
NEL FACCIA A FACCIA TRA MELONI E TRUMP CI SARÀ UN TERZO INCOMODO – TILMAN FERTITTA, IL PROSSIMO AMBASCIATORE AMERICANO A ROMA, SPALLEGGERA’ IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO NEL SUO COLLOQUIO CON LA DUCETTA – NEL SUO INCARICO A ROMA, L’IMMOBILIARISTA MILIARDARIO AVRÀ IL COMPITO DI “SPINGERE” L’EXPORT A STELLE E STRISCE IN ITALIA: “DEVO SEDERMI CON IL LORO GOVERNO, LAVORARE CON LORO E CAPIRE DI PIÙ IL LORO BILANCIO, IN PARTICOLARE DELLA DIFESA”. E DOVRÀ CONTROLLARE CHE LA STATISTA DELLA GARBATELLA NON CEDA AI RICHIAMI CINESI…
Estratto dell’articolo di Maurizio Caprara per il “Corriere della Sera”
«Non pensare mai che la tua posizione sia troppo elevata per insegnare agli altri. Io insegno ancora ogni singolo giorno e, cosa altrettanto importante, imparo tanto quanto insegno agli altri», diceva due settimane fa Tilman Fertitta, il prossimo ambasciatore americano a Roma, tuttora negli Stati Uniti dove ha un patrimonio stimato dalla rivista Forbes in dieci miliardi e 600 milioni di dollari ed è proprietario di catene di ristoranti, alberghi e «gaming industries», come in un suo curriculum indica casinò e reti di gioco e scommesse online.
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GIORGIA MELONI DONALD TRUMP - IMMAGINE CREATA CON GROK
Domani anche per Fertitta sarà un giorno di apprendimento. Benché non abbia ancora potuto presentare le credenziali al Quirinale, salvo imprevisti assisterà per la prima volta alla Casa Bianca il presidente Donald Trump nel colloquio con Giorgia Meloni.
A Washington in Senato il comitato Relazioni estere da una settimana ha approvato la designazione per la sede diplomatica di via Veneto, manca il sì dell’aula. Con la presidente del Consiglio italiana un incontro Fertitta lo ebbe il 5 gennaio da Trump a Mar-a-Lago, occasione nella quale la titolare di Palazzo Chigi ottenne un via libera a soddisfare l’Iran su un suo cittadino, detenuto su richiesta americana, per far liberare Cecilia Sala, arrestata a Teheran in un sequestro di Stato.
A Washington dunque domani sono previsti da una parte, nella delegazione americana, almeno due miliardari già star televisive, Trump e Fertitta, dall’altra, alla testa di quella italiana, la Giorgia di Roma che il mese scorso, in una rassegna di agricoltori, a una persona del suo stesso quartiere popolare di origine rispondeva: «Noi della Garbatella c’abbiamo un altro passo».
Ma non sarà lotta di classe, alla Casa Bianca. Malgrado Trump maneggi dazi e ordini esecutivi in maniere che senza Gulag ricordano ukaz di stampo sovietico, le due parti non sono in lotta. Mentre Trump colpisce a ripetizione l’Unione europea, a suo avviso abituata a «fottere» gli Stati Uniti, entrambe non si riservano attacchi e l’udienza alla fondatrice di Fratelli d’Italia è, di per sé, segno di considerazione, anche qualora non portasse vantaggi per Italia e Ue.
GIORGIA MELONI E DONALD TRUMP - VIGNETTA BY NATANGELO
Uno dei principali obiettivi che il presidente ha affidato a Fertitta è aumentare le esportazioni statunitensi. L’ambasciatore designato si prefigge di portare nel nostro Paese imprenditori texani e di altri Stati. E sui progetti per Roma ha anticipato: «Devo sedermi con il loro governo, lavorare con loro e capire di più il loro bilancio, in particolare della difesa».
Qui il confine tra apprendimento e insegnamento sembra sottile. Resta certo che l’Italia deve aumentare le spese militari, lontane dal 2% del prodotto interno lordo concordato nella Nato dal 2014. Più spenderà in fretta, più saranno favoriti gli Usa rispetto a imprese europee.