"I FRIEDKIN NON HANNO CAPITO DOVE SONO, NON HANNO MAI PARLATO CON LA GENTE. UN'ARROGANZA INSOPPORTABILE" - WALTER SABATINI INFIOCINA I PROPRIETARI DELLA ROMA: "IO DE ROSSI NON LO AVREI MAI CACCIATO. TOTTI? SPERO CHE GLI OFFRANO UN RUOLO OPERATIVO NELLA ROMA. GLI SPETTEREBBE DI DIRITTO" - "L'INTER? SONO STATO UN COGLIONE AD ANDARMENE." - "I DIRIGENTI DI OGGI? ALCUNI SONO IMPRESENTABILI, IL LIVELLO È PIUTTOSTO BASSO. OCCORRE SENSIBILITÀ, CULTURA, MA ANCHE CULO…" - E SUL SESSO RIVELA CHE...
Estratto dell'articolo di Massimo Cecchini per "Il Messaggero"
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C’è il mondo dei perfetti, di quelli che paiono sapere sempre tutto, e la realtà di quelli che impennano, cadono e si ammalano di rimpianti. Walter Sabatini, 69 anni, ex plenipotenziario di mercato di Roma e Inter, fa parte di questa seconda categoria. Per questo ascoltarlo ha qualcosa di oracolare che il sapore del tempo perduto.
Sabatini, dopo tutti i suoi problemi fisici, in salute sta meglio lei o il calcio italiano?
«Meglio io. È da quando ero adolescente che sento parlare delle criticità del nostro mondo».
Come sempre, i club sono di nuovo a chiedere aiuti allo Stato. Ma perché i governi, di qualsiasi colore, dovrebbero dare fiducia a un sistema incapace di rigenerarsi?
«Perché è fra le prime cinque industrie del Paese, genera milioni di fatturato e produce un campionato che per me è il massimo. Mi parlano di Premier, di Bundesliga, ma dal punto di vista tattico non c’è nessuno come la Serie A. Guardate la Nazionale: gioca benissimo. Con Spalletti avrà un grande futuro».
Ad alcuni dirigenti di Serie A, però, non faremmo gestire neppure un condominio. Figuriamoci una società che fattura milioni.
«È vero, alcuni sono impresentabili, il livello è piuttosto basso. Occorre sensibilità, cultura, ma anche culo».
[…] C’è più gap fra le due rose o tra Marotta e Ghisolfi?
«Marotta è un grandissimo, Ghisolfi nella migliore delle ipotesi è un bravo giovane dirigente. Agli stranieri devi dare qualche mese per ambientarsi, anche se alla Roma ho l’impressione che ancora non abbiano capito dove sono, come non l’hanno capito i Friedkin, che non hanno mai parlato con la gente. È un atto di un’arroganza insopportabile».
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[…] Se Juric affondasse, richiamerebbe De Rossi?
«Io non lo avrei mai cacciato. Richiamandolo, fai un danno a Juric e forse anche a Daniele, che tornerebbe nello spogliatoio depotenziato, anche se sono convinto che, con la fame di Roma che ha, si rimetterebbe subito lo scafandro».
L’operazione Mourinho ha rallentato il progetto iniziale dei Friedkin o i benefici sono stati superiori?
«Di benefici francamente non ne ho visti, a parte la vittoria di una Coppa, che comunque rimane. In ogni caso Mourinho ha buttato dentro tanti ragazzi del vivaio ed è qualcosa che porta frutti».
Che differenze ci sono fra le proprietà Usa dell’Inter o della Roma?
«All’Inter c’era a fare da trampolino di lancio la famiglia Zhang e un management esperto. I Friedkin invece non hanno capito che la Roma senza la sua gente non è niente. L’affetto e l’adrenalina che genera questa città e questo ambiente li hanno totalmente ricusati».
[…] Allora ci dica le sciocchezze commesse.
«All’Inter essermene andato. Non ci sarà mai un motivo per spiegarlo. Sono stato un coglione incommensurabile. Non si lascia l’Inter, così come non si lascia la Roma, ma qui sono stato costretto. La scelta di Pallotta di nominare un consulente (Baldini, ndr) oscurava completamente la figura del direttore sportivo, che restava solo a fare il punching ball».
[…]potrebbe servire il ritorno di Francesco Totti. Fa tristezza vederlo alla ribalta solo per gli spot pubblicitari, il padel e le partite di calcetto.
«Mi intenerisco anche io. Spero che gli offrano un ruolo operativo nella Roma. Avrà necessiterà di un po’ di tempo per imparare, ma non lo sottovalutiamo, perché ha le sue scaltrezze. Certo, dovrebbe mettersi d’impegno, svegliarsi presto la mattina e non dormire la notte, però gli spetterebbe di diritto per la gioia che ha regalato a milioni di persone».
Da dirigente, non avete sottovalutato il problema ultrà? Tra Lazio, Roma e Inter, dove è stato, ci sarebbe stato tanto da bonificare.
«Io non ho mai avuto problemi, ma l’ho sentito sempre come un potenziale rischio enorme. Cose come l’omaggio alla curva mi sembra troppo. La squadra deve rispettare i tifosi, ma occorre farlo con quelli della Sud o della tribuna Tevere allo stesso modo. Consegnare le maglie e i riti sotto la curva sono esagerazioni obsolete e superate».
[…] Le proponiamo un voto. Quando tornerà a lavorare in un club, per vincere lo scudetto rinuncerebbe al sesso per sempre?
«Sì, assolutamente. Anche perché così mi metto in pari con quello che ho fatto prima…».
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