QUARTA DI BALCONCINO - A TIJUANA L’ARTISTA ARMANDO MUNOZ GARCIA HA REALIZZATO UNA SERIE DI CASE A FORMA DI DONNA - ADESSO IL SUO SOGNO E’ DI REALIZZARE UN PALAZZO DI 150 METRI CON LE SEMBIANZE DI UN UOMO (SPERANDO DI NON CAPITARE AL PIANO INGUINALE)
Elena Masuelli per la Stampa
Sul confine che divide il Messico dalla California, Tijuana è diventata famosa per il muro che divide gli Stati Uniti da Baja California, avamposto più occidentale del Latino America. È la porta obbligata di chi cerca fortuna: solo una manciata di chilometri la divide dalla città gemella di San Diego, il varco San Isidro è la frontiera più attraversata del mondo.
Metropoli da 1.600.000 abitanti, centro commerciale e valvola di sfogo e divertimento dagli Usa, è considerata pericolosissima, luogo di scambio più o meno libero di armi, alcool e droghe.
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Ma proprio la sua posizione ne ha fatto anche meta di artisti internazionali, con mostre e residenze, ardite sperimentazioni. La più originale è “La Mujer Blanca”, quella che i locali chiamano familiarmente “La Mona” o “La bambola”: una casa di corpo di donna.
L’artista Armando Munoz Garcia aveva presentato il suo progetto “Tijuana III Millenium” agli amministratori della città per celebrare il centenario della fondazione, nel 1989, ma era stato rifiutato.
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Decise di realizzarlo comunque, distante da Avenida Revolución, cuore brulicante della città, nel quartiere ghetto di Aeropuerto, a sud ovest dello scalo internazionale, sfidando la diffidenza generale.
Il risultato è una scultura cava da 17 metri di altezza e 18 tonnellate di peso a forma di donna. Una vera abitazione di cinque piani in cui l’artista ha vissuto per anni con la moglie. Inizialmente bianca, nel 2015 è stata affrescata come un murales per festeggiarne il 25esimo compleanno.
Camera da letto con balcone all’altezza del petto, nella testa lo studio dell’artista, la cucina a livello del ventre, nella parte posteriore il bagno.
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“La mona” ha il braccio destro alzato, con il dito mignolo puntato verso il cielo, a indicare la posizione di Tijuana sulla mappa del Messico. E della città è diventata un simbolo.
Garcia ha riprodotto la sua opera in piccoli esemplari da vendere ai turisti a 20 dollari l’una e così si è autofinanziato per nuove realizzazioni, libere variazioni dell’originale chiamate “Infamous Babes”, fra cui quelle dedicate all’attrice e cantante Lillian Russell, la cantante samba Carmen Miranda, Betty Boop. Tutte esposte in un mostra qualche anno fa, grazie alla collaborazione con Bob Matheny (i due nella foto sotto).
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L’artista ha lasciato “La Mona” nel 2008 per trasferirsi in un’altra abitazione, di certo non più convenzionale, anche questa a forma di gigantesca donna nuda: “La Sirena”, a sud di Tijuana, nella località di Puerto Nuevo.
Per anni il terzo piano ha ospitato la sua galleria, il quarto la camera da letto e il quinto uno studio a cielo aperto. Ma la vera sorpresa era al secondo livello: un ristorante francese gestito proprio da Armando diventato nel frattempo chef autodidatta.
Non il punto di arrivo. Il sogno di Garcia resta un palazzo a forma di uomo da 150 metri di altezza, parte di un più ampio complesso turistico di case dalle sembianze umane da realizzare sul confine.
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