1. TRAVAGLIO IN FERRARI SFRECCIA SUL PALCO DELLA SALA UMBERTO: AD ASPETTARLO IN PLATEA, FRANCA VALERI, ALDO BUSI, RODOTA’, SERGIO RUBINI, FABRIZIO GIFUNI, CAROFIGLIO. E FIN QUI NON CI PIOVE. MA CHE CI FACEVANO AD ASCOLTARE LA DETTAGLIATA RICOSTRUZIONE DI TRAVAGLIO DELLA TRATTATIVA TRA IL GOVERNO ITALIANO E COSA NOSTRA UN TRIO FORMATO DA TRE MONUMENTI DI VIALE MAZZINI COME PIPPO BAUDO, GIANCARLO MAGALLI E IL MITOLOGICO REGISTA GINO LANDI? E L’EX MISS ITALIA DANNY MENDEZ E LIVIA AZZARITI? 2. DA QUESTO TRAGICO “E’ STATO LA MAFIA”, ESCONO SORPRENDENTEMENTE ASSOLTI I SOCIALISTI DI CRAXI, CON L’OPPOSIZIONE DELL’ALLORA MINISTRO DELLA GIUSTIZIA CLAUDIO MARTELLI, ARTEFICE DEL 41 BIS, A QUALSIASI TRATTATIVA CON LA MAFIA. E CON UN SANDRO PERTINI PRESIDENTE EROICO NELLA LETTURA DI ISABELLA FERRARI

Video di Veronica Del Soldà per Dagospia

Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia


"È STATO LA MAFIA". SORPRESA: TRAVAGLIO ASSOLVE I SOCIALISTI
Cecilia Sanmarco per www.avanti.it

Dura circa tre ore la puntuale, precisa, dettagliata ricostruzione di Marco Travaglio della trattativa tra il governo italiano e Cosa nostra avviata all'indomani della stagione "delle bombe del '92 e '93 al fine di giungere ad un accordo che avrebbe messo fine alle stragi, in cambio di un'attenuazione delle misure detentive previste dall'articolo 41 bis e non solo.

Tre ore in cui il pubblico della Sala Umberto (che ha abbandonato il suo ruolo di teatro "leggero" per affrontare quest'anno un programma decisamente più impegnato sui temi sociali e politici), è rimasto inchiodato, ipnotizzato e anche un po' prigioniero, di questa lezione, ineccepibile dal punto di vista storico, che informa, racconta e diverte, alternando aridi elenchi di fatti e di date, a episodi tragicomici che sfociano in risate liberatorie.

Accompagnato dalle musiche eseguite dal vivo da Valentino Corvino e affiancato da Isabella Ferrari, che legge brani di Gaber, Pasolini, Calamandrei e Pertini, Travaglio però non si limita a raccontare i fatti, ma come sua abitudine li interpreta e li piega a favore di una critica della classe politica, passata e presente.

In questo "E' Stato la Mafia", la condanna è netta, impietosa e non ammette repliche: la "trattativa" non andava fatta e coloro che l'hanno portata avanti o che ne erano a conoscenza sono ugualmente colpevoli.

Si tratta senza dubbio di una posizione ineccepibile dal punto di vista morale che sarebbe difficile non condividere, ma allo stesso tempo è una posizione che pecca di una buone dose di ingenuità. Da Machiavelli in poi, infatti, e in tutti gli Stati democratici, piaccia o meno, c'è sempre stata una zona grigia, invalicabile, dove quello che è lecito e quello che è illecito si mischiano e si confondono.

È la cosiddetta ragione di Stato, in nome della quale sono state fatte le peggiori nefandezza, ma che in molti casi ha evitato mali peggiori. E in questo caso, di fronte al messaggio di una bomba che sarebbe dovuta esplodere all'ingresso dello Stadio Olimpico a Roma, per fare una strage, il dubbio su cosa sia stato meglio fare viene.

La versione di Travaglio al contrario non ha mezzi toni e nel raccontare la vicenda mette sul banco degli imputati la vecchia e la nuova Dc, la nascente Forza Italia con Dell'Utri e Berlusconi in testa, l'ex PCI/PDS/DS e attuale Pd fino alla figura di Napolitano e alle famose intercettazioni delle telefonate fra l'ex ministro Mancino e il suo consigliere giuridico, nell'intento affatto nascosto di screditare e destabilizzare non solo la vecchia, ma anche la nuova classe dirigente.

Da questo tragico quadro escono sorprendentemente assolti e valorizzati i socialisti, con l'opposizione dell'allora ministro della Giustizia Claudio Martelli, artefice del 41 bis, a qualsiasi trattativa con la mafia e con un Sandro Pertini eroico nella lettura di Isabella Ferrari.

 

Gino Landi Pippo Baudo e Giancarlo Magalli Isabella Ferrari Marco Travaglio Franca Valeri Urbano Barberini Stefano Rodota con la moglie Denny Mendez Sergio Rubini

Ultimi Dagoreport

mario draghi praga

DAGOREPORT - MA DRAGHI, COSA SI ASPETTAVA COL SUO DISCORSO AL SENATO, DA PARTITI CHE AVEVANO GIA' AFFOSSATO IL SUO GOVERNO E LA SUA AMBIZIONE QUIRINALIZIA? E SE È ANDATO VIA SBATTENDO LA PORTA, STIZZITO (“VEDO CHE GUARDATE L’OROLOGIO, PER CUI VI RINGRAZIO”) - EPPURE LE SUE PAROLE CONTENEVANO UNA PROPOSTA IMPORTANTE: FINANZIARE IL RIARMO CON EUROBOND - DIETRO IL NO A URSULA, CHE GLI AVEVA PROPOSTO DI COORDINARE IL PIANO REARM EU, PRIMA PASSO A UNA FUTURA DIFESA EUROPEA, CI SONO DUE MOTIVI... -VIDEO

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – COME MAI IMPROVVISAMENTE È SCOPPIATA LA PACE TRA JOHN ELKANN E FRATELLI D’ITALIA? IL MINISTRO DELLE IMPRESE, ADOLFO URSO, SI È SPINTO A DEFINIRE L’AUDIZIONE DI YAKI ALLA CAMERA COME “UN PUNTO DI SVOLTA NETTO” – AL GOVERNO HANNO FATTO UN BAGNO DI REALISMO: INNANZITUTTO LA CRISI DELL’AUTOMOTIVE È DRAMMATICA, E I GUAI DI STELLANTIS NON DIPENDONO SOLO DAI DANNI FATTI DA TAVARES - E POI CI SONO I GIORNALI: ELKANN È PROPRIETARIO DI “STAMPA” E “REPUBBLICA” (E DELL'AUTOREVOLISSIMO SETTIMANALE "THE ECONOMIST). MOSTRARSI CONCILIANTI PUÒ SEMPRE TORNARE UTILE…

meloni giorgetti fazzolari caltagirone nagel donnet orcel castagna

DAGOREPORT - DELIRIO DI RUMORS E DI COLPI DI SCENA PER LA CONQUISTA DEL LEONE D’ORO DI GENERALI – SE MEDIOBANCA, SOTTO OPA DI MPS-CALTA-MILLERI, TENTA DI CONQUISTARE I VOTI DEI FONDI ANNUNCIANDO LA POSSIBILITÀ DI METTERE SUL PIATTO IL SUO 13,1% DI GENERALI, SOLO DOMANI ASSOGESTIONI DECIDERÀ SE PRESENTARE UNA LISTA DI MINORANZA PER LEVARE VOTI ALLA LISTA DI NAGEL-DONNET, PER LA GIOIA DI CALTA-MILLERI (LA DECISIONE È NELLE MANI DEI FONDI CONTROLLATI DA BANCA INTESA) - FINO AL 24 APRILE, TUTTO È INCERTO SULLE MOSSE IN GENERALI DI ORCEL: CHI OFFRE DI PIÙ PER IL 9% DI UNICREDIT? E CHE FARÀ INTESA DI CARLO MESSINA? AH, SAPERLO...

raffaele cantone - francesco lo voi - pasquale striano giovanni melillo

FLASH! – AVVISO AI NAVIGATI! IL CASO STRIANO SUGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA BANCA DATI DELLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA, NON È APERTO: È APERTISSIMO! UNA VOLTA CHE IL FASCICOLO È PASSATO DALLE MANI DI CANTONE, PROCURATORE DI PERUGIA, A QUELLE DI LO VOI (CAPO DELLA PROCURA DI ROMA), CI SI ASPETTANO I BOTTI - IL CAPO DELLA DNA, GIOVANNI MELILLO, È DETERMINATO AD ARRIVARE FINO IN FONDO. E LO VOI, CONSIDERATI I PRECEDENTI (L’OSTILITA' DEL GOVERNO PER IL CASO ALMASRI), NON FARÀ SCONTI - COME NELL'AMERICA DI TRUMP, LA MAGISTRATURA E' L'UNICA OPPOSIZIONE A PALAZZO CHIGI...