gianni marcella bella

LA VITA È “BELLA”, ANCHE SENZA VOCE – RICORDI, CANZONI E SCAZZI DI GIANNI BELLA. CHE DA 14 ANNI, PER COLPA DI UN ICTUS, NON PUO’ PARLARE: “VIVO LA MALATTIA COME UNA RESA A QUELLO CHE MI È CAPITATO, MA SONO FELICE E GRATO DI ESSERCI ANCORA.” – “CON MOGOL DISCUTEVANO SPESSO SULLA METRICA PERCHÉ LUI NON VUOLE ADATTARE IL TESTO ALLA MUSICA. ERA UNO SCONTRO TRA TESTARDI” – “MIA SORELLA MARCELLA MI RINFACCIA ANCORA LA COLLABORAZIONE CON CELENTANO” – QUEI VERSI SCANDALOSI SULLA “GATTA” NELLA CANZONE “NELL'ARIA” – VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Renato Franco per il “Corriere della Sera”

 

marcella e gianni bella

Da 14 anni per colpa di un ictus Gianni Bella è senza voce, un beffardo contrappasso in vita per un compositore che ha sempre preferito stare dietro le quinte, confezionando con le sue melodie successi per sua sorella Marcella e per Adriano Celentano, anche se non gli sono mancate le soddisfazioni personali come solista (Più ci penso, Non si può morire dentro). La mente è lucida come un tempo, ma muta. La voce in questa intervista è quella della figlia Chiara, che traduce in parole i suoi pensieri.

 

«Montagne Verdi» (1972) fu un successo. Eppure a Marcella non piaceva.

«Era scettica, al primo ascolto non rimase favorevolmente sorpresa e mi manifestò tutti i suoi dubbi: mi sembra un brano da bambini, va bene per lo Zecchino d’oro . Però durante la notte quella melodia le martellò la testa e le rimase dentro. Così cambiò idea».

 

marcella e gianni bella

Anche per «Nell’aria» (1983) ha dovuto convincerla.

«Il pezzo le piacque subito, ma il testo scandaloso la preoccupava, soprattutto il passaggio sulla gatta».

 

«La mia gatta è ancora lì, non parla ma dice sì». E in questo caso la gatta non era un micia.

«Eh no, io cercai di minimizzare, le dicevo di non pensare al doppio senso. Mogol, autore del testo, vedeva in Marcella una bellezza raffinata e non volgare, in quel periodo lei aveva assunto un look sexy e sbarazzino e quella canzone era perfetta interpretata da lei».

 

Tra i suoi successi da solista c’è invece «Non si può morire dentro».

mogol gianni bella

«Nel 1976 vinsi il Festivalbar e fu un’enorme soddisfazione, era una vittoria davvero decretata dalla gente, perché nasceva dalla risposta del pubblico sia attraverso le cartoline di voto sia attraverso i gettoni nei jukebox».

 

Sua sorella non le disse che poteva lasciarla a lei?

«In quell’occasione no. Ma successe più avanti, con L’emozione non ha voce che scrissi per Celentano».

 

[…]

 

 

MOGOL ADRIANO CELENTANO GIANNI BELLA

È nato a Catania 77 anni fa, ma si è trasferito in provincia di Parma quando ha conosciuto sua moglie Paola.

«Anni 70, era ai tempi del Cantagiro, il nostro furgoncino si rompe, si assiepa una folla di curiosi tra cui spicca una studentessa: colpo di fulmine. Ci siamo sposati subito.

Qui ho trovato lo stesso carattere spontaneo e generoso dei siciliani. Ma della mia terra mantengo l’orgoglio: io sono uno che vuole sbagliare in proprio. E a Catania torno ogni febbraio per ringraziare Sant’Agata per avermi fatto la grazia di vivere».

 

Da chi prese l’istinto musicale?

«Sono nato in una famiglia in cui la musica non era nel dna, mio padre aveva un banchetto di frutta e verdura, mia madre era casalinga. La svolta fu a 10 anni quando vinsi una chitarra a tombola, ho fatto tutto da autodidatta».

 

A chi si ispirava?

MARCELLA E GIANNI BELLA

«A Jimi Hendrix, avevo anche io quel capello riccio arruffato. Ascoltandolo cercavo di imitarlo, andavo a orecchio e così ho imparato a suonare».

 

Un litigio storico tra fratelli?

«Qualche discussione, niente di che. Lei è l’interprete femminile dei miei brani, la voce giusta per ogni canzone. Certo la collaborazione con Celentano me la rinfaccia ancora scherzosamente».

 

Un momento da incorniciare?

«Il 1974, quando entrambi eravamo in classifica contemporaneamente, lei con Nessuno mai e nello stesso tempo io con Più ci penso . Ci superavamo ogni settimana, non credo sia mai capitata una cosa così a due fratelli».

 

MARCELLA E GIANNI BELLA

In un’intervista una volta disse: «Davanti a me c’è solo Battisti, ma io sono più giovane».

Ride: «Ero molto sicuro di me».

 

Con Mogol ha instaurato un sodalizio fraterno lungo 40 anni. Il primo incontro?

«Grazie alla Nazionale cantanti, ascoltò alcune mie composizioni al piano e rimase colpito. Mi disse: ma sei quello che ho sentito al Festival o questo qui che sta suonando adesso? ».

 

Discussioni, scontri?

«Le nostre discussioni sono sempre state sulla metrica perché Giulio non vuole adattare il testo alla musica, se gli piace una frase non la vuole cambiare. Era uno scontro tra testardi, la difficoltà più grande tra noi è sempre stata la mediazione, ma alla fine arrivavamo sempre al compromesso».

 

GIANNI BELLA

Prima di Mogol, per 10 anni l’autore dei testi sulle sue musiche era Giancarlo Bigazzi, che era anche la voce degli Squallor.

«Era un toscanaccio sanguigno, un artigiano, un sarto che cuciva le parole sulla musica. A un certo punto però ho sentito l’esigenza di cambiare, di vivere un’esperienza nuova. Collaborare con Mogol – che aveva scritto i testi di Battisti – era un traguardo, è stata una soddisfazione pazzesca».

 

Sono arrivati sei album con Celentano.

«Fu Mogol a introdurmi, Celentano cercava un compositore e gli fece il mio nome. Adriano stimolava la mia creatività, ogni giorno componevo una canzone nuova. Claudia era quella che beccava subito se un pezzo funzionava o meno, Adriano mi dava sempre la stessa risposta al primo ascolto: non so. Tornavo a casa e dicevo a mia moglie, anche oggi è un altro non so».

 

Come è lavorare con lui?

«Con me è sempre stato generoso, mi coccolava e viziava, Claudia aveva un’adorazione per me, con lui facevamo telefonate di ore, tra barzellette e risate. In studio ci divertivamo. Poi ci siamo persi con la malattia».

 

GIANNI E MARCELLA BELLA

Mai uno screzio?

«Solo all’inizio ma non per colpa sua, sui giornali titolavano: ecco il nuovo brano di Celentano, ma c’ero anche io».

 

«Musiche di Gianni Bella, testo di Mogol, canta Celentano»: difendo la categoria, nel titolo tutta ‘sta roba non ci sta... Piuttosto lei oggi come si sente?

«Vivo la malattia come una resa a quello che mi è capitato, ma sono felice e grato alla vita, sono contento di esserci ancora. Mi ha salvato il mio carattere sempre allegro e un po’ testardo. Certo il limite è la capacità di espressione, ma ho sviluppato una maggiore sensibilità verso le piccole cose, ho scoperto l’emozione della natura: guardo le rose in giardino, allungo lo sguardo al tramonto e sorrido per tanta bellezza».

ADRIANO CELENTANO

Ultimi Dagoreport

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - A CHE PUNTO È LA NOTTE DEL PIÙ GRANDE RISIKO BANCARIO D’ITALIA? L’ASSEMBLEA DI GENERALI DEL 24 APRILE È SOLO LA PRIMA BATTAGLIA. LA GUERRA AVRÀ INIZIO DA MAGGIO, QUANDO SCENDERANNO IN CAMPO I CAVALIERI BIANCHI MENEGHINI - RIUSCIRANNO UNICREDIT E BANCA INTESA A SBARRARE IL PASSO ALLA SCALATA DI MEDIOBANCA-GENERALI DA PARTE DELL’”USURPATORE ROMANO” CALTAGIRONE IN SELLA AL CAVALLO DI TROIA DEI PASCHI DI SIENA (SCUDERIA PALAZZO CHIGI)? - QUALI MOSSE FARÀ INTESA PER ARGINARE IL DINAMISMO ACCHIAPPATUTTO DI UNICREDIT? LA “BANCA DI SISTEMA” SI METTERÀ DI TRAVERSO A UN’OPERAZIONE BENEDETTA DAL GOVERNO MELONI? O, MAGARI, MESSINA TROVERÀ UN ACCORDO CON CALTARICCONE? (INTESA HA PRIMA SPINTO ASSOGESTIONI A PRESENTARE UNA LISTA PER IL CDA GENERALI, POI HA PRESTATO 500 MILIONI A CALTAGIRONE…)

donald trump giorgia meloni

DAGOREPORT - LA DUCETTA IN VERSIONE COMBAT, DIMENTICATELA: LA GIORGIA CHE VOLERA' DOMANI A WASHINGTON E' UNA PREMIER IMPAURITA, INTENTA A PARARSI IL SEDERINO PIGOLANDO DI ''INSIDIE'' E "MOMENTI DIFFICILI" - IL SOGNO DI FAR IL SUO INGRESSO ALLA CASA BIANCA COME PONTIERE TRA USA-UE SI E' TRASFORMATO IN UN INCUBO IL 2 APRILE QUANDO IL CALIGOLA AMERICANO HA MOSTRATO IL TABELLONE DEI DAZI GLOBALI - PRIMA DELLE TARIFFE, IL VIAGGIO AVEVA UN SENSO, MA ORA CHE PUÒ OTTENERE DA UN MEGALOMANE IN PIENO DECLINO COGNITIVO? DALL’UCRAINA ALLE SPESE PER LA DIFESA DELLA NATO, DA PUTIN ALLA CINA, I CONFLITTI TRA EUROPA E STATI UNITI SONO TALMENTE ENORMI CHE IL CAMALEONTISMO DI MELONI E' DIVENTATO OGGI INSOSTENIBILE (ANCHE PERCHE' IL DAZISMO VA A SVUOTARE LE TASCHE ANCHE DEI SUOI ELETTORI) - L'INCONTRO CON TRUMP E' UN'INCOGNITA 1-2-X, DOVE PUO' SUCCEDERE TUTTO: PUO' TORNARE CON UN PUGNO DI MOSCHE IN MANO, OPPURE LEGNATA COME ZELENSKY O MAGARI  RICOPERTA DI BACI E LODI...

agostino scornajenchi stefano venier giovanbattista fazzolari snam

SNAM! SNAM! LA COMPETENZA NON SERVE - ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ DI CDP, CHE SI OCCUPA DI STOCCAGGIO E RIGASSIFICAZIONE DEL GAS NATURALE, SARÀ UN MANAGER CHE HA SEMPRE RICOPERTO IL RUOLO DI DIRETTORE FINANZIARIO, AGOSTINO SCORNAJENCHI – MA DAL GAS ALLA FIAMMA, SI SA, IL PASSO È BREVE: A PROMUOVERE LA NOMINA È INTERVENUTO QUELLO ZOCCOLO DURO E PURO DI FRATELLI D’ITALIA, GIÀ MSI E AN, CHE FA RIFERIMENTO A FAZZOLARI. E A NULLA È VALSO IL NO DELLA LEGA - LA MANCATA RICONFERMA DI STEFANO VENIER, NOMINATO 3 ANNI FA DAL GOVERNO DRAGHI, È ARRIVATA PROPRIO NEL GIORNO IN CUI STANDARD & POOR HA PROMOSSO IL RATING DELLA SNAM…

veneto luca zaia matteo salvini giorgia meloni elly schlein giuseppe conte

DAGOREPORT – SCAZZO DOPO SCAZZO, IL BIG BANG PER IL CENTRODESTRA SARÀ IN AUTUNNO, CON LE REGIONALI IN VENETO, CAMPANIA, TOSCANA, PUGLIA E MARCHE – SE ZAIA E LA SUA LIGA VENETA SI PRESENTASSERO DA SOLI, SPACCHETTEREBBERO IL VOTO DI DESTRA RENDENDO LA REGIONE CONTENDIBILE: BASTEREBBE SOLO CHE PD E M5S SMETTESSERO DI FARE GLI EGO-STRONZI E CONVERGESSERO SU UN CANDIDATO “CIVICO” (COME DAMIANO TOMMASI A VERONA NEL 2022) – LA PROPOSTA DI MELONI AL "TRUCE" MATTEO: FDI È DISPOSTA A LASCIARE IL VENETO ALLA LEGA, MA A QUEL PUNTO LA REGIONE LOMBARDIA TOCCA A NOI (A FORZA ITALIA, IL SINDACO DI MILANO) - SE SALVINI SI IMPUNTA? S'ATTACCA! E FRATELLI D'ITALIA SI PRENDE TUTTO (MA LE CONSEGUENZE SULLA MAGGIORANZA POTREBBERO ESSERE FATALI PER IL PRIMO GOVERNO MELONI…)

donald trump dazi tadazi

DAGOREPORT – LO STOP DI TRE MESI AI DAZI NON SALVERA' IL CULONE DI TRUMP: PER I MERCATI FINANZIARI L’INSTABILITÀ ECONOMICA È PEGGIO DELLA PESTE, E DONALD HA ORMAI ADDOSSO IL MARCHIO DELL’AGENTE DEL CAOS – I FONDI ISTITUZIONALI EUROPEI ABBANDONANO GLI INVESTIMENTI IN SOCIETA' AMERICANE, IL DOLLARO SCENDE, IL RENDIMENTO DEI BOND USA SI IMPENNA, LE AZIENDE CHE PRODUCONO TRA CINA E VIETNAM RISCHIANO DI SALTARE (TRUMP HA SALVATO APPLE MA NON NIKE) - PER QUESTO IL CALIGOLA COL CIUFFO HA RINCULATO SUI DAZI (CINA ESCLUSA) - MA LO STOP DI TRE MESI NON È SERVITO A TRANQUILLIZZARE I POTERI FORTI GLOBALI, CON IL DRAGONE DI XI JINPING CHE RISPONDE DURO ALLE TARIFFE USA A COLPI DI "DUMPING": ABBASSANDO IL COSTO DEI PRODOTTI CHE NON ESPORTA PIU' IN USA (COMPRESO L'EXPORT DELLE RISORSE DELLE TERRE RARE, STRATEGICO PER LE MULTINAZIONALI HI-TECH) – SONDAGGI IN PICCHIATA PER TRUMP: IL 60% DEGLI AMERICANI POSSIEDE AZIONI TRAMITE I FONDI PENSIONE...

gianfranco zinzilli silvia calandrelli giampaolo rossi rai

FLASH - GRANDE INCAZZATURA NEL CENTRODESTRA, IN PARTICOLARE TRA I FRATELLINI D’ITALIA: TRA OGGI E DOMANI IN RAI DEVONO DECIDERE IL PRESIDENTE DI RAI PUBBLICITÀ E L’AD ROSSI VUOLE NOMINARE SILVIA CALANDRELLI, IN QUOTA PD, COME PRESIDENTE  DELLA CASSAFORTE PUBBLICITARIA DELLA RAI (IL FILOSOFO DI COLLE OPPIO LE AVEVA PROPOSTO LA DIREZIONE DI PUBBLICA UTILITÀ, MA LEI HA RIFIUTATO) - LA LEGA VORREBBE PIAZZARE GIANFRANCO ZINZILLI, ATTUALMENTE VICE DIRETTORE VICARIO DELLA DIREZIONE OFFERTA ESTERO RAI ITALIA...