jake lamotta toro scatenato

UNA VITA DA “TORO SCATENATO” – SE NE VA A 95 ANNI JACK LA MOTTA, EX CAMPIONE DEL MONDO DI BOXE – SAREBBE MORTO PER COMPLICAZIONI LEGATE A UNA POLMONITE – MEMORABILE IL FILM DI SCORSESE  CON DE NIRO NEI PANNI DEL PUGILE - IL DOPPIO MATCH CON RAY SUGAR ROBINSON, LA RIVINCITA MANCATA CON CERDAN E LO SPETTRO DELLA COMBINE SU DIVERSI MATCH - VIDEO

 

 

 

(ANSA) - Jack La Motta, ex campione del mondo dei pesi massimi denominato 'Toro Scatenato' che ispirò il film interpretato da Robert de Niro, e' morto.

jack la mottajack la motta

 

 

Lo riportano il sito di gossip di Hollywood Tmz, citando sua moglie, e la Bbc. La Motta aveva 95 anni e sarebbe morto per complicazioni legale a una polmonite

 

 

UNA VITA DA TORO SCATENATO

Stefano Arcobelli per la Gazzetta dello Sport

 

Per i più giovani avrà forse per sempre la faccia di Robert De Niro, quello da Oscar di Toro scatenato, l'indimenticabile film di Martin Scorsese. La sua è stata una delle tante vite che la boxe ha prestato a Hollywood. Come il Rocky Graziano di Lassù qualcuno mi ama di Paul Newman, o il Rocky di Sylvester Stallone. Ma Jack La Motta, morto a 96 in una casa di cura dove era ricoverato per una polmonite, come ha riferito una delle sue figlie Christi sulla sua pagina Facebook, non fu né il più potente, né il più tecnico, né il più veloce, né il più bello a vedersi. Ma fu il più coraggioso. Il simbolo, lui figlio di un emigrante siciliano che dopo gli anni della Grande Depressione americana incarnava la voglia di riscatto degli italo-americani del Bronx, la spinta a farsi strada nella vita. Una fama la sua costruita a suon di cazzotti, eccessi e sregolatezze. La carriera da professionista durò 14 anni, combattè 102 volte (un record di 83 vittorie, 30 delle quali per ko, quattro pareggi e 19 sconfitte).

jack la mottajack la motta

 

LA VITA — Jack La Motta è nato a New York il 10 luglio 1921 (ma lui diceva di essere nato il 10 luglio 1922). Il padre era originario di Messina, la madre invece era ebrea: per questo gli fu imposto il nome di Jacob. Fu subito un ragazzo inquieto, uno dei tanti ragazzi di strada della New York più violenta. Una volta raccontò di aver aggredito con un tubo di metallo un allibratore lasciandolo agonizzante a terra. Per anni credette di averlo ammazzato, poi però gli riapparve nel suo camerino il giorno in cui diventò campione del mondo. Pur non essendo molto alto (solo 1,73) sul ring diventava una furia. Debuttò a soli 19 anni, non era potente ma aveva in dote un'aggressività unica che non dava respiro. La svolta per la sua carriera fu il doppio confronto con Ray Sugar Robinson: nel primo, il 22 ottobre del 1942 a New York, fu sconfitto, nel secondo, il 5 febbraio dell'anno dopo a Detroit, vinse, sempre ai punti, dopo aver spedito Robinson - che non era mai stato battuto fino ad allora - k.o. all'ottava ripresa. Sugar Ray però si rifece 21 giorni dopo nella bella di New York, e battè ancora La Motta due volte nel 1945. Continuò ad affrontare avversari di grande valore. I quattro duelli con il croato Fritzie Zivic, fra il 1943 e il 1944, sono passati alla storia come i match più scorretti della storia della boxe.

 

jack la motta toro scatenatojack la motta toro scatenato

SCOMMESSE? — Sui match di La Motta aleggiò spesso lo spettro della combine. La prima volta nel '47 dopo il kot subito al quarto round da Bill Fox: ci fu anche un'inchiesta che lo giudicò colpevole, tanto che gli venne perfino ritirata la licenza. Ma quando tornò a combattere ritrovò la vittoria, tanto da meritarsi finalmente la sua chance mondiale contro Marcel Cerdan.

 

 

 

 

 

jack la mottajack la motta

 

Ultimi Dagoreport

putin musk zelensky von der leyen donald trump netanyahu

DAGOREPORT - NON TUTTO IL TRUMP VIENE PER NUOCERE: L’APPROCCIO MUSCOLARE DEL TYCOON IN POLITICA ESTERA POTREBBE CHIUDERE LE GUERRE IN UCRAINA E MEDIORIENTE (COSTRINGENDO PUTIN E ZELENSKY ALLA TRATTATIVA E RISPOLVERANDO GLI ACCORDI DI ABRAMO TRA NETANYAHU E IL SAUDITA BIN SALMAN) – I VERI GUAI PER TRUMPONE SARANNO QUELLI "DOMESTICI”: IL DEBITO PUBBLICO VOLA A 33MILA MILIARDI$, E IL TAGLIO DELLE TASSE NON AIUTERÀ A CONTENERLO. ANCORA: ELON MUSK, PRIMA O POI, SI RIVELERÀ UN INGOMBRANTE ALLEATO ALLA KETAMINA CHE CREA SOLO ROGNE. LA MAXI-SFORBICIATA AI DIPENDENTI PUBBLICI IMMAGINATA DAL “DOGE” POTREBBE ERODERE IL CONSENSO DEL TYCOON, GIÀ MESSO A RISCHIO DAL PIANO DI DEPORTAZIONE DEI MIGRANTI (GLI IMPRENDITORI VOGLIONO LAVORATORI A BASSO COSTO) – I GUAI PER L’EUROPA SUI DAZI: TRUMP TRATTERÀ CON I SINGOLI PAESI. A QUEL PUNTO GIORGIA MELONI CHE FA: TRATTA CON "THE DONALD" IN SEPARATA SEDE O RESTERÀ "FEDELE" ALL'UE?

simona agnes gianni letta giorgia meloni rai viale mazzini

DAGOREPORT – TOH! S’È APPANNATA L’EMINENZA AZZURRINA - IL VENTO DEL POTERE E' CAMBIATO PER GIANNI LETTA: L’EX RICHELIEU DI BERLUSCONI NON RIESCE A FAR OTTENERE A MALAGÒ IL QUARTO MANDATO AL CONI. MA SOPRATTUTO FINO AD ORA SONO FALLITI I SUOI VARI TENTATIVI DI FAR NOMINARE QUEL CARTONATO DI SIMONA AGNES ALLA PRESIDENZA DELLA RAI A SCOMBINARE I PIANI DI LETTA È STATO CONTE CHE SE NE FREGA DEL TG3. E L'INCIUCIO CON FRANCESCO BOCCIA L'HA STOPPATO ELLY SCHLEIN – PARALISI PER TELE-MELONI: O LA AGNES SI DIMETTE E SI TROVA UN NUOVO CANDIDATO O IL LEGHISTA MARANO, SGRADITO DA FDI, RESTA ALLA PRESIDENZA "FACENTE FUNZIONI"...

paolo gentiloni francesco rutelli romano prodi ernesto maria ruffini elly schlein

DAGOREPORT – AVANTI, MIEI PRODI: CHI SARÀ IL FEDERATORE DEL CENTRO? IL “MORTADELLA” SI STA DANDO UN GRAN DA FARE, MA GUARDANDOSI INTORNO NON VEDE STATISTI: NUTRE DUBBI SUL CARISMA DI GENTILONI, È SCETTICO SULL'APPEAL MEDIATICO DI RUFFINI, E ANCHE RUTELLI NON LO CONVINCE – NON SOLO: SECONDO IL PROF NON SERVE DAR VITA A UN NUOVO PARTITO MA, COME IL SUO ULIVO, OCCORRE FEDERARE LE VARIE ANIME A DESTRA DEL PD - NON BASTA: IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE CHE DOVRA' SFIDARE IL REGIME MELONI, SECONDO PRODI, NON DOVRÀ ESSERE IL SEGRETARIO DI UN PARTITO (SALUTAME ‘A ELLY)…

giorgia meloni romano prodi elon musk donald trump ursula von der leyen giovanbattista fazzolari

COME MAI ALLA DUCETTA È PARTITO L’EMBOLO CONTRO PRODI? PERCHÉ IL PROF HA MESSO IL DITONE NELLA PIAGA: “L’ESTABLISHMENT AMERICANO ADORA LA MELONI PERCHÉ OBBEDISCE” - OBBEDIENTE A CHI? AI VERI ‘’POTERI FORTI’’, QUEI FONDI INTERNAZIONALI, DA BLACKSTONE A KKR, CHE FINO A IERI LO STATALISMO DI MELONI-FAZZOLARI VEDEVA COME IL FUMO AGLI OCCHI, ED OGGI HANNO IN MANO RETE UNICA, AUTOSTRADE, BANCHE E GRAN PARTE DEL SISTEMA ITALIA - E QUANDO SI RITROVA L’INATTESO RITORNO AL POTERE DI TRUMP, ECCOLA SCODINZOLARE TRA LE BRACCIA DI ELON MUSK, PRONTA A SROTOLARE LA GUIDA ROSSA AI SATELLITI DI STARLINK - LA FORZA MEDIATICA DI “IO SO’ GIORGIA” VA OLTRE QUELLA DI BERLUSCONI. MA QUANDO I NODI ARRIVERANNO AL PETTINE, CHE FARÀ? DA CAMALEONTICA VOLTAGABBANA TRATTERÀ I DAZI CON TRUMP O RESTERÀ IN EUROPA? - MA C’È ANCHE UN ALTRO MOTIVO DI RODIMENTO VERSO PRODI…