“RECITARE NUDA? ASPETTO CHE ME LO CHIEDA SORRENTINO" - ALESSIA MARCUZZI SI CONFESSA AL "CORRIERE DELLA SERA" E FRIGNA PER IL TITOLO DELL'INTERVISTA SUL NUDO E SULLA STORIA DELL'ACTOR'S STUDIO ("RINUNCIAI PER INZAGHI"): "CHISSA' COME MAI QUESTE COSE SUCCEDONO SEMPRE A NOI DONNE" - "HO RECITATO IN 4 FILM, IN UNO DAVID BOWIE MI VIOLENTAVA E UCCIDEVA. NON È COSA DA POCO ESSERE AMMAZZATA DAL DUCA BIANCO" - LA PASSIONE PER NANNI MORETTI ("ANCHE LUI, COME ME, ODIA I SABOT, LE SCARPE CHIUSE DAVANTI E APERTE SUL TALLONE") E PER MONICA VITTI: "OGNI TANTO QUALCUNO DICE CHE FISICAMENTE LE SOMIGLIO” (CIAO CORE!) – IL 3 MAGGIO "A-LESSA" AFFIANCHERA’ CONTI ALLA CONDUZIONE DEI “DAVID”
Da biccy.it
Questa mattina sul Corriere è stata pubblicata un’intervista ad Alessia Marcuzzi promossa sui social con un suo virgolettato: “Marcuzzi: «Harvey Keitel mi voleva all’Actor’s Studio, rinunciai per Inzaghi. Recitare nuda? Solo se me lo chiedesse Sorrentino»”
Alessia Marcuzzi contro il titolo della sua intervista al Corriere
Un titolo che non è affatto piaciuto alla conduttrice che, sempre via social, ha replicato.
“Perché questo titolo se del nudo nell’intervista non si parla?” – ha scritto Alessia Marcuzzi su Twitter – “Con Valerio Cappelli abbiamo parlato di tante cose belle, dalla mia passione per Peter Sellers alle donne del cinema, da Paola Cortellesi alle sorelle Rohrwacher, alla Bigelow. E si, la domanda sul nudo me l’ha fatta Valerio (peraltro persona amabile) e la mia risposta è stata: non mi fare queste domande che poi ci fanno i titoli, ridendo. Incredibile eh? Titolo su Simone, il padre di mio figlio (citato un secondo per una battuta su Harvey Keitel) e il nudo di Sorrentino. Chissà come mai queste cose succedono sempre a noi donne”.
Come sottolineato da Alessia Marcuzzi, col titolo in questione non c’entra niente il giornalista che l’ha intervistata, Valerio Cappelli, che anzi ha definito “una persona amabile”. Corriere risponderà?
Valerio Cappelli per corriere.it - Estratti
Lei dà l’idea di essere una finta leggera. Ha una sua inquietudine, dietro la freschezza e la simpatia.
«È così. Non a caso la mia attrice preferita è Monica Vitti. Ogni tanto qualcuno dice che fisicamente le somiglio. La bionditudine, la voce afona…Una fuoriclasse che ha unito la commedia al cinema d’autore».
(...)
Primo film visto?
«E.T. al Drive In, il cinema all’aperto a Casal Palocco, dove vivevo. Avevo 12 anni, per tanto tempo ho desiderato di volare con la mia bici e quel mostriciattolo nel cestino. Casal Palocco, come dice Nanni Moretti in Caro Diario, rimanda ai cani dietro ai cancelli, alle pizze nei cartoni, all’odore di tute indossate al posto di vestiti. Mio nonno aveva tre figlie a cui acquistò lì una casetta ciascuna».
Lei che ama Nanni Moretti è una notizia.
«Perché? Adoro il suo realismo e la sua ironia. E poi anche lui, come me, odia i sabot, le scarpe chiuse davanti e aperte sul tallone».
Lei ha recitato in Il mio west di Veronesi.
«Sono la maïtresse del bordello, amante di Harvey Keitel, mentre David Bowie mi violenta e uccide. Avevo 26 anni, mi sentivo in Paradiso. Non è da poco essere ammazzata da David Bowie. La sua presenza metteva a tutti una tensione incredibile, spaventava già prima del suo arrivo. Era educato, sempre vestito da cowboy, anche quando non doveva girare. Con Keitel siamo diventati amici, mi ha fatto un sacco di complimenti e mi ha consigliato di seguire i corsi di recitazione all’Actor’s Studio.
Non l’ho fatto perché ho incontrato il papà di mio figlio Tommaso (Simone Inzaghi, allenatore dell’Inter). Ma io da quando ero piccola sognavo di diventare attrice. Da piccola in salotto davanti ai miei facevo le imitazioni di Ornella Vanoni e del salotto di Maurizio Costanzo. Volevo essere pagata, papà mi devi dare un soldino. Li sfinivo con spettacoli che duravano quattro ore. Ti pago se la smetti, diceva mio padre».
E più tardi...
«Mi iscrissi a Lettere con indirizzo Spettacolo. Quando a una lezione proiettarono La corazzata Potemkin mi addormentai, a me quel film ricordava Fantozzi. Poi cominciai a presentare in tv».
Ha interpretato appena quattro film.
«Non ho rimpianti, ho fatto altro, forse non ero abbastanza portata».
(...)
In effetti lei rimanda alla conduzione dei reality, L’Isola dei Famosi, Il Grande fratello…
«Sono i cliché italiani. In America si può fare sia piccolo che grande schermo. Io il cinema lo amo. E l’amore aumentò quando stavo con Pietro Sermonti. Perfect Days di Wim Wenders, dove l’omino che pulisce i bagni ti fa pensare a non avere troppi grilli per la testa, mi ha fatto venire i lucciconi».
Se per un film le chiedessero di spogliarsi?
«Queste domande si fanno solo alle donne. Mhhh, aspetto che me lo chiedano Sorrentino e Lanthimos, il regista di Povere creature».
alessia marcuzzi foto di bacco (3)
All’incontro sui David è caduta e le si è rotto l’abito.
«Il tacco è andato sotto la gonna…Cado spesso, sono maldestra. Il mio film straniero preferito ai David è quello che si premierà, Anatomia di una caduta di Justine Triet. Ma giuro che non è per il mio ginocchio sfracellato. Ancora oggi non ho capito se la protagonista è colpevole della morte del marito oppure no. Ai David lo chiederò direttamente alla regista».
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