
TRUMP MAFIA – IL METODO DEL TYCOON SUI DAZI È QUELLO DEL BOSS DI COSA NOSTRA CHE PRENDE IL CONTROLLO DI UN TERRITORIO E CHIEDE IL PIZZO A TUTTI. E NON È UN CASO: NELL’ASCESA DI TRUMP, NEGLI ANNI 70, IL RUOLO DELLA MAFIA È STATO CRUCIALE. DEL RESTO, IL GRANDE MENTORE DEL TYCOON, ROY COHN, ERA CONSIGLIERE DEL BOSS “FAT TONY” SALERNO – DAGLI OPERAI POLACCHI PAGATI 4 EURO L’ORA PER COSTRUIRE LA TRUMP TOWER AL CALCESTRUZZO PER TRUMP PLAZA E IL LOTTO PER IL PARCHEGGIO DEL CASINÒ AD ATLANTIC CITY
Estratto dell’articolo di Claudio Gatti per “Appunti”, la newsletter di Stefano Feltri
L’altra sera, un caro amico storico giornalista del Sole 24 Ore mi ha chiamato e, dopo aver osservato che la formula usata da Donald Trump per imporre dazi al mondo intero […] non ha alcun senso, mi ha detto di aver concluso che “c’è un pazzo alla Casa Bianca”. Ma non è così.
Alla Casa Bianca c’è un uomo che ha avuto come mentore il consigliori legale di boss di Cosa Nostra americana.
La ridicola formula usata da Trump per calcolare i dazi è dovuta all’ignoranza economica […]. Ma non è la formula che spiega quello che sta succedendo. È il metodo. E il metodo è quello del boss mafioso che decide di prendere il controllo di un territorio chiedendo il pizzo a tutti e su qualsiasi attività commerciale.
Non a caso, il figlio del boss, Eric, ha scritto questo post: “Non vorrei essere l'ultimo Paese che cercherà di negoziare un accordo commerciale con mio padre. Il primo a negoziare ne uscirà bene, l'ultimo finirà male. Conosco questo film da una vita”.
Il giornalista David Rothkopf è stato più diretto: “Questi non sono dazi. Sono una testa di cavallo messa nel letto di tutti i leader politici ed economici stranieri”.
In pratica, Trump ha adesso applicato al resto del mondo lo stesso metodo “minaccia+estorsione” con il quale ha messo in riga l’intero partito Repubblicano ed estorto concessioni ai maggiori studi legali e alle grandi università americane.
TRUMP AL CASINO DI ATLANTIC CITY
Stiamo parlando letteralmente del metodo dei vecchi boss di Cosa Nostra che gli hanno aperto la strada nel mondo dell’edilizia.
[…] Nel 1968, dopo essersi laureato all'Università della Pennsylvania, giovane e ricco figlio di un costruttore di Queens, Trump decise di cercare fortuna a Manhattan.
Nel giro di pochi anni strinse amicizia con l'avvocato Roy Cohn, ex braccio destro del senatore Joseph McCarthy (sì, quello del maccartismo!) divenuto consigliere dei boss di Cosa Nostra “Fat Tony” Salerno, capo della famiglia Genovese, e Paul Castellano, capo della più numerosa famiglia dei Gambino.
Il legame di Cohn con i due padrini si rivelò utile quando Trump iniziò a lavorare su quella che sarebbe diventata la Trump Tower, il grattacielo di 58 piani che è tuttora la sua base a Manhattan.
Trump si rivolse infatti alla S&A Concrete, un'azienda che Salerno e Castellano possedevano attraverso prestanome, accettando di pagare i prezzi gonfiati del calcestruzzo.
Per la demolizione dei grandi magazzini che dovevano far posto alla Trump Tower, Trump assunse ben 200 uomini non iscritti al sindacato per affiancare circa 15 membri della Union Local 95.
I lavoratori non iscritti al sindacato erano per lo più clandestini polacchi, pagati da 4 a 6 dollari l'ora […]
Conosciuti come la “brigata polacca”, molti non indossavano elmetti e dormivano nel cantiere.
Normalmente l'impiego di lavoratori non sindacalizzati avrebbe portato al picchettamento del cantiere, ma non in questo caso. Il motivo era semplice: Cosa Nostra controllava quel sindacato (è stato dimostrato da testimonianze, documenti e condanne in vari processi, nonché da un successivo rapporto della task force sul crimine organizzato dello Stato di New York).
Poi c’è la vicenda di John Cody, un funzionario del sindacato dei camionisti descritto dalle forze dell'ordine come stretto collaboratore della famiglia Gambino. Il sospetto degli agenti dell'FBI era che Cody […] potesse aver ottenuto un appartamento gratuito nella Trump Tower.
Trump negò sempre, ma un'amica intima di Cody comprò tre appartamenti della Trump Tower, dove Cody soggiornò occasionalmente e vi investì 500.000 dollari.
Secondo quanto riferito dal giornalista Wayne Barrett, autore di un libro sugli affari immobiliari di Trump, “the Donald” aiutò la donna a ottenere un mutuo di 3 milioni di dollari nonostante non avesse alcun reddito fisso né avesse offerto alcuna garanzia.
Dopo che Cody fu condannato per “racketeering” e perse il controllo del sindacato, Trump citò a giudizio la donna. Lei lo controdenunciò spiegando che vi erano “le basi per un'indagine del procuratore generale”. Trump patteggiò rapidamente, pagando alla donna mezzo milione di dollari.
Nel 1988 il boss di Cosa Nostra “Fat Tony” Salerno fu definitivamente condannato per una serie di attività mafiose che includevano l'appalto da quasi 8 milioni di dollari per il calcestruzzo del Trump Plaza, un grattacielo dell'East Side. […]
Per avere il quadro completo, occorre sapere che, ad Atlantic City, in New Jersey, Trump costruì il suo casinò pagando 1,1 milioni di dollari per un lotto di circa 5.000 metri quadri da usare come parcheggio per i clienti che appena cinque anni prima era stato comprato per soli 195.000 dollari da Salvatore Testa e Frank Narducci Jr.
I due erano noti negli ambienti malavitosi di Atlantic City come “i Giovani Giustizieri” ed erano i sicari del boss di Atlantic City Nicky Scarfo.
PER ISCRIVERTI AD “APPUNTI”, CLICCA QUI: https://appunti.substack.com/
ROY COHN E DONALD TRUMP
DONALD TRUMP E ROY COHN
gary cohn donald trump
donald trump al trump plaza di atlantic city
DONALD TRUMP PARLA DALLA TRUMP TOWER DI NEW YORK
TRUMP TOWERS - INSTANBUL