ATTENTI, IL CALDO TORRIDO DI QUESTI GIORNI PUÒ FAR PERDERE LA TESTA! – L'AUMENTO DELLE TEMPERATURE FA CRESCERE LA PRODUZIONE DI TESTOSTERONE E DI ADRENALINA, CON UN'ACCENTUAZIONE DEI COMPORTAMENTI AGGRESSIVI – IL NEUROCHIRURGO GIULIO MAIRA: “FINO A UNA TEMPERATURA INTERNA SOTTO I 37°C IL NOSTRO CERVELLO FUNZIONA BENE. OLTRE QUESTA SOGLIA, QUALCOSA SI PUÒ INCEPPARE E…”
Estratto dell’articolo di Giulio Maira* per “Il Messaggero”
*l'autore è Professore di Neurochirurgia, Humanitas Milano, e Presidente Fondazione Atena Onlus
[…] Oltre che sull'ambiente, l'aumento delle temperature ha effetti pericolosi anche sulla nostra salute e anche la mente può essere messa a dura prova.
Il cervello è un organo fragile e per funzionare bene deve mantenersi entro valori di temperature ottimali. A far questo ci pensa la natura grazie a un meccanismo chiamato omeostasi, il quale, oltre alla temperatura, regola alcuni importanti equilibri del nostro corpo: la secrezione ormonale, il senso della sete e della fame, la quantità di elettroliti che circolano nel sangue, ecc.
Da tutto ciò dipende il nostro benessere fino a quando qualcosa, come un caldo eccessivo, non fa inceppare il meccanismo. In linea di massima, fino a una temperatura interna sotto i 37°C il nostro cervello funziona bene. In estate però si rischia spesso di andare incontro a forti rialzi termici, come accade soprattutto in questi giorni di caldo eccessivo.
E allora si sta male, si soffre di improvvisi mal di testa, vertigini, senso di stanchezza, e talvolta si può anche perdere coscienza; il glucosio viene utilizzato in gran parte per tenere bassa la temperatura corporea e, con meno risorse energetiche, le funzioni cognitive, logiche e di ragionamento, si riducono, e la mente si appanna.
L'aumento delle temperature può essere anche un forte fattore di stress, e questo porta alla crescita della produzione di testosterone e di adrenalina, con un'accentuazione dei comportamenti aggressivi. Soprattutto negli anziani, ma anche nelle persone fragili, con il caldo si può osservare un calo della pressione arteriosa, una delle più frequenti cause di svenimento; il cervello non riceve sangue a sufficienza e in qualche modo si spegne.
Un'altra conseguenza possibile è la frammentazione del sonno, con difficoltà ad addormentarsi e minore qualità del riposo e quindi anche di concentrazione. […]
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