VIDEO-CAFONALINO – ALLA PRESENTAZIONE DI MACHIAVELLI, AMATO FA FINTA DI ANDARE IN BAGNO E SCAPPA DAL RETRO
Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Silvia Lambertucci per l'ANSA
Machiavelli è "l'italiano più tradotto e più utilizzato al mondo, più di Dante, seppure sia stato anche travisato soprattutto sulla sua frase più celebre, 'il fine giustifica i mezzi''. Proprio negli attimi nevralgici in cui diventa ufficiale la scelta di Napolitano per Enrico Letta alla presidenza del Consiglio, Giuliano Amato prova a scegliere la carta normalità e non manca al suo appuntamento con Giulio Tremonti al Vittoriano, per presentare alla stampa la mostra dedicata ai 500 anni del Principe di Machiavelli, che lui promuove come presidente della Treccani.
Arriva al museo puntuale, un attimo dopo che le agenzie hanno battuto la notizia dell'incarico a Letta. Sorride ai fotografi e concede subito un secco "assolutamente sì" in risposta a chi gli chiede se è contento della scelta caduta sul giovane Letta. Poi torna a indossare le vesti del professore, ma non resiste al gusto di una battuta: "Nell'ultima sezione troverete cose stupefacenti sull'uso che si è fatto del nome di Machiavelli, ci sono giochi, videogames, persino articoli da donna, insomma c'é proprio di tutto. Magari qualcuno dirà : e Machiavelli per i Letta non c'é? No, questo non è ancora stato scritto". Il pubblico intorno a lui ridacchia.
Poi la visita prosegue verso le tante serissime sezioni della rassegna, con Amato che si sofferma davanti alle edizioni più rare, o una pagina autografa del filosofo cinquecentesco uscita per la prima volta dagli archivi secretati del Vaticano. Una giornalista inglese gli fa una domanda sulla fama internazionale di Machiavelli, e lui, in perfetto inglese, spiega come il filosofo sia stato anche molto travisato. "Questa esposizione lo può riabilitare?", chiede ancora la giornalista, "Sì se viene letto e interpretato bene - replica lui - se invece venisse collegato all'attuale crisi italiana potrebbe prestarsi ad ulteriori equivoci".
Poi il pressing dei giornalisti si fa soffocante. Sempre più infastidito il dottor Sottile chiede di spegnere le telecamere, si guarda intorno seccato, "mi pare una specie di mania della contemporaneità fragile", dice. E alla fine sbotta, "basta, é offensivo nei confronti della mostra, ma che ve ne fate della mia faccia in tutte le salse? quali tremende gerarchie vi debbono governare...". C'é chi prova a spiegare, ma non serve: "Se c'é un bagno io mi ci chiudo dentro e non esco più", annuncia. E dopo la pausa toilette, veramente si dilegua.