VIDEO! “STO PIANGENDO, SIAMO I PIU’ FORTI” - NINO D’ANGELO IN LACRIME COL NIPOTINO - “ALL’INIZIO ERO UN PO’ SCETTICO. QUESTA SQUADRA NON HA UN MARADONA: OSIMHEN È DIVENTATO UN CAMPIONE QUI, A NAPOLI. DI KVARA NON SAPEVAMO NEANCHE PRONUNCIARE IL COGNOME. È LO SCUDETTO DEI GIOVANI. TANTI PICCOLI SCUGNIZZI, TRA LORO SCELGO GIOVANNI DI LORENZO” – VIDEO
Estratto dell'articolo di Giuseppe Antonio Perrelli per “la Repubblica”
Lo scudetto del Napoli è un film già visto. Girato nel 1987, l’anno del primo titolo. “Quel ragazzo della curva B”, 65 anni, ha la voce che si arrampica sulle note della felicità.
Nino D’Angelo, chi è il simbolo dello scudetto?
«Giovanni Di Lorenzo. Grande capitano e persona perbene. Ha recitato in un cameo nella serie tv “Uonderbois” che ho girato per Disney + . L’ho conosciuto e mi ci sono riconosciuto. Come me, come Napoli, è partito da lontano, dalla Serie C, ma ce l’ha fatta, è arrivato».
E Osimhen? E Kvaratskhelia?
«Certo, importantissimi. Ma questa squadra non ha un Maradona: Osimhen è diventato Osimhen qui, a Napoli. Di Kvara non sapevamo neanche pronunciare il cognome.
È il titolo di piccoli eroi diventati grandi. Voglio organizzare al più presto una cena con questi ragazzi, mi piace stare in mezzo a loro».
Anche lei è un ragazzo, “Quel ragazzo della curva B”.
«Io in quella curva andavo a tifare sulle spalle di mio nonno: oggi festeggio lo scudetto, ma c’ero anche in Serie B, anche in C. Perché il calcio è una malattia. Con mia moglie Annamaria non litigo mai ma quando guardo dieci ore di partite lei dice: “Capisco il Napoli, ma pure tutte le altre?”. Sì, perché è la passione, non ti invecchia mai».
Questa vittoria non ha confini.
«L’unico napoletano che ha giocato qualche minuto è Gianluca Gaetano. Ma che importa se parli inglese o francese? L’importante è che sei uno di noi. I giocatori sono diventati scugnizzi, parola nobile, io vengo dalla scugnizzeria. Infatti chi lascia Napoli, come Mertens, lo fa sempre con dispiacere».
La scorsa estate se ne sono andati anche Insigne, Koulibaly, Fabian Ruiz, Ospina.
«All’inizio ero un po’ scettico: era un nuovo inizio, immaginavo ci volesse tempo. E chi se li aspettava così, Kim e Kvaratskhelia, subito pronti, subito fortissimi?».
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Questo scudetto fotografa una città diversa da fine Anni 80.
«È lo scudetto dei giovani, di chi è stato costretto a emigrare per trovare lavoro, di chi ha visto come funzionava altrove ed è tornato. I figli hanno preso Napoli per mano e l’hanno fatta crescere. Il centro storico è pieno di turisti, non è più un posto di camorra, è arte e divertimento.
Certo, ci sono i criminali, ci sono i problemi. Però la città accoglie, apre le porte agli altri. Come la squadra con i calciatori stranieri. È una vittoria di tutti. Perché il Napoli è Napoli».
il discorso di giovanni di lorenzo dopo la vittoria dello scudetto del napoli. il discorso di giovanni di lorenzo dopo la vittoria dello scudetto del napoli. nino d'angelo