VEDI IL MANCHESTER UTD E POI MOYES - DAL ‘TEATRO DEI SOGNI’ ALLA FABBRICA DEGLI INCUBI: LA CRISI DEI RED DEVILS NEL PRIMO ANNO DEL DOPO FERGUSON (E DOMANI C’È IL CHELSEA DI MOU…)

Francesco Persili per ‘Dagospia'

Dal ‘teatro dei sogni' alla ‘fabbrica degli incubi': vedi il Manchester Utd e poi Moyes. Inchiodati al settimo posto in classifica (il peggior risultato dal '92) ed eliminati dalla FA Cup, i Red Devils si avvitano in una crisi senza fine. Infortuni, spogliatoio in frantumi, senatori in declino, voci di mercato (Rooney al Chelsea, anche se Moyes non ne vuole sapere), delusioni (Fellaini su tutti) e sempre quel fantasma che si aggira per l'Old Trafford quando le cose si mettono male, il suo nome è Sir Alex Ferguson.

Dopo un gol subito, un passaggio sbagliato, un'occasione mancata, le telecamere lo vanno a cercare in tribuna, e taac, arriva la zoomata sul suo faccione rubizzo. Fergie time, do you remember? 26 anni e mezzo di successi, 38 trofei, 13 Premier, 2 Champions e una statua alla leggenda con cui Moyes è costretto ogni giorno a fare i conti. Una eredità troppo ingombrante per The Chosen One (Il Prescelto) diventato nel frattempo The Castened One (Il Castigato) sotto i colpi dei tabloid che romanzano sul ritorno in pompa magna del Baronetto di Govan e ricamano sui presunti attriti tra l'Highlander scozzese e il suo successore.

«Si vuole far passare per forza il messaggio che ci sono dei problemi tra noi ma non è così, con Sir Alex ci vediamo dopo le partite e durante la settimana: lui è qui solo per aiutarmi», le parole di rito di ‘The Scot' non bastano a spazzare via i dubbi di commentatori e tifosi. Come non bastano le parole di Mou (‘Non credo che Moyes sia in discussione') e tutti i discorsi già sentiti sulla cultura calcistica del Man Utd che privilegia la ‘stabilità tecnica', of course, e il blabla sul tempo di cui avrebbe bisogno il manager scozzese e che fu concesso anche a Sir Alex.

Corsi e ricorsi, se non fosse che il calcio conosce solo il tempo presente. Corse e rincorse, già perché quella contro il Chelsea è già una partita decisiva per Moyes. Meglio non pensare alle probabili assenze di Rooney e Van Persie, meglio non guardare le statistiche, le 70 gare di imbattibilità di Mou in casa e, di contro, i ‘zeru tituli' di Moyes, quello che non ha mai vinto a Stanford Bridge. Quello che non ha mai vinto fuori casa contro le grandi di Inghilterra. Quello che non ha mai vinto, punto.

La mancanza di successi, infatti, è la principale accusa che rivolgono i suoi detrattori che ogni due per tre chiedono conto anche dei motivi che lo hanno spinto a rinunciare allo staff di Ferguson. Come se non sapessero che all'ex assistente di Sir Alex, René Meleunsteen, oggi sulla panchina del Fulham, Moyes ha offerto inutilmente il ruolo da numero 2. Una beffa del destino per The Scot che ai tempi del Preston quando Ferguson gli propose di entrare a far parte del suo team fece una scelta simile: «Voglio vedere cosa riesco a fare da solo». Testardo, lui.

Una qualificazione in Champions, una finale di FA Cup con l'Everton oltre alla rissa stracult con Roberto Mancini (finita a tarallucci e vino): questo il bilancio degli anni a Goodison Park. Integrità morale ed etica del lavoro, le qualità del manager scozzese hanno convinto Sir Alex ma non uno, ad esempio, come Rio Ferdinand, che si è lamentato spesso per la sua abitudine di annunciare la formazione solo all'ultimo minuto. In realtà, all'ex capitano della nazionale inglese tormentato dal ginocchio e dall'ingiuria degli anni, è andata di traverso la scelta tecnica di Moyes di puntare sui più giovani Phil Jones e Chris Smalling.

Si parla di ‘Rifondazione United'. Ferdinand, Vidic, Evra, Nani, Buttner, Hernandez (oltre ad Anderson già finito alla Fiorentina) hanno già il foglio di via. Moyes blinda Rooney («Non si muove da qui») e passa al setaccio il mercato europeo. Non si fa mancare nulla, nemmeno un viaggio di lavoro in Sardegna. Lo trovi in tribuna a Cagliari a seguire Pogba (uno dei grandi ‘errori' di Sir Alex Ferguson), Marchisio e Vidal, e sempre sulle piste di Hamsik, Guarin e Pjanic, mentre i suoi emissari in Spagna hanno messo nel mirino mezzo Atletico Madrid (Miranda, Koke, Diego Costa).

Chissà se anche a ‘The Castened One' verrà dato il tempo per costruire la sua rivincita e liberarsi di quel fantasma che oggi si aggira per l'Old Trafford. Il fantasma del Fergie Time e di oltre 20 anni di successi. Certo, se le cose si dovessero mettere male, basta stringere l'inquadratura sul faccione di Ferguson, e l'incubo Moyes passa. Ma chi ce lo darà indietro il teatro dei sogni? Per quello, basta non escludere il ritorno di Sir Alex.

 

 

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