generali

GENERALI DIETRO LA COLLINA – A METÀ MESE È PREVISTO IL CDA DI GENERALI E PER ALLORA SI CAPIRÀ SE DAVVERO IL LEONE HA INTENZIONE DI COMPRARE GUGGENHEIM, LA SOCIETÀ AMERICANA DI GESTIONE DEL RISPARMIO DA 228 MILIARDI DI DOLLARI DI ATTIVITÀ – UN'OPERAZIONE COMPLICATA DAL DOLLARO FORTE E CHE SI POTREBBE FINANZIARE CON LA VENDITA DI BANCA GENERALI CHE ANDREBBE MESSA ALL'ASTA, CON MEDIOBANCA IN PRIMA FILA (MA OGGI DALL'ASSEMBLEA DEI SOCI DI PIAZZETTA CUCCIA HANNO FATTO TRAPELARE CHE NON SI È DISCUSSO DELLA QUESTIONE)

1 - MEDIOBANCA: FONTI, IN RIUNIONE SOCI PATTO CONSULTAZIONE NON SI E' PARLATO DI BANCA GENERALI –

generali

(Adnkronos) - Nell'assemblea dei soci aderenti all'accordo di consultazione su Mediobanca non si è parlato di Banca Generali e della possibile acquisizione della controllata di Generali da parte dell'istituto di piazzetta Cuccia. E quanto si apprende al termine della riunione dell'accordo che riunisce il 10,85% del capitale della banca.

 

"Nessun discorso al riguardo", ha detto un partecipante all'assemblea a chi gli chiedeva se i soci dell'accordo avessero parlato di Banca Generali. I soci del patto hanno espresso soddisfazione per i conti dell'esercizio 2021-2022, che saranno approvati dall'assemblea degli azionisti del 28 ottobre, e dell'operato del management.

 

MEDIOBANCA

Al momento non sono attese integrazioni all'ordine del giorno dell'assemblea di fine mese. "No, direi di no", ha spiegato uno dei membri dell'accordo. Infine è emerso che non ci sono state variazioni nelle quote di Mediobanca detenute dai soci aderenti all'accordo.

 

 

2 – I NODI PRIMA DEL BLITZ AMERICANO SUPER-DOLLARO E ASTA PER CEDERE LA BANCA

Francesco Spini per “La Stampa”

 

azionariato generali mediobanca

La prima occasione di confronto, nelle Generali, sarà - salvo accelerazioni - a metà del mese, quando un consiglio di amministrazione già in calendario permetterà ai consiglieri di chiedere delucidazioni all'ad Philippe Donnet sul possibile affare Guggenheim. Le indiscrezioni rilanciate dall'agenzia internazionale Bloomberg sull'interesse del Leone per la società americana di gestione del risparmio non hanno trovato conferme ufficiali ma nemmeno decise smentite.

 

Piuttosto, dal grattacielo di Citylife, si sono limitati a dire che nessuna decisione è stata presa e che la ricerca di occasioni sul mercato prosegue senza sosta. Gli investitori sembrano però crederci, non tanto con il timido +1,26% in Borsa delle Generali, quanto col 20% di rialzo della controllata Banca Generali - la cui vendita potrebbe essere fonte di finanziamento dell'operazione - e il +6% di Mediobanca, possibile compratrice dell'istituto guidato da Gian Maria Mossa.

 

GENERALI

Una storia di intrecci tra Stati Uniti, Trieste e Piazzetta Cuccia. Da Mediobanca fanno sapere che nessuna negoziazione è in corso. Le voci giungono in un momento delicato nella vita dell'istituto che corre verso l'assemblea annuale del 28 ottobre: alla mezzanotte di domani scadono i termini per la presentazione di eventuali richieste di integrazione all'ordine del giorno.

 

I riflettori sono puntati sulle eventuali mosse della Delfin (famiglia Del Vecchio) guidata da Francesco Milleri, primo (critico) socio di Piazzetta Cuccia di cui ha il 19,19%. E sempre lunedì si riunisce l'assemblea del patto di consultazione che coagula il 10,65% del capitale di Piazzetta Cuccia. Una riunione sui conti che non prevede discussioni su operazioni straordinarie al suo ordine del giorno. Il confronto, al limite, potrà essere nei corridoi, del tutto informale.

 

L'attesa del mercato è duplice. Da un lato si tratta di capire se per Trieste un'acquisizione della società Usa da 228 miliardi di dollari di attività in gestione (la maggioranza, 198 miliardi, nel reddito fisso, 11 nell'azionario e 20 in asset alternativi) sia tale da poter rinunciare a una Banca Generali che ha un ritorno sul capitale (Roe) del 25% e un rendimento da dividendo attorno al 5%. Senza contare i livelli del dollaro, vicini ai massimi da vent' anni, e i rischi di esecuzione negli Usa in un momento non certo facile.

 

generali.

L'altro nodo da sciogliere è proprio sul finanziamento dell'operazione e sulla possibile vendita di Banca Generali, di cui il Leone ha il 50,17%. Mediobanca non ha mai nascosto l'interesse e sarebbe pronta, se ci fosse l'opportunità, a passare da investitore finanziario a partner industriale di Generali.

 

Ad acquisire la quota della banca ci aveva provato nel 2020 ma il tentativo era naufragato prima ancora che arrivasse all'esame del cda delle Generali di fronte al no, espresso in comitato strategico, della Delfin e infine anche di Francesco Gaetano Caltagirone che pure, con la diluizione di Mediobanca dal 12,7% al 6% circa che si prospetterebbe con l'acquisto della quota di Banca Generali scambiando titoli del Leone, si sarebbe ritrovato primo socio del Leone.

 

francesco gaetano caltagirone

Ora i due più grandi azionisti di Mediobanca, Delfin e Caltagirone, sono anche grandi soci delle Generali e giudicheranno l'operazione da entrambi i punti di vista. Sul mercato, l'ipotesi di un compratore predeterminato non è vista con favore diffuso: «Se Mediobanca finisse per comprare l'unità con un accordo amichevole, le minoranze avrebbero tutto il diritto di sentirsi manipolate», scrisse il Financial Times prima dell'assemblea che ad aprile ha riconfermato Donnet.

 

sede generali milano

Di fronte a una reale prospettiva di vendita, nel dibattito interno della compagnia emergerebbe subito la richiesta di procedere a un'asta competitiva o a un «beauty contest», un concorso «di bellezza» tra pretendenti che per lo meno stabilisca un prezzo che possa soddisfare acquirente e venditore, anche se il rischio è che così Banca Generali e gli 81 miliardi di risparmi che gestisce finiscano all'estero, come fu per la Pioneer di Unicredit, andata ai francesi di Amundi.

I GRANDI SOCI DI GENERALI

Ultimi Dagoreport

terzo mandato vincenzo de luca luca zaia giorgia meloni matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT – REGIONALI DELLE MIE BRAME! BOCCIATO IL TERZO MANDATO, SALVINI SI GIOCA IL TUTTO PER TUTTO CON LA DUCETTA CHE INSISTE PER UN CANDIDATO IN VENETO DI FRATELLI D'ITALIA - PER SALVARE IL CULO, A SALVINI NON RESTA CHE BATTERSI FINO ALL'ULTIMO PER IMPORRE UN CANDIDATO LEGHISTA DESIGNATO DA LUCA ZAIA, VISTO IL CONSENSO SU CUI IL DOGE PUÒ ANCORA CONTARE (4 ANNI FA LA SUA LISTA TOCCO' IL 44,57%, POTEVA VINCERE ANCHE DA SOLO) - ANCHE PER ELLY SCHLEIN SONO DOLORI: SE IL PD VUOLE MANTENERE IL GOVERNO DELLA REGIONE CAMPANA DEVE CONCEDERE A DE LUCA LA SCELTA DEL SUO SUCCESSORE (LA SOLUZIONE POTREBBE ESSERE CANDIDARE IL FIGLIO DI DON VINCENZO, PIERO, DEPUTATO PD)

elisabetta belloni giorgia meloni giovanni caravelli alfredo mantovano

DAGOREPORT – CHI È STATO A FAR TRAPELARE LA NOTIZIA DELLE DIMISSIONI DI ELISABETTA BELLONI? LE IMPRONTE PORTANO A “FONTI DI INTELLIGENCE A LEI OSTILI” - L'ADDIO DELLA CAPA DEGLI SPIONI NON HA NULLA A CHE FARE COL CASO SALA. LEI AVREBBE PREFERITO ATTENDERE LA SOLUZIONE DELLE TRATTATIVE CON TRUMP E L'IRAN PER RENDERLO PUBBLICO, EVITANDO DI APPARIRE COME UNA FUNZIONARIA IN FUGA - IL CONFLITTO CON MANTOVANO E IL DIRETTORE DELL'AISE, GIANNI CARAVELLI, VIENE DA LONTANO. ALLA FINE, SENTENDOSI MESSA AI MARGINI, HA GIRATO I TACCHI   L'ULTIMO SCHIAFFO L'HA RICEVUTO QUANDO IL FEDELISSIMO NICOLA BOERI, CHE LEI AVEVA PIAZZATO COME VICE ALLE SPALLE DELL'"INGOVERNABILE" CARAVELLI, È STATO FATTO FUORI - I BUONI RAPPORTI CON L’AISI DI PARENTE FINO A QUANDO IL SUO VICE GIUSEPPE DEL DEO, GRAZIE A GIANMARCO CHIOCCI, E' ENTRATO NELL'INNER CIRCLE DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA

cecilia sala abedini donald trump

DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL MEDIO ORIENTE - CON IL POPOLO IRANIANO INCAZZATO NERO PER LA CRISI ECONOMICA A CAUSA DELLE SANZIONI USA E L’''ASSE DELLA RESISTENZA" (HAMAS, HEZBOLLAH, ASSAD) DISTRUTTO DA NETANYAHU, MENTRE L'ALLEATO PUTIN E' INFOGNATO IN UCRAINA, IL PRESIDENTE “MODERATO” PEZESHKIAN TEME LA CADUTA DEL REGIME DI TEHERAN. E IL CASO CECILIA SALA SI È TRASFORMATO IN UN'OCCASIONE PER FAR ALLENTARE LA MORSA DELL'OCCIDENTE SUGLI AYATOLLAH - CON TRUMP E ISRAELE CHE MINACCIANO DI “OCCUPARSI” DEI SITI NUCLEARI IRANIANI, L’UNICA SPERANZA È L’EUROPA. E MELONI PUÒ DIVENTARE UNA SPONDA NELLA MORAL SUASION PRO-TEHERAN...

elon musk donald trump alice weidel

DAGOREPORT - GRAZIE ANCHE ALL’ENDORSEMENT DI ELON MUSK, I NEONAZISTI TEDESCHI DI AFD SONO ARRIVATI AL 21%, SECONDO PARTITO DEL PAESE DIETRO I POPOLARI DELLA CDU-CSU (29%) - SECONDO GLI ANALISTI LA “SPINTA” DI MR. TESLA VALE ALMENO L’1,5% - TRUMP STA ALLA FINESTRA: PRIMA DI FAR FUORI IL "PRESIDENTE VIRTUALE" DEGLI STATI UNITI VUOLE VEDERE L'EFFETTO ''X'' DI MUSK ALLE ELEZIONI POLITICHE IN GERMANIA (OGGI SU "X" L'INTERVISTA ALLA CAPA DI AFD, ALICE WEIDEL) - IL TYCOON NON VEDE L’ORA DI VEDERE L’UNIONE EUROPEA PRIVATA DEL SUO PRINCIPALE PILASTRO ECONOMICO…

cecilia sala giorgia meloni alfredo mantovano giovanni caravelli elisabetta belloni antonio tajani

LA LIBERAZIONE DI CECILIA SALA È INDUBBIAMENTE UN GRANDE SUCCESSO DELLA TRIADE MELONI- MANTOVANO- CARAVELLI. IL DIRETTORE DELL’AISE È IL STATO VERO ARTEFICE DELL’OPERAZIONE, TANTO DA VOLARE IN PERSONA A TEHERAN PER PRELEVARE LA GIORNALISTA - COSA ABBIAMO PROMESSO ALL’IRAN? È PROBABILE CHE SUL PIATTO SIA STATA MESSA LA GARANZIA CHE MOHAMMAD ABEDINI NON SARÀ ESTRADATO NEGLI STATI UNITI – ESCE SCONFITTO ANTONIO TAJANI: L’IMPALPABILE MINISTRO DEGLI ESTERI AL SEMOLINO È STATO ACCANTONATO NELLA GESTIONE DEL DOSSIER (ESCLUSO PURE DAL VIAGGIO A MAR-A-LAGO) - RIDIMENSIONATA ANCHE ELISABETTA BELLONI: NEL GIORNO IN CUI IL “CORRIERE DELLA SERA” PUBBLICA IL SUO COLLOQUIO PIENO DI FRECCIATONE, IL SUO “NEMICO” CARAVELLI SI APPUNTA AL PETTO LA MEDAGLIA DI “SALVATORE”…