stefano de martino aldo grasso

“COM’È LA CONDUZIONE DI STEFANO DE MARTINO? IL VERO DRAMMA È CHE IN TV CI SI ABITUA A TUTTO” – ALDO GRASSO STRONCA IL CONDUTTORE ALLA GUIDA DI “AFFARI TUOI”: “FINO AD ADESSO LE SUE CONDUZIONI SONO STATE ALL’INSEGNA DEL VOGLIO MA NON POSSO. GLI AUTORI GLI TROVERANNO I TORMENTONI DA RIPETERE, MA LA DISINVOLTURA È ALTRA COSA. DOPO CHE UNA PERSONA APPARE UN DISCRETO NUMERO DI VOLTE DIVENTA PARTE DEL PAESAGGIO TELEVISIVO. GLI UNICI CORPI CHE RESTANO COMUNQUE ESTRANEI SONO PINO INSEGNO ED ENRICO PAPI…” - CANDELA E I LIMITI DI DE MARTINO - VIDEO

 

Estratto dell’articolo di Aldo Grasso per il “Corriere della Sera”

 

aldo grasso

In tv ci si abitua a tutto […] Com’è la conduzione di Stefano De Martino? Perché «Affari tuoi» continua a fare buoni ascolti? […]

 

Alla conduzione si sono alternati, nel corso delle edizioni realizzate, Paolo Bonolis (2003-2005), Pupo (2005-2006), Antonella Clerici (2006), Flavio Insinna (2006-2008, 2013-2017), Max Giusti (2008-2013), Carlo Conti (2015) e Amadeus (2023-2024).

 

[…] la caratteristica principali di questi conduttori è la loro «medietà» (non è un’offesa, lo dico in senso aristotelico: la proprietà che si pone fra due estremi), quella capacità di resistenza che ha bisogno più di tempra fisica che di fuochi d’artificio. Nella tv dai tempi lunghi, il problema principale è riuscire a trasformare un format in un programma, cioè dargli un volto, una personificazione.

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Ci sono riusciti Bonolis, Insinna e Amadeus; ora tocca a De Martino le cui conduzioni sono sempre state all’insegna del voglio ma non posso. Quando un format è forte, come lo è «Affari tuoi», c’è il rischio che il conduttore faccia parte del meccanismo e basta. Certo, gli autori gli troveranno i tormentoni da ripetere («E mo’ so Affari Tuoi», «Spacchetta»), ma la disinvoltura è altra cosa.

stefano de martino ad affari tuoi 3

 

[…] Il vero dramma, ripeto, è che in tv ci si abitua a tutto: dopo che una persona appare un discreto numero di volte diventa parte del paesaggio televisivo. Gli unici corpi che restano comunque estranei, nonostante i notevoli sforzi, sono Pino Insegno ed Enrico Papi.

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