERE

GENOA MILAN PAVOLETTIGENOA MILAN PAVOLETTI

Alessandro Bocci per il Corriere della Sera

 

Aveva ragione Montella: la partita contro il Genoa è più complicata di quella con la Juve. Così il Milan, che sabato sera aveva stregato San Siro e annichilito i campioni, viene rimpicciolito dalla combattiva banda Juric. Nikola Ninkovic, all' esordio da titolare, rompe subito l' equilibrio.

 

Un' autorete dell' ex Kucka dieci minuti prima del novantesimo mette una pietra tombale sulle ambizioni di rimonta del Diavolo, lasciato in dieci dopo meno di un' ora da una leggerezza di Paletta, che entra in maniera scomposta su Rigoni rimediando il cartellino rosso.

 

PALETTA GENOA MILANPALETTA GENOA MILAN

E rossa come l' inferno è anche la notte dei milanisti, che perdono l' occasione di scavalcare la Juve e si fermano dopo tre vittorie e sei risultati utili consecutivi. Il 3-0 di Pavoletti, entrato nel momento caldo al posto del Cholito Simeone, trasforma la sconfitta in una severa lezione. Il Genoa conferma la tradizione: vincente per la settima volta dopo aver perso il derby. Montella, insultato dalla gradinata Nord, assiste impietrito alla notte più buia della sua esperienza rossonera.

 

Non è il solito Milan: più lento e meno intenso di come lo conosciamo, come se la partita con la Juve avesse scaricato le pile degli interpreti rossoneri. L' allenatore aveva lanciato l' allarme già sabato sera, ma all' atto pratico non riesce a trovare le contromisure. Anzi, i cambi sono peggiorativi: Poli terzino non è granché e Honda, con una bella dormita, causa il primo gol. Il giapponese, abulico sin che resta in campo, non sale insieme alla difesa, favorendo l' incornata vincente di Ninkovic. La squadra di Juric fa quello che il Milan era riuscito a fare con la Juve: corre, lotta, gioca.

GENOA MILAN - 2GENOA MILAN - 2

 

Il Genoa è più lesto, rabbioso, determinato. Attacca e difende con cinque uomini e non perde quasi mai la posizione. Edenilson e Laxalt comandano sulle fasce, Rincon è un gigante in mezzo al campo e Luca Rigoni, largo a destra nel 3-4-3, si accentra in continuazione per soffocare l' estro di Locatelli. Nel Milan niente funziona. Mancano ritmo e pressing, anche le sovrapposizioni. L' ex Kucka quasi non si vede e Niang non riesce a cambiare la partita.

 

Montella, dopo mezz' ora, passa al 4-4-2 con Honda e Bonaventura larghi, ma lo spartito resta lo stesso. E l' espulsione di Paletta complica irrimediabilmente la serata.

JURIC GENOA MILANJURIC GENOA MILAN

L' unico a salvarsi nella maccaia genovese è l' indemoniato Bonaventura, che guida la disperata rincorsa e regala a Poli la palla gol più nitida dei rossoneri quando il risultato è ancora in bilico. Montella deve partire proprio dalla reazione dei rossoneri nel momento caldo e difficile della partita. Il Milan, pur con un uomo il meno ci prova.

 

L' allenatore toglie Bacca, che chiude la sua notte senza lo straccio di un tiro per sistemare Gomez in difesa accanto a Romagnoli. Poi ci prova con l' imbambolato Luiz Adriano e Suso che invece qualcosa di buono combina. L' orgoglio però non basta. Perin fa buona guardia. E il contropiede del Genoa non perdona. Per la festa di Marassi. Il Milan così resta dietro alla Juve, ma non deve scoraggiarsi: partite come questa servono a crescere.

GENOA MILANGENOA MILANGENOAGENOAGENOA MILAN - 1GENOA MILAN - 1

 

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…