luciano gaucci

SU "SKY" ARRIVA IL DOC SULL’EX PRESIDENTE DEL PERUGIA LUCIANO GAUCCI, UNA VITA TRA ARIOSTO E I VANZINA: DAI BUS DI ROMA A SANTO DOMINGO - IL SOGNO D’ESSERE COME GIANNI AGNELLI E BERLUSCONI MONTANDO SU UN CAVALLO (TONY BIN), LA STORIA CON ELISABETTA TULLIANI, CHE POI TANTI PENSIERI E GUAI PORTERÀ A FINI, IL FALLIMENTO DEL PERUGIA, E IL PATTEGGIAMENTO DI TRE ANNI PER BANCAROTTA FRAUDOLENTA DA LATITANTE NELLA REPUBBLICA DOMINICANA DOVE POI SI CREERÀ UNA NUOVA FAMIGLIA – CIRIELLO: “GAUCCI È FORSE L’ULTIMA ESPRESSIONE DEGLI ITALIANI COL SOGNO SOVRADIMENSIONATO CHE, POI, SI ESPLICITAVANO NEL CALCIO” – IL VIDEO ULTRA-KITSCH DI GAUCCI CON LA TULLIANI

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/archeo-stracult-nbsp-video-ultra-kitsch-elisabetta-tulliani-393336.htm

 

 

 

Marco Ciriello per “Domani” - Estratti

 

 

luciano gaucci

Luciano Gaucci è forse l’ultima espressione degli italiani col sogno sovradimensionato che, poi, si esplicitavano nel calcio. I provinciali capaci di stare nel mondo se non col piglio, la lingua e lo charme di Gianni Agnelli almeno con i moti di grandezza, appresi nei bar, immaginati tra le nuvole di fumo e le grappe, una illusione cinematografica o favolistica.

 

Negli anni Ottanta la serie A ne aveva diversi di questa stirpe, basti pensare ad Antonio Sibilia presidente dell’Avellino che sembrava uscito dai romanzi di John Fante, a Romeo Anconetani presidente del Pisa e personaggio monicelliano, o a Costantino Rozzi che era geometra ma si percepiva come ingegnere, indimenticabile il suo scambio con Carmelo Bene al “Processo del lunedì” di Aldo Biscardi sulle poltroncine acquistate dalla ditta di famiglia dell’arbitro Riccardo Lattanzi.

 

luciano gaucci gheddafi

E vedendo il documentario Luciano Gaucci. Quando passa l’uragano (di Giacomo Del Buono, Carlo Altinier e Paolo Geremei, in onda martedì 5 novembre su Sky Crime e Sky Documentaries) viene da pensare a una serie di documentari su questi provinciali sognatori di mondi calcistici e costruttori di mondi imprenditoriali.

 

(...)

 

Gaucci no, Gaucci era un possessore di biglietto vincente per una riffa che gli ha regalato una vita da film, con tanti ruoli: parte dall'ATAC – l’azienda di trasporti romani – e da tram e bus salta su un cavallo che se non è alato è sicuramente veloce e fortunato e da lì diventa un bucaniere del calcio.

 

È curioso come in questa favola non nera ma rossa – dalla maglietta del Perugia, la squadra di gamma tra le proprietà gaucciane – sia un cavallo ad aprire la strada della triste e fortunata storia del candido Luciano Gaucci e della sua famiglia numerosa e bellissima – i due figli, nel documentario, Alessandro e Riccardo ne escono benissimo, anche con una competenza calcistica non comune – e il fatto che ci sia anche un castello, a fare da scena fissa delle loro vicende, quello di Torre Alfina ad Acquapendente, fa pensare a un tentativo d’entrare nel mondo di Ludovico Ariosto uscendo da quello della commedia all’italiana.

elisabetta tulliani luciano gaucci 4

 

Perché pensare Gaucci proprietario de La Milanese (ditta di pulizie in origine La candida di proprietà del padre della sua prima moglie, Veronica del Bono) che viene chiamata così perché quello che viene da Milano è più affidabile e vendibile, fa già capire che a metà degli anni Settanta l’Italia aveva ancora una ingenuità e delle illusioni. Comunque Gaucci aveva ragione: il nome paga, e La Milanese finisce per pulire mezzo paese da nord a sud: stazioni, aeroporti, ministeri, metropolitane e molto altro, fino a diventare la ditta di pulizie più grande d’Italia.

 

elisabetta tulliani luciano gaucci 5

Ma la svolta avviene grazie a un cavallo magico. Nell'Orlando Furioso si dice che il cavallo Baiardo «ch'avea intelletto umano» e Gaucci parlando del suo Tony Bin – massima espressione della White Star, la sua scuderia ippica: comprato per 12 milioni di lire, gli fruttò oltre 3 miliardi in vincite, tra queste il Prix de l’Arc de Triomphe nel 1988, la finale della Champions League delle corse di cavalli, e fu rivenduto per 7 miliardi a una scuderia giapponese – dice: «il cavallo è una persona che non ti tradisce».

 

 

E c’è già tutto Gaucci e la sua parabola. E il suo linguaggio da realismo magico, c’erano già i Caraibi e il mare – se non con Gabriel García Márquez sicuramente con Mario Vargas Llosa – dove poi scapperà e dove ora è sepolto: Santo Domingo.

 

elisabetta tulliani luciano gaucci 2

Ma prima sono i cavalli che lo legano a Giulio Andreotti, servito & riverito, col quale condivide anche il tifo per la Roma, tanto che Gaucci arriva a essere vicepresidente della squadra dietro Dino Viola, ma proprio Don Giulio alla morte di Viola tra Gaucci e Ciarrapico sceglie il secondo, per dare una lezione al “provinciale” che non ha ancora le spalle abbastanza larghe per essere proprietario di una squadra come la Roma.

 

Ma si sa, fai un torto a un sognare e questo moltiplica il sogno, se non può avere la sua squadra ne comprerà altre che sommate daranno l’impressione di averla, o sembreranno la preparazione per averla. Compra il Perugia nel 1991, poi il Catania, la Viterbese – dove mette in panchina Carolina Morace – e la Sambenedettese, e pare che avesse anche l’Ancona, provò a prendere il Napoli prima di De Laurentiis. Dopo aver comprato il Perugia – in serie C1 promettendo subito la A –, si presentò alla città con una passeggiata per il corso Vannucci, un gesto da romanzo di Vitaliano Brancati. Quanta provincia, quanta ambizione. Ecco l’uragano, del titolo del documentario.

gaucci tulliani - morace

 

Da questo momento in poi Gaucci diventa una maschera, il suo faccione comincia ad occupare pagine e schermi, e la sua bulimia dalla tavola passa ai campi. È spregiudicato e irruento, un tifoso assoluto che voleva sempre vincere, ad ogni costo, mai sazio. Dal 1991 al 2004 consuma tantissimi allenatori, tra questi Ilario Castagner, Giovanni Galeone, Walter Novellino, Carletto Mazzone e soprattutto Serse Cosmi vera stella di ghiaccio della sopportazione.

 

La squadra raggiunge la semifinale di Coppa Italia (2002-2003), partecipa alla Coppa UEFA (2003-2004), vince la Coppa Intertoto (2003), e soprattutto fa perdere lo scudetto alla Juventus di Carlo Ancelotti, segna Calori, lo scudetto va alla Lazio, sotto una pioggia manzoniana. Poi Gaucci la racconterà come una ribellione al sistema messo in piedi da Luciano Moggi.

 

Nakata e Gheddafi

Luciano Gaucci con Elisabetta Tulliani

Seguirà un memoriale, vero, falso, esagerato, sincero, straripante, come tutta la vita di Gaucci. Ma prima, c’è la trasformazione del Perugia in una squadra eccentrica una sorta di aeroporto internazionale dove atterravano giocatori dalle parti più strane del mondo e meno calcistiche dagli etiopi al cinese – nell’era pre-Cinacalcio – Ma Mingyu personaggio vanziniano.

 

Ma in questo prendi e vendi, vieni e vai, in questi due tocchi senza pallone arrivò il sudcoreano Ahn Jung-hwa che col suo gol e i cross dell’arbitro Moreno eliminò l’Italia ai mondiali del 2002 e che Gaucci licenziò in diretta al “Processo del lunedì” di cui si serviva con nonchalance come Silvio Berlusconi utilizzava “Porta a Porta”; arrivò Saadi Gheddafi figlio del colonnello Mu?ammar Gheddafi – che aveva quote Eni, Unicredit e Juventus –, che poi andò all’Udinese e che Franco Scoglio, allenatore della nazionale libica nel 2002, non convocherà mai, dichiarando «non amo subire i ricatti di nessuno»; ma soprattutto al Perugia di Gaucci arrivò Hidetoshi Nakata che dal 1998 al 2000 genererà una vera febbre giapponese di cui beneficerà la sua ditta Galex – marchio italiano di abbigliamento sportivo –, un altro film.

Luciano Gaucci con Elisabetta Tulliani

 

Era eccentrico, ma le eccentricità diventavano soldi.

 

Il documentario segue le tante vite di Gaucci, la sua storia con Elisabetta Tulliani – che poi tanti pensieri e guai porterà a Gianfranco Fini –, il fallimento del Perugia, e il successivo patteggiamento di tre anni per bancarotta fraudolenta e reati fiscali da latitante nella Repubblica Dominicana dove poi si creerà una nuova famiglia.

 

gaucci tulliani

Dai bus di Roma al mar dei Caraibi si snoda la triste e fortunata storia di Luciano Gaucci e del suo candido sogno d’essere almeno un po’ come Gianni Agnelli e Silvio Berlusconi montando su un cavallo e poi su diverse squadre, pulendo i luoghi di viaggio del paese, comprando un castello e poi finendo a ripensarci a Santo Domingo in un appartamentino troppo troppo stretto per chi aveva pensieri larghi in vita e in testa.

gaucci tullianiGaucci LA STORICA LITE GAUCCI MATARRESELA STORICA LITE GAUCCI MATARRESE 1luciano gaucci 3luciano gaucci 2luciano gaucci franco sensigaucci tulliani

Ultimi Dagoreport

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...

milano fdi fratelli d'italia giorgia meloni carlo fidanza ignazio la russa francesco gaetano caltagirone duomo

DAGOREPORT - PIJAMOSE MILANO! E CHE CE' VO'! DALL’ALTO DELLE REGIONALI LOMBARDE DEL 2023, CON IL TRIONFO DI FRATELLI D'ITALIA (25,18%), MENTRE LA LEGA SI DEVE ACCONTENTARE DEL 16,5 E FORZA ITALIA DEL 7,23, L’ASSALTO DI FRATELLI D’ITALIA ALLA MADUNINA ERA INEVITABILE - LA REGIONE È IN MANO DEL LEGHISTA ATTILIO FONTANA CHE, CON L’ASSESSORE ALLA SANITÀ GUIDO BERTOLASO, HA SBARRATO LA PORTA ALLE MIRE DELLA MELONIANA FAMIGLIA ANGELUCCI - EPPOI, SAREBBE PURE ORA DI DARE SEPOLTURA A ’STI POTERI FINANZIARI CHE SE NE FOTTONO DI ROMA: ED ECCO L’ASSALTO DI CALTAGIRONE A GENERALI E DI MPS-CALTA-MEF A MEDIOBANCA - IN ATTESA DI PRENDERSI TUTTO, LE MIRE DELLA DUCETTA PUNTANO AD ESPUGNARE ANCHE PALAZZO MARINO: AHÒ, ORA A MILANO CI VUOLE UN SINDACO ALLA FIAMMA! - ALLA FACCIA DEL POTERE GUADAGNATO SOTTO IL DUOMO IN TANTI ANNI DI DURO LAVORO DAI FRATELLI LA RUSSA, IL CANDIDATO DI GIORGIA SI CHIAMA CARLO FIDANZA. UN “CAMERATA” GIÀ NOTO ALLE CRONACHE PER I SALUTI ROMANI RIPRESI DALLE TELECAMERE NASCOSTE DI FANPAGE, NELL’INCHIESTA “LOBBY NERA” - UNA NOTIZIA CHE L’IMMARCESCIBILE ‘GNAZIO NON HA PER NULLA GRADITO…