
“LA MIA SALUTE NON CONDIZIONERA LA SQUADRA” - STRADI-VIALLI TORNA IN AZZURRO: SARÀ CAPO DELEGAZIONE DELLA NAZIONALE - L’EX ATTACCANTE PARLA DELLA LOTTA CONTRO IL TUMORE: "RISPONDO BENE ALLE CURE ANCHE SE IL VIAGGIO DURA PIÙ DI QUELLO CHE UNO SPERA. MA IO VOGLIO ESSERCI GIÀ A NOVEMBRE” - SULLA TRATTATIVA SALTATA PER COMPRARE LA SAMP: "NON C'ERA ACCORDO CON FERRERO SUL PREZZO" - IERI ANCHE MIHAJLOVIC DA MANCINI
Paolo Tomaselli per il Corriere della Sera
Come si evita il rischio della retorica, quando si parla del ritorno in Nazionale di un ex campione che sta lottando contro la malattia? «Mandatemi subito a quel paese, così ci togliamo il pensiero». E giù a ridere. Gianluca Vialli indossa la tuta dell' Italia, ventisette anni dopo l' ultimo flash azzurro, un gol naturalmente: «Contro Malta».
Il bomber che coi calzettoni abbassati segnò i gol decisivi per arrivare all' Europeo del 1988 - quando qualificarsi era decisamente più complicato di oggi - è nel ritiro azzurro come ambasciatore dei volontari per Roma 2020, ma soprattutto per prendere le misure col suo nuovo ruolo futuro, quello di capo delegazione: «Sono qui per approfondire la proposta del presidente Gravina, che ringrazio per la pazienza. E per vedere come funzionano le cose: voglio aggiungere, senza togliere nulla. Ho trovato tanti amici e un fratello come Mancini.
Ed essere qui prima della partita decisiva per la qualificazione rende tutto più speciale. Le tempistiche? Spero di esserci già al prossimo raduno di novembre».
L' attesa di Vialli è stata legata alla trattativa per l' acquisizione della Sampdoria. Ma soprattutto ad altro: «Dovevo fare ulteriori cure, per essere in condizioni fisiche e mentali giuste. Le sto portando avanti, ma sto bene, i risultati sono positivi anche se il viaggio dura più di quello che uno spera. Non ha senso non continuare a fare una vita normale e il lavoro fa parte della vita normale.
Finita la trattativa per la Samp, adesso ho più tempo ed energie per dedicarmi a questa nuova avventura: non è colpa di nessuno per come è finita, non c' era accordo sul prezzo con Ferrero. Mi dispiace perché c' era la convinzione di fare un bel lavoro e spero che la pubblicità che è stata fatta alla trattativa, che noi non abbiamo mai cercato, non abbia influito sull' andamento della squadra».
Il pezzo di Samp che cercava, Vialli lo ha trovato in Mancini, Lombardo, Salsano, Nuciari, che fanno parte dello staff. Il c.t. ne parla con il contegno che in certe occasioni si riserva agli amici che vengono a lavorare con te: «Gianluca è ormai un ragazzo maturo e credo che possa aiutarci». La sensazione è che questa saggezza, che forse possiede solo chi ha imparato a relativizzare le cose, possa servire a un gruppo così giovane come quello che sta costruendo il Mancio.
E poi c' è da chiudere un cerchio per tutti e due, perché in azzurro Vialli e soprattutto Mancini potevano fare di più: «Però se penso a una parola per la mia esperienza con l' Italia - dice Gianluca, che con la Juventus ha alzato la Champions da capitano nel 1996, quattro anni dopo il suo addio alla Nazionale - è "soddisfazione": tante persone si ricordano ancora come erano divertenti le squadre dell' 88 e del '90, arrivate due volte al terzo posto. In azzurro è speciale esserci, perché anche se il calcio è solo un gioco hai la consapevolezza di rappresentare il Paese e di contribuire coi risultati al suo andamento psicologico».
La Nazionale come terapia, per rendere un po' più leggeri i problemi, piccoli o meno piccoli. Senza retorica: «Perché poi bisogna anche vincere».
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roberto mancini e gianluca vialli alla sampdoria
VIALLI MANCINI
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