LA TERZA DOSE DI VACCINO COVID FUNZIONA: IN ISRAELE L’EFFICACIA DI PFIZER RISALE AL 95% - CHI È STATO VACCINATO HA AVUTO 19 VOLTE MENO PROBABILITÀ DI AVERE UNA GRAVE MALATTIA DA COVID RISPETTO A CHI È STATO VACCINATO CON DUE DOSI E LA PROBABILITÀ DI CONTAGIARSI È SCESA DI 11 VOLTE - LA DOMANDA CHE DEVE AVERE ANCORA RISPOSTA ADESSO È QUANTI MESI DURERÀ L’EFFETTO BENEFICO DELLA TERZA DOSE…
Silvia Turin per www.corriere.it
Israele ha approvato già dal 30 luglio la somministrazione di una terza dose (richiamo) del vaccino Pfizer a persone di età pari o superiore a 60 anni e che avevano ricevuto una seconda dose di vaccino almeno 5 mesi prima. Come successo in inverno e in estate con i dati sull’efficacia vaccinale, il Paese anticipa il futuro di quel che succederà con il vaccino (e con la terza dose), anche se ogni nazione ha delle peculiarità che influenzano i risultati e che rendono i dati non direttamente e totalmente applicabili a ogni realtà.
La terza dose agli anziani
Il primo studio sulle terze dosi in Israele è stato pubblicato sul New England Journal of Medicine il 15 settembre e mostra che la terza dose raggiunge lo scopo: chi è stato vaccinato ha avuto 19 volte meno probabilità di avere una grave malattia da Covid rispetto a chi è stato vaccinato con due dosi e la probabilità di contagiarsi è scesa di 11 volte. I dati vengono dal database del Ministero della Salute israeliano e riguardano 1.137.804 persone di età pari o superiore a 60 anni e che erano state completamente vaccinate 5 mesi prima, monitorate nel periodo dal 30 luglio al 31 agosto 2021.
Nell’analisi primaria, gli studiosi hanno confrontato il tasso di infezioni Covid e il tasso di malattia grave tra coloro che avevano ricevuto la terza dose almeno 12 giorni prima (gruppo di richiamo) e coloro che non avevano ricevuto la terza dose, ma erano completamente vaccinati. Nell’analisi secondaria è stato valutato il tasso di infezione da 4 a 6 giorni dopo la terza dose, rispetto al tasso di almeno 12 giorni dopo il richiamo.
Efficacia «tornata» al 95%
I risultati hanno mostrato che nel gruppo vaccinato con la terza dose da almeno 12 giorni, il tasso di infezione era inferiore di 11,3 volte, il tasso di malattia grave era inferiore di un fattore di 19,5. Nell’analisi secondaria il tasso di infezione confermata almeno 12 giorni dopo la vaccinazione era inferiore al tasso dopo 4-6 giorni di un fattore di 5,4. Ogni giorno durante il periodo da 12 a 25 giorni dopo aver ricevuto la terza dose, il «gruppo di richiamo» ha avuto un tasso di infezione confermata inferiore a quello del gruppo «senza richiamo» di un fattore da 7 a 20. Gli studiosi spiegano che la terza dose, in presenza di variante Delta, riporta l’efficacia del vaccino tra i soggetti che hanno ricevuto il richiamo a circa il 95%, un valore simile all’efficacia del vaccino «originale» riportata contro la variante Alfa.
Il programma e le domande senza risposta
Israele adesso ha esteso il programma di richiamo all’intera popolazione adulta. In Italia la terza dose viene prevista per chi è a rischio di sviluppare grave Covid: chi ha una serie di patologie (persone fragili) o a rischio professionale (sanitari). Le somministrazioni partiranno lunedì. La domanda che deve avere ancora risposta adesso è quanti mesi durerà l’effetto benefico della terza dose.