resident evil 4 remake

DAGOGAMES BY FEDERICO ERCOLE - "RESIDENT EVIL 4 REMAKE" PER PLAYSTATION, XBOX E PC È FARE ARTE SULL’ARTE, RIDISEGNANDO CON UNA SPLENDENTE TECNOLOGIA, MA CON AMORE E RISPETTO,  L’ORIGINALE DEL 2005 E FUNGENDO DA PROPELLENTE DEI SUOI SEMINALI CONTENUTI ESTETICI E LUDICI. LA SPAVENTOSA IMPRESA SPAGNOLA TRA INVASATI E MUTANTI DI LEON KENNEDY È UN “TOUR DE FORCE” ESILARANTE ED ESALTANTE, TRA LIBERATORI BRIVIDI D’ORRORE E L’EBBREZZA DELL’AVVENTURA… - VIDEO

 

resident evil 4 remake. 8

Federico Ercole per Dagospia

Fu lecito domandarsi sulla necessità di un rifacimento totale di quell’opera d’arte dell’avventura horror che fu Resident Evil 4, uscito per Game Cube Nintendo nel 2005 per rivoluzionare con la potenza delle sue intuizioni la saga di Capcom e non solo, divenendo un paradigma per tutta l’azione ludica successiva. Ridisegnare un capolavoro è cosa assai rischiosa, soprattutto quando questo resta tuttora esemplare, mantenendo la sua importanza storica e dimostrandosi un fertile terreno di divertimento nella sua forma originale.

resident evil 4 remake. 9

 

Tuttavia Capcom ha compiuto una specie di miracolo nell’ardua impresa di riscrivere l’esperienza epocale concepita da Shinji Mikami e bastano pochi minuti dentro il nuovo gioco per deliziarsi in un’impressione attonita di “dejà-vu” incrinato, rotto in una sorpresa squilibrata tra certezza e incertezza che è tale da alimentare freschi brividi nella ricorrente memoria di quelli antichi e sopratutto di ripristinare, esaltandolo, quello spasso travolgente proposto dal videogame di diciotto anni fa.

resident evil 4 remake. 7

 

E’ come ascoltare per anni la stessa esecuzione magistrale di una grande sinfonia, ad esempio la nona di Bruckner eseguita da Karajan, quando ecco che si scopre la versione di Giulini, con i suoi tempi dilatati all’estremo, fino a deformare in maniera sublime l’edificio musicale che rammentavamo senza tuttavia che la partitura in effetti sia cangiata. Sono infatti davvero minimali le variazioni di contenuto significanti di Resident Evil 4 Remake che risulta assai rispettoso, addirittura amoroso, nei confronti dell’originale.

 

resident evil 4 remake. 6

Ma oltre lo splendore tecnologico della realizzazione e la sublimazione delle meccaniche ludiche reinterpretate dalla fonte si colgono un’attenzione rigorosa alla ritmica di questa, uno studio appassionato e certosino dal quale scaturisce una nuova visione dell’insieme, un’interpretazione intesa appunto come il lavoro soggettivo di un direttore d’orchestra su uno spartito,  nella quale è ribadita la grandezza seminale e universale dell’opera prima e nel contempo si propone una nuova, straordinaria visione.

resident evil 4 remake. 5

 

Insomma Resident Evil 4 nella sua nuova, terrificante quanto splendente veste permane una festa raccapricciante, un meccanismo addirittura perfetto del divertimento, il tunnel dell’orrore definitivo. E se scegliete (ve lo consiglio) di  giocarlo in modalità “estrema” questo Remake diviene un’esaltante sofferenza, gioia e dolore orchestrati insieme in una monumentale, forse impareggiabile, avventura interattiva del brivido e della sopravvivenza.

 

UN “RIDENTE”  VILLAGGIO NELLA SPAGNA RURALE

resident evil 4 remake. 4

Interpretiamo l’ancora giovane (ma incupito dagli orrori di Raccoon City esperiti quand’era recluta in Resident Evil) Leon S. Kennedy, ora agente per conto del presidente degli Stati Uniti al quale è stata rapita la figlia, un po’ come in Escape from LA di John Carpenter; d’altronde si tratta comunque di un gioco profondamente carpenteriano, soprattutto nel dissimulare questioni sociali e meditazioni politiche nel tessuto dell’orrore e nell’andamento spettacolare dell’azione. La povera Ashley è scomparsa in una fittizia zona rurale della Spagna così Leon vi si reca per precipitare subito nell’orrore.

resident evil 4 remake. 3

 

Ma egli nella missione per salvare la fanciulla (qui assai meno “sprovveduta” che nell’originale) non incontrerà morti viventi convenzionali, ma invasati che ricordano i “crazies” di Romero, mentre permangono nel gioco numerose disgustose abominazioni e mutazioni. I contadini e le contadine, i monaci e tutti i miserabili popolani intossicati e convertiti da una malefica nobiltà, sono letali e spaventosi, implacabili con la loro nuova intelligenza artificiale, dapprima intontiti e bofonchianti minacciose frasi in spagnolo e poi veloci e letali quando ci scoprono, sembrano davvero organizzati.

resident evil 4 remake. 2

 

Quindi ce ne andremo per boschi e villaggi, per caverne e miniere, per spiagge paludose e castelli cormaniani, per tetre isole industrializzate e laboratori infernali affrontando un crescendo di nemici sempre più minacciosi e mostruosi, risolvendo qualche enigma e tentando di ottimizzare le risorse perché soprattutto in modalità “estrema” i proiettili sembrano sempre non bastare mai. Tutto ciò parrebbe convenzionale ma non lo è proprio per la ritmica eccezionale degli eventi, per la successioni di spazi e situazioni, una climax dopo l’altro.

resident evil 4 remake. 12

 

Un assedio micidiale, l’assalto di due invasate armate di motosega, un energumeno che si trasforma in insetto mostruoso, catapulte fiammanti, creature non vedenti artigliate in oscuri sotterranei, armature possedute da parassiti... Si continua così fino alla fine, senza sosta, con un equilibrio sconvolgente e gratificante che spinge a superare ogni sconfitta per il desiderio di andare oltre, di soffrire e godere di nuovo.  Non ci sono che rarissime ripetizioni, comunque esilaranti, ma c’è quasi sempre una novità, una sorpresa che resta tale anche se già si conosce l’originale.

 

RELIGIONE E SCIENZA

resident evil 4 remake. 11

Resident Evil 4 Remake mantiene la critica verso un fondamentalismo mistico, ponendo ancora di più l’accento rispetto all’originale sulla pericolosa e paradossale miscela tra la religione e la scienza medica, risultando oltremodo attuale. Lo sventurato popolo di El Pueblo è vittima della propria fede indotta da orripilanti esperimenti scientifici, perde la propria identità, diviene schiava di una disgustosa aristocrazia con mire egemoniche.

 

resident evil 4 remake. 10

C’è quindi della profondità, non solo un carnascialesco orrore, una meditazione sul popolo come cavia che non assume le tinte sguaiate e fallaci di un moderno complottismo, ma ricorda le non troppo antiche tragedie connesse a terribili errori farmaceutici, come avvenne con il Talidomide in America durante gli anni ’50, un farmaco poi ritirato che contribuì alla nascita di numerosi bambini affetti da focomelia.

 

Capolavoro sul capolavoro, Resident Evil 4 Remake è un “tour de force” nell’orrore che non esclude mai l’ebbrezza liberatoria dell’avventura, tanto da emanciparsi dal genere horror per risultare una delle imprese videoludiche più divertenti e giocosamente emozionanti che si possano esperire, oltre che un lungo e vertiginoso succedersi di magnifiche, inquietanti visioni sospese tra la lentezza di lunghe camminate “metafisiche” in piano sequenza alla Bela Tarr, le geometriche frenesie coreografiche di John Woo e le tensioni brutali, classiche e calcolate di John Carpenter.

 

 

resident evil 4 remake. 1

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche galeazzo bignami matteo salvini antonio tajani

DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ, LA PATATA BOLLENTE DEL MINISTRO DEL TURISMO RINVIATO A GIUDIZIO È SUL PIATTO DELLA DUCETTA CHE VORREBBE PURE SPEDIRLA A FARE LA BAGNINA AL TWIGA, CONSCIA CHE SULLA TESTA DELLA “SANTA” PENDE ANCHE UN EVENTUALE PROCESSO PER TRUFFA AI DANNI DELL’INPS, CIOÈ DELLO STATO: UNO SCENARIO CHE SPUTTANEREBBE INEVITABILMENTE IL GOVERNO, COL RISCHIO DI SCATENARE UN ASSALTO DA PARTE DEI SUOI ALLEATI AFFAMATI DI UN ''RIMPASTINO'', INDIGERIBILE PER LA DUCETTA - DI PIU': C’È ANCORA DA RIEMPIRE LA CASELLA RESA VACANTE DI VICE MINISTRO DELLE INFRASTRUTTURE, OCCUPATA DA GALEAZZO BIGNAMI…

donald trump joe biden benjamin netanyahu

DAGOREPORT - SUL PIÙ TURBOLENTO CAMBIO D'EPOCA CHE SI POSSA IMMAGINARE, NEL MOMENTO IN CUI CRISI ECONOMICA, POTERI TRADIZIONALI E GUERRA VANNO A SCIOGLIERSI DENTRO L’AUTORITARISMO RAMPANTE DELLA TECNODESTRA DEI MUSK E DEI THIEL, LA SINISTRA È ANNICHILITA E IMPOTENTE - UN ESEMPIO: L’INETTITUDINE AL LIMITE DELLA COGLIONERIA DI JOE BIDEN. IL PIANO DI TREGUA PER PORRE FINE ALLA GUERRA TRA ISRAELE E PALESTINA È SUO MA CHI SI È IMPOSSESSATO DEL SUCCESSO È STATO TRUMP – ALL’IMPOTENZA DEL “CELOMOLLISMO” LIBERAL E BELLO, TUTTO CHIACCHIERE E DISTINTIVO, È ENTRATO IN BALLO IL “CELODURISMO” MUSK-TRUMPIANO: CARO NETANYAHU, O LA FINISCI DI ROMPERE I COJONI CON ‘STA GUERRA O DAL 20 GENNAIO NON RICEVERAI MEZZA PALLOTTOLA DALLA MIA AMMINISTRAZIONE. PUNTO! (LA MOSSA MUSCOLARE DEL TRUMPONE HA UN OBIETTIVO: IL PRINCIPE EREDITARIO SAUDITA, MOHAMMED BIN SALMAN)

giorgia meloni tosi matteo salvini luca zaia vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - MENTRE IL PD DI ELLY, PUR DI NON PERDERE LA CAMPANIA, STA CERCANDO DI TROVARE UN ACCORDO CON DE LUCA, LEGA E FRATELLI D’ITALIA SONO A RISCHIO DI CRISI SUL VENETO - ALLE EUROPEE FDI HA PRESO IL 37%, LA LEGA IL 13, QUINDI SPETTA ALLA MELONI DEI DUE MONDI - A FAR GIRARE VIEPPIÙ I CABASISI A UN AZZOPPATO SALVINI, IL VELENO DI UN EX LEGHISTA, OGGI EURODEPUTATO FI, FLAVIO TOSI: ‘’IL TERZO MANDATO NON ESISTE, ZAIA NON HA NESSUNA CHANCE. TOCCA A FDI, OPPURE CI SONO IO”

emmanuel macron ursula von der leyen xi jinping donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT – PER TRUMP L'EUROPA NON E' PIU' UN ALLEATO MA SOLO UN CLIENTE PER IMPORRE I SUOI AFFARI - ALL’INAUGURATION DAY CI SARÀ SOLO GIORGIA (QUELLA CHE, TRUMP DIXIT, "HA PRESO D'ASSALTO L'EUROPA") MA NON URSULA VON DER LEYEN - CHE FARE DI FRONTE ALL'ABBANDONO MUSK-TRUMPIANO DI UNA CONDIVISIONE POLITICA ED ECONOMICA CON I PAESI DELL'OCCIDENTE? - CI SAREBBE IL PIANO DRAGHI, MA SERVONO TANTI MILIARDI E VOLONTÀ POLITICA (AL MOMENTO, NON ABBONDANO NÉ I PRIMI, NÉ LA SECONDA) - L’UNICA SOLUZIONE È SPALANCARE LE PORTE DEGLI AFFARI CON PECHINO. L'ASSE EU-CINA SAREBBE LETALE PER "AMERICA FIRST" TRUMPIANA

giancarlo giorgetti francesco miller gaetano caltagirone andrea orcel nagel

DAGOREPORT – CON L'OPERAZIONE GENERALI-NATIXIS, DONNET  SFRUTTA UN'OCCASIONE D'ORO PER AVVANTAGGIARE IL LEONE DI TRIESTE NEL RICCO MERCATO DEL RISPARMIO GESTITO. MA LA JOINT-VENTURE CON I FRANCESI IRRITA NON SOLO GIORGETTI-MILLERI-CALTAGIRONE AL PUNTO DI MINACCIARE IL GOLDEN POWER, MA ANCHE ORCEL E NAGEL - PER L'AD UNICREDIT LA MOSSA DI DONNET È BENZINA SUL FUOCO SULL’OPERAZIONE BPM, INVISA A PALAZZO CHIGI, E ANCHE QUESTA A RISCHIO GOLDEN POWER – MENTRE NAGEL TEME CHE CALTA E MILLERI SI INCATTIVISCANO ANCOR DI PIU' SU MEDIOBANCA…

papa francesco spera che tempo che fa fabio fazio

DAGOREPORT - VOCI VATICANE RACCONTANO CHE DAL SECONDO PIANO DI CASA SANTA MARTA, LE URLA DEL PAPA SI SENTIVANO FINO ALLA RECEPTION - L'IRA PER IL COMUNICATO STAMPA DI MONDADORI PER LA NUOVA AUTOBIOGRAFIA DEL PAPA, "SPERA", LANCIATA COME IL PRIMO MEMOIR DI UN PONTEFICE IN CARICA RACCONTATO ''IN PRIMA PERSONA''. PECCATO CHE NON SIA VERO... - LA MANINA CHE HA CUCINATO L'ENNESIMA BIOGRAFIA RISCALDATA ALLE SPALLE DI BERGOGLIO E' LA STESSA CHE SI E' OCCUPATA DI FAR CONCEDERE DAL PONTEFICE L'INTERVISTA (REGISTRATA) A FABIO FAZIO. QUANDO IL PAPA HA PRESO VISIONE DELLE DOMANDE CONCORDATE TRA FABIOLO E I “CERVELLI” DEL DICASTERO DELLA COMUNICAZIONE È PARTITA UN’ALTRA SUA SFURIATA NON APPENA HA LETTO LA DOMANDINA CHE DOVREBBE RIGUARDARE “SPERA”…