
CON TRUMP GLI STATI UNITI RESTERANNO UNA DEMOCRAZIA? L’EX RETTORE DELLA BOCCONI, GUIDO TABELLINI: “SE, COME PROBABILE, L’ECONOMIA AMERICANA ENTRERÀ IN RECESSIONE, TRA UN ANNO E MEZZO IL PARTITO REPUBBLICANO POTREBBE PERDERE LE ELEZIONI LEGISLATIVE, PERMETTENDO A UN CONGRESSO DEM DI ARGINARE IL PRESIDENTE. MA TRUMP HA GIÀ MOSTRATO DI NON ACCETTARE LA SCONFITTA ELETTORALE. ANCHE SE È IMPROBABILE CHE GLI USA DIVENTINO UN’AUTOCRAZIA, IL DETERIORAMENTO DELLE SUE ISTITUZIONI POLITICHE NON SARÀ UN FENOMENO BREVE. È QUESTO, NON LA GUERRA DEI DAZI, IL PROBLEMA PRINCIPALE PER L'EUROPA...” – LA CRISI DEL DOLLARO E IL NODO DEL DEBITO AMERICANO
Estratto dell’articolo di Guido Tabellini per “la Repubblica”
https://www.repubblica.it/commenti/2025/04/14/news/stati_uniti_cosa_succede_trump-424125868/
donald trump nello studio ovale foto lapresse
In pochi mesi il presidente Trump ha fatto vacillare le certezze su cui era costruito l’ordine economico e politico del dopoguerra. Cosa succederà alla crescita economica e alle istituzioni politiche degli Stati Uniti? Proviamo ad azzardare alcune risposte.
Ci sarà una recessione? Per gli Stati Uniti sarà quasi impossibile evitarla. Un dazio minimo del 10% è già in vigore. Anche se non sappiamo come evolveranno i negoziati, è probabile che alla fine in media i dazi americani saranno tra il 10% e il 15%, come alla fine degli anni ’30 e quasi quattro volte più di pochi mesi fa.
MEME SUL CROLLO DEL VALORE DEL DOLLARO BY TRUMP
Si stima che ciò ridurrebbe la crescita americana di circa l’1% entro un anno. Ma potrebbe essere di più, per via dello scompiglio nelle catene produttive con la Cina. A questo shock se ne sommano altri forse ancora più importanti. Gli indicatori sull’incertezza degli operatori economici hanno superato i massimi storici raggiunti negli anni del Covid e ciò bloccherà gli investimenti.
La caduta della Borsa, che potrebbe continuare, scoraggerà i consumi. L’aumento dell’avversione al rischio sta già riducendo l’offerta di credito a famiglie e imprese.
Si aggiungono poi i tagli dei consumi degli immigrati illegali (circa undici milioni), dei dipendenti del governo federale (circa due milioni e mezzo), colpiti dalle politiche di Trump, e il calo del turismo internazionale (a marzo i viaggi verso gli Stati Uniti dall’Europa sono scesi del 17% rispetto a un anno prima). La fiducia dei consumatori americani è caduta sotto i minimi della crisi finanziaria del 2008. […]
E l’Europa? Purtroppo sarà difficile evitare il contagio. Il commercio della Ue con gli Stati Uniti è più del 9% del reddito europeo. Anche a prescindere da eventuali (ma probabili) dazi aggiuntivi, una recessione americana si propagherebbe anche da noi.
Cosa succederà al dollaro? Finora gli Stati Uniti hanno goduto del privilegio finanziario derivante dall’essere il Paese più stabile e forte al mondo. Il dollaro è la valuta di riserva e gli Stati Uniti hanno attirato i risparmi di tutto il mondo per finanziare i loro disavanzi commerciali e fiscali.
oath keepers durante l assalto al campidoglio
Oggi gli investitori internazionali detengono circa il 20% delle azioni, il 30% dei titoli di Stato e il 30% del credito alle imprese degli Stati Uniti. Ma ora si è scoperto che le istituzioni americane sono molto più fragili di quanto si pensasse. [...]
Tutto il Paese ha paura che la forza dello Stato venga usata contro i nemici politici, come avviene in molte autocrazie. Ciò non può non avere ripercussioni sulla fiducia nel dollaro, che rimane ampiamente sopravvalutato in termini reali. La volatilità sui mercati finanziari non è ancora finita, ed è molto probabile che il dollaro e i titoli di Stato americani siano le prossime vittime.
DONALD TRUMP INCRIMINATO PER L ASSALTO A CAPITOL HILL - BY ELLEKAPPA
Gli Stati Uniti resteranno una democrazia? Questa è forse la domanda più importante. Se, come probabile, l’economia americana entrerà in recessione, tra un anno e mezzo il Partito repubblicano potrebbe perdere le elezioni legislative, permettendo a un Congresso democratico di arginare il presidente. È uno scenario probabile ma non certo.
Chi usa lo Stato per attaccare i suoi nemici politici, indebolire il funzionamento della giustizia, condizionare la libertà di pensiero nelle università, e ha già mostrato di non accettare la sconfitta elettorale, non avrebbe alcuna esitazione a manipolare i risultati delle elezioni legislative. La questione è se potrebbe riuscirvi. Per fortuna vi sono buone ragioni per pensare di no: le elezioni sono amministrate dagli Stati, non dal governo federale.
Inoltre la democrazia americana è tra le più antiche al mondo e l’evidenza empirica mostra che l’età giova alle democrazie: quanto più sono vecchie, tanto più sono resilienti. [...]
Anche se è improbabile che gli Stati Uniti diventino un’autocrazia, il deterioramento delle sue istituzioni politiche non sarà un fenomeno di breve durata. È questo, non la guerra dei dazi, il problema principale con cui l’Europa e il mondo libero dovranno fare i conti.
DONALD TRUMP E ELON MUSK
CAPPELLO MAKE AMERICA GREAT AGAIN MADE IN CHINA
Donald Trump holding a Million Dollars - Harry Benson