giorgia meloni matteo salvini - by edoardo baraldi

DAGOREPORT! - TRATTENETE IL RESPIRO. GOVERNATE LO SHOCK. AVVISATE I CITTADINI ABRUZZESI: IL CICLONE SARDO AVANZA E NON PERDONA - SECONDO L’ULTIMO SONDAGGIO, IL DISTACCO CHE SEPARA IL MELONE MARSILIO DAL CAMPO LARGHISSIMO DI D’AMICO SI È RIDOTTO ALLA MISERIA DELL’1,2% (APPENA QUATTRO MESI FA IN ABRUZZO LA DESTRA GODEVA DI UN VANTAGGIO DI BEN 20 PUNTI) - PARADOSSALMENTE, IN CASO DI DISFATTA, CON DUCETTA RIBASTONATA, PER MATTEO SALVINI POTREBBE ESSERE L’OCCASIONE DI AVER MAGGIOR POTERE NEL GOVERNO (FERROVIE, CDP, AISI) - SE INVECE “FASCIO TUTTO IO!” VINCE CON IL SUO MARSILIO, PER IL CAPITONE SI AVVICINA IL CAPOLINEA - A QUEL PUNTO TUTTO PUO’ SUCCEDERE: ANCHE CHE GLI PARTA L’EMBOLO DI UN PAPEETE2 SFANCULANDO IL GOVERNO MELONI (QUANTI PARLAMENTARI LO SEGUIREBBERO, SAPENDO CHE IN CASO DI VOTO ANTICIPATO, QUELLO SCRANNO NON LO VEDREBBERO PIÙ?)

DAGOREPORT

marsilio meloni

Trattenete il respiro. Governate lo shock. Avvisate i cittadini abruzzesi che il 10 marzo si recheranno ai seggi per eleggere il nuovo presidente della Regione. Secondo l’ultimo sondaggio realizzato da Winpoll, il distacco percentuale che separa il candidato del centrodestra Marco Marsilio dal quello del centrosinistra Luciano D’Amico si è ridotto alla miseria dell’1,2 per cento. Per la precisione: il Melone d'Abruzzo ottiene il 50,6% delle preferenze mentre D'Amico lo tallona col 49,4%.

 

LUCIANO D'AMICO

Il ciclone sardo avanza e sta davvero scombussolando la scena politica italiana. Appena quattro mesi fa un sondaggio registrava un vantaggio di ben 20 punti del politico che la Ducetta ha paracadutato in Abruzzo, pur essendo nato e cresciuto a Roma, dove continua a vivere e a lavorare (in smartworking con L'Aquila).

 

Quando poi si è formato un campo larghissimo - oltre al Pd e M5S anche Azione e Italia Morta -  con la scelta di un candidato inclusivo come D’Amico, rettore dell’Università di Teramo, i 20 punti di sutura si sono ridotti a 15. All’indomani del successo della grillina Todde sul camerata Trux Truzzo – una ipotesi inimmaginabile fino al 18 marzo quando Dagospia ha spifferato un sondaggio riservatissimo – la forchetta tra i due candidati si è accorciata a 4,5%.

COLLE OPPIO CONTRO IL COLLE - VIGNETTA BY ELLEKAPPA

 

Ora il colpo di scena: il vento della Sardegna ha spinto ancora più avanti il candidato del centrosinistra allargato: come abbiamo visto, la percentuale che divide l’”abusivo d’Abruzzo’’, e il suo competitor è fragilissima: 1,2%. 

 

Insomma, tutto può succedere. E se per caso anche in Abruzzo andasse storto per il governo Ducioni, è ovvio che le farmacie intorno a Palazzo Chigi resterebbero senza un flacone di Xanax e Tavor. Se per la tenuta dei fragili otoliti della “Nana bionda” c’è il pronto intervento dei “badanti di Palazzo Chigi”, Scurti e Fazzolari, per contenere il friabile equilibrio mentale dell’attuale Matteo Salvini non si vede nessuno Basaglia in giro.

matteo salvini e giorgia meloni sardegna

 

Anche perché è impensabile che la Lega ottenga il prossimo 10 marzo un risultato che possa avvicinarsi a quello delle Regionali abruzzesi del 2019, quando il Capitone trionfò portandosi a casa il 27,53% (165.008 voti). Solo cinque anni fa, pensate, Fratelli d’Italia con il 6,49% fu sorpassata da Forza Italia che toccò il 9,05.

 

In caso di disfatta abruzzese, per l’agitato fidanzato di Francesca Verdini, con una Ducetta ribastonata, paradossalmente potrebbe essere l’occasione di aver maggior potere nel governo. Prossimamente ci sono in ballo le nomine ai vertici di Ferrovie e Cdp, nonché la sostituzione di Mario Parente alla guida dei Servizi interni (Aisi). E a tale riguardo le opinioni di Salvini e Meloni sono diversissime.

SALVINI MELONI

 

Se invece “Io so’ Giorgia” vince con il suo Marsilio, con una Lega ridotta ai minimi termini, per il Capitone si avvicina davvero il capolinea. Il Carroccio, con la storia del terzo mandato, è già salito sulle barricate. La prossima scoppola arriverà sicuramente con il voto del 9 giugno: anche con il generalissimo Vannacci capolista, dai 28 eurodeputati Salvini si dovrà accontentare, se va bene, di 5 o 6. Marzo Zanni, presidente leghista del gruppo europeo Identità e Democrazia (quella con Le Pen e Afd), ha annunciato che non si candida perché non ha la forza di raccattare preferenze. Questa è l’aria che tira.

 

arianna polgatti matteo salvini al papeete 2

Se poi a Salvini, per salvare i cocci della sua leadership a pezzi, stanco di essere umiliato dalla manganelli di Palazzo Chigi, partisse l’embolo di un Papeete2, togliendo l’appoggio al governo Meloni, sorge spontanea la domanda: quanti parlamentari leghisti lo seguirebbero, sapendo che in caso di voto anticipato quello scranno non lo vedrebbero più?  Ma con un Capitone sopra le righe, si sa, tutto può succedere…

arianna polgatti matteo salvini al papeete 1

 

Ultimi Dagoreport

matteo salvini roberto vannacci luca zaia lorenzo fontana calderoli massimiliano fedriga romeo lega

DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA MELONI (SUL RITORNO AL VIMINALE, AUTONOMIA E TERZO MANDATO), ''TRADITO'' PURE DA VANNACCI, PER IL “CAPITONE” STA ARRIVERANDO IL MOMENTO IN CUI DOVRA' DECIDERE: RESTARE LEADER DELLA LEGA O RESTARE AL GOVERNO COME SACCO DA PUGNI DELLA DUCETTA? - LA CRISI POTREBBE ESPLODERE ALLE PROSSIME REGIONALI IN VENETO: SE ZAIA PRESENTASSE UN SUO CANDIDATO NELLA LIGA VENETA, SALVINI SCHIEREREBBE LA LEGA A SUPPORTO DEI “DOGE-BOYS” CONTRO IL CANDIDATO FDI DELLA DUCETTA, SFANCULANDO COSI' L'ALLEANZA DI GOVERNO, O RESTEREBBE A CUCCIA A PALAZZO CHIGI, ROMPENDO IL CARROCCIO? AH, SAPERLO...

cecilia sala mohammad abedini donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - INTASCATO IL TRIONFO SALA, SUL TAVOLO DI MELONI  RIMANEVA L’ALTRA PATATA BOLLENTE: IL RILASCIO DEL “TERRORISTA” IRANIANO ABEDINI - SI RIUSCIRÀ A CHIUDERE L’OPERAZIONE ENTRO IL 20 GENNAIO, GIORNO DELL’INSEDIAMENTO DEL NUOVO PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI, COME DA ACCORDO CON TRUMP? - ALTRO DUBBIO: LA SENTENZA DELLA CORTE DI APPELLO, ATTESA PER IL 15 GENNAIO, SARÀ PRIVA DI RILIEVI SUL “TERRORISTA DEI PASDARAN’’? - E NEL DUBBIO, ARRIVA LA DECISIONE POLITICA: PROCEDERE SUBITO ALLA REVOCA DELL’ARRESTO – TUTTI FELICI E CONTENTI? DI SICURO, IL DIPARTIMENTO DI GIUSTIZIA DI WASHINGTON, CHE SI È SOBBARCATO UN LUNGO LAVORO DI INDAGINE PER PORTARSI A CASA “UNO SPREGIUDICATO TRAFFICANTE DI STRUMENTI DI MORTE”, NON AVRÀ PER NULLA GRADITO (IL TROLLEY DI ABEDINI PIENO DI CHIP E SCHEDE ELETTRONICHE COME CONTROPARTITA AGLI USA PER IL “NO” ALL'ESTRADIZIONE, È UNA EMERITA CAZZATA...)

marco giusti marcello dell utri franco maresco

"CHIESI A DELL'UTRI SE FOSSE PREOCCUPATO PER IL PROCESSO?' MI RISPOSE: 'HO UN CERTO TIMORE E NON… TREMORE'" - FRANCO MARESCO, INTERVISTATO DA MARCO GIUSTI, RACCONTA DEL SUO COLLOQUIO CON MARCELLO DELL'UTRI - LA CONVERSAZIONE VENNE REGISTRATA E IN, PICCOLA PARTE, UTILIZZATA NEL SUO FILM "BELLUSCONE. UNA STORIA SICILIANA": DOMANI SERA "REPORT" TRASMETTERÀ ALCUNI PEZZI INEDITI DELL'INTERVISTA - MARESCO: "UN FILM COME 'IDDU' DI PIAZZA E GRASSADONIA OFFENDE LA SICILIA. NON SERVE A NIENTE. CAMILLERI? NON HO MAI RITENUTO CHE FOSSE UN GRANDE SCRITTORE..." - VIDEO

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA