1. VENGHINO, SIGNORI, VENGHINO, IL CIRCO DEL METROPOLITAN MUSEUM DI NEW YORK, A CORTO DI QUATTRINI, NON SAPENDO PIU’ DOVE SBATTERE IL CULO, PRESENTA UNA “MARCHETTONA” DEL CLASSICO MONDO DELLA MODA SCODELLANDO UNA MOSTRA DEDICATA ALL’ESTETICA PUNK, CIOE’ A QUANTO DI PIU’ SCHIFOSO, VOLGARE, VOMITEVOLE LA SOTTCULTURA ROCK ABBIA MAI SAPUTO INVENTARE IN FACCIA AI BORGHESI 2. L’ESPOSIZIONE “PUNK: CHAOS TO COUTURE”, PER STRAPPARE BIGLIETTI E INCASSARE SOLDI DAI SOLITI STILISTI, HA VISTO TRIONFARE, IN MEZZO A UNA MAREA DI FROCI NEWYORKESI, I MEJO CLOWN HOLLYWOODIANI, DA MADONNA A JENNIFER LOPEZ, DA VALENTINO A SARAH JESSICA PARKER, KIM KARDASHIAN CHE SEMBRA UN DIVANO E ANNA WINTOUR

Foto da Business Insider e Daily Mail

1. VIDEO: MADONNA, BEYONCE, KIM KARDASHIAN FANNO LE PUNK AL MET GALA

 


2. PUNK GALA AL METROPOLITAN MUSEUM DI NEW YORK
Paola Pollo per il "Corriere della Sera"

Quasi più divertenti gli aneddoti raccontati l'altra sera a New York al Met che il gran galà di inaugurazione della mostra sul punk. Come quello sul manichino dedicato a Vivienne Westwood e con l'irriverente dito all'insù ben in vista. Pare che la tutta d'un pezzo Anna Wintour, direttrice sopra ogni cosa di Vogue Usa e organizzatrice dell'incredibile evento, si sia indispettita alquanto, ma che la stilista inglese non ne abbia voluto sapere di tirar giù quel braccio di stoffa.

Alla fine ha vinto l'irriverenza, d'altronde nessuno meglio della designer «sa»: lei che è stata la compagna di Malcolm McLaren, manager dei Sex Pistols, e che con lui aprì il «Let it Rock», «il» negozio punk al 430 di King's Road a Londra.

Un dito alzato e i bagni di Cbgb, il locale di riferimento sulla Bowery, gli unici indizi «vergognosi» oggi (e sino al 14 agosto) esposti al Met (con decine e decine di abiti «prestati» dagli stilisti) di una subcultura che anche quello era, oltre che rozza, fetish, trash, provocatoria, sporca, sadomaso, ma soprattutto decisamente di rottura e tanto breve nella sua vera essenza quanto virale nell'arrivare a oggi e oltre molto stemperata.

Citata, bistrattata, accennata, addomesticata e millantata. Anche l'altra sera. Ma le critiche Dei puristi non toccano Wintour: «Abbiamo esaminato un'estetica, non un atteggiamento», sentenzia con soddisfazione Andrew Bolton che ha firmato la mostra. «Punk: from Chaos to Couture», il titolo.

Per interpretare lo stile, la Wintour ha voluto un italiano, Riccardo Tisci, designer di Givenchy. Lui spesso, nella sua moda, vola leggero sul tema ma la stoffa è una cosa, le parole altro: «Io credo che oggi il punk sia un modo di essere, e al giorno d'oggi le persone hanno timore di essere punk, perché la società si basa sul denaro e l'egoismo. L'economia è ciò che ha regolato i nostri due ultimi decenni.

Certi stilisti non usano il punk come un semplice trend, anzi secondo me i più punk sono proprio coloro che non seguono la classica iconografia punk». E azzarda in parallelo: «Creativi come Rei Kawakubo o Miuccia Prada (entrambi in mostra con pezzi, ndr) sono punk dentro. Miuccia Prada è molto borghese, tuttavia punk alla sua maniera. A mio avviso il punk sta tutto nell'attitudine di una persona a rompere gli schemi precostituiti della società in un preciso momento storico». Tisci e Wintour aspettavano gli invitati in cima allo scalone.

La direttrice americana, di solito parca nelle riverenze, si è lasciata andare a un eclatante «So beautiful» verso l'abito di Rossella Jardini in lungo taffetà scozzese con chiodo di pelle nera. «Certamente c'erano cose molto appropriate e altre molto meno. Ma il punk non è stato un movimento facile e l'idea stessa di raccontarlo in una mostra-moda era una contraddizione», dice così la stilista «complimentata», che ha dato quattro abiti della collezione Moschino, tra cui quello fatto con i sacchi della spazzatura.

Riflessione e stupore per un party di quelli di cui comunque si parlerà: mille invitati, decine e decine di tavoli (menù light: panna acida e caviale, agnello e verdure, cioccolatini a tema) da 150 mila dollari cadauno (ogni azienda/griffe/stilista ne acquista uno per poi invitare «celeb» e amici), coreografie hollywoodiane ma soprattutto abiti incredibili coerenti con il tema (Madonna indiscussa reginetta perché così punk e così vergognosa), ma anche no.

O cenni come l'incredibile test punk della perbene Sarah Jessica Parker, il biondo platino di Anne Hathaway, la cintura con le borchie sull'abito di damasco di Beyoncé. Anna Wintour, la padrona di casa? Lungo da educanda a fiori. Vivienne Westwood, l'ultima dei punk? In taffetà color pastello a mo' di vestale. Fantastica.

 

 

PUNK AL METROPOLITAN MUSEUM DI NEW YORK PUNK AL METROPOLITAN MUSEUM DI NEW YORK sarah jessica parker dolce and gabbana katy perry a creative directors of valentino maria grazia chiuri and pierpaolo piccioli with gwyneth paltrow centro madonna riccardo tisci ANNE HATHAWAY CON VALENTINO GARAVANI anna wintour bee shaffer

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