1. HA VOLUTO PASSARE L'ESAME, WILLIAM KENTRIDGE. ED È STATO PROMOSSO A PIENI VOTI. UN MOSTRO SACRO DELL’ARTE HA SPIEGATO PUBBLICAMENTE SUL PIAZZALE DEL MAXXI, CHE NON INTENDEVA IMPUPAZZARE I MURAGLIONI DEL TEVERE, MA OMAGGIARE ROMA 2. HA MESSO IN SCENA UNA PROVA D'ESAME CON UNO SPETTACOLO DEI SUOI DOVE TUTTO SI FONDE: MUSICA, DANZA, IMMAGINI, DISEGNI E CORPO/VOCE DELL'ARTISTA. LA FOLLA ADORANTE LO HA RINGRAZIATO, ADORATO E NATURALMENTE PROMOSSO. MA NON C'ERA NESSUNO TRA LORO IN GRADO DI AUTORIZZARLO A REALIZZARE DAVVERO L'OPERA 3. NON IL SINDACO CHE SIA PURE PER CASO KENTRIDGE AVEVA INCONTRATO LA MATTINA DEL GIORNO PRIMA AI BORDI DEL FIUME. NON SI È VISTO, NÉ SI È FATTO RAPPRESENTARE 4. NON C'ERA UN ASSESSORE COMUNALE-PROVINCIALE-REGIONALE DI QUALSIASI TITOLO E NATURA. E NON C'ERA IL MIBAC. NEANCHE L'INEFFABILE ILARIA BORLETTI BUITONI SOTTOSEGRATARIO ALLA CULTURA CHE MESI FA TRATTÒ KENTRIDGE COME UN QUALSIASI VANDALO
Video di Veronica Del Soldà per Dagospia
Festa Kentridge al Maxxi, âThriumphs and Lamentsâ
Foto di Luciano Di Bacco per Dagospia
Alessandra Mammì per Dagospia
Ha voluto passare l'esame, William Kentridge. Ed è stato promosso a pieni voti. Ha spiegato pubblicamente sul piazzale del MaXXI ieri sera, che non intendeva impupazzare i muraglioni del Tevere, ma rendere omaggio a Roma con un procedimento tanto delicato che si sarebbe nel tempo cancellato da solo, senza oneri per lo Stato. Ha raccontato cos'è per lui Roma e perché è un dovere amarla. Ha mostrato tutte le cose che aveva raccolto per immaginare, ideare e progettare la sua opera.
musica live sulla piazza del maxxi
Un'iconografia vastissima che andava dalla Roma antica a quella barocca e si snodava come il nastro intorno alla colonna Traiana in un omaggio profondo alla città eterna. Ha spiegato che intendeva procedere per “via di levare” (come direbbe Michelangelo) grazie a solventi e che solo così avrebbe fatto emergere in negativo i suoi “Triumphs and Laments”: apparizioni lievi, fantasmi, miraggi a bordo fiume, lungo 550 metri che dividono Ponte Sisto e Ponte Mazzini.
musica live sulla piazza del maxxi (5)
Ha messo in scena una prova d'esame con un spettacolo dei suoi dove tutto si fonde: musica, danza, immagini, disegni e corpo/voce dell'artista che in questo caso si mette in gioco insieme all'opera. Autore e attore del suo progetto. La folla adorante lo ha ringraziato applaudito, adorato e naturalmente promosso. Ma non c'era nessuno tra loro in grado di autorizzarlo a realizzare davvero l'opera.
le opere di william kentridge al maxxi (5)
Non il sindaco che sia pure per caso Kentridge aveva incontrato la mattina del giorno prima ai bordi del fiume. L'artista a piedi per un sopralluogo, il primo cittadino in biciclettata domenicale. Foto commemorativa e caloroso invito alla serata del giorno dopo. Non si è visto, né si è fatto rappresentare.
Non c'era un assessore comunale-provinciale-regionale di qualsiasi titolo e natura. E non c'era il Mibac. Neanche l'ineffabile Ilaria Borletti Buitoni sottosegratario alla Cultura che mesi fa trattando Kentridge come un qualsiasi street artist bocciò il suo omaggio a Roma ritenendolo più adatto alla periferie che alle rive del biondo Tevere. Si rimangiò parzialmente la gaffe. Questa sarebbe stata l'occasione per cancellarla.
le opere di william kentridge al maxxi (4)
Ma la cosa più importante è che c'era Roma, la sua comunità artistica, un popolo più colto di chi lo rappresenta. E c'erano i due direttori del MaXXI (Anna Mattirolo e Margherita Guccione), l'intero staff di Tevere Eterno che cerca di regalare alla capitale un'opera di livello internazionale, i giornalisti e i critici.
E soprattutto c'era William Kentridge che si sta rivelando non solo quel massimo artista che è, ma anche un uomo saggio generoso e dotato di grande pazienza. William resisti, sei tutti noi!
2. UN FIUME D’ARTE STILE KENTRIDGE
le opere di william kentridge al maxxi (3)
Camilla Mozzetti per “Il Messaggero”
Sono le immagini del suo Trionfi e lamenti a invadere il cortile del museo Maxxi, dove ieri sera, William Kentridge ha presentato la sua opera per la riqualificazione delle sponde del Tevere. Un fregio contemporaneo, da creare attraverso la pulitura selettiva dei muraglioni e che per questo non prevede alcuna tecnica invasiva.
E a scoprire il progetto - tuttora bloccato per l'assenza di autorizzazioni da parte della direzione regionale dei beni culturali del Lazio - un parterre d'eccezione fatto di appassionati, collezionisti, artisti e giornalisti, che sono accorsi alla corte dell'artista sudafricano. "Kentridge live in the Tiber", il titolo della performance ospitata dal museo del XXI secolo, volta a spiegare, attraverso un gioco di luci e proiezioni sulle pareti del museo, quel progetto per ora sospeso. Un work-shop con esperimenti dal vivo per raccontare quali sono i trionfi e quali i lamenti, cui Kentridge sta lavorando da oltre due anni.
Una serata contraddistinta da arte e musica, che ha visto anche la partecipazione del compositore Philip Miller e di numerosi musicisti e danzatori impegnati a rispolverare vecchi spartiti della Roma che fu e ballate popolari. «Non so come andranno le cose - spiega Kentridge - per ora è importante spiegare l'opera agli abitanti della Capitale». «Il nostro obiettivo non è quello di stravolgere il centro di Roma quanto più dimostrare come sia possibile far convivere aspetti moderni e contemporanei con l'antichità».
bartolomeo pietromarchi e laura einaudi
Camicia di lino e immancabile panama, l'artista sudafricano ha passeggiato e si è intrattenuto con tutti gli ospiti, durante una cena in cui a trionfare è stato il sapore di mare. Frittini di gamberi e calamari, cotti al momento e presentati alla maniera napoletana: avvolti in contenitori di carta ruvida, il tutto annaffiato da vino bianco. E ancora tranci di pizza con la mortadella e porchetta, per un menù semplice e tradizionale.
Tra i commensali, che dopo la cena hanno assistito alla performance, i collezionisti Paolo Romano, Federica Cesari Tittarelli, Bianca Attolico, ed appassionati d’arte tra Lia Rumma, gallerista di riferimento di Kentridge, e Francesco Cascino. Arrivano poi Monique Veaute e Fabrizio Grifasi, rispettivamente presidente e direttore della fondazione Romaeuropa, Marco Elser, Roberto D'Agostino con la moglie Anna Federici, Raffaele Curi, l'ex direttore del museo Macro, Bartolomeo Pietromarchi, Erminia Di Biase, l'architetto Luca Zevi e l'artista Franco Losvizzero.
madya diebate francesco pitarrapubblico per kentridge al maxxi (2)