BASTA OMERTÀ CON I PEDOFILI – A BIELLA UN ISTRUTTORE DI EQUITAZIONE CHE HA ABUSATO DI DUE BAMBINI HA CONTINUATO PER ANNI A FARE IL SUO LAVORO, NONOSTANTE FOSSE STATO CONDANNATO NEL 2015 E INTERDETTO DA OGNI SCUOLA FEDERALE – QUALCHE GIORNO FA, FINALMENTE, IL CONI HA DATO ASCOLTO ALLA MAMMA DELLE DUE VITTIME, E HA CONDANNATO LE PERSONE COMPIACENTI CON IL PEDOFILO…
Estratto da www.lastampa.it
A seguito della richiesta di Commissariamento della Federazione italiana sport equestri presentata da Lorella Tempia Caliera, il Coni ha riaperto alcune vecchie segnalazioni che la Procura federale aveva già archiviato o che si erano concluse con una ingiusta assoluzione delle persone coinvolte, oggi risultate colpevoli.
Così in un comunicato stampa l’associazione Giacomo Fornasier, dedicata a questo giovane e a suo fratello che da piccoli furono vittima di abusi sessuali da parte dell’istruttore federale della FISE, condannato per violenza sessuale nel 2015 e in Corte d’Appello confermata la condanna a 4 anni e 6 mesi di reclusione.
La “mamma coraggio” degli sport equestri, già a partire dal 2017- ricorda l’associazione - aveva inviato diverse segnalazioni alla Procura Fise e personalmente al presidente della FISE Marco Di Paola per informarli che il pedofilo che ha abusato dei suoi figli, condannato in via definitiva alla pena detentiva e alla interdizione perpetua ad ogni scuola […] continuava invece a svolgere serenamente la sua attività di istruttore federale, di speaker in gare presso centri fise, grazie a diversi tesserati e a un circolo ippico del biellese compiacenti.
Il pedofilo era stato anche ritrovato tesserato in Fise, nonostante la radiazione. Lorella Tempia Caliera, presidente dell’associazione nata in memoria di suo figlio, ha lottato senza sosta e con tutte le sue forze per ben 8 anni, portando prove video e documentali di quanto sosteneva ma, fino a dicembre di un anno fa, era stata sempre ignorata e derisa dalla dirigenza Federale . Tant’è che un anno fa decideva di rivolgersi al Coni per chiedere il Commissariamento di una Federazione che Lei ha definito inerte quando si tratta di tutelare i minori vittime di abusi negli sport equestri.
Il Coni - ecco la storia- dietro continue sollecitazioni di questa mamma che nel frattempo aveva perso uno dei due figli abusati, riapriva i vecchi casi e in data 26 novembre scorso, proprio il giorno della ricorrenza della morte di suo figlio Giacomo, la tanto combattuta sentenza di condanna sportiva dei colpevoli compiacenti col pedofilo, è stata sottoscritta dal Tribunale di prima istanza della Fise, a seguito del deferimento voluto dal procuratore nazionale del Coni e solo dopo le continue lamentele e diffide delle vittime. Dei deferiti, due atleti Fise sono stati sospesi per 2 anni, mentre al centro che ha permesso al pedofilo radiato di proseguire l’attività, è stata sospesa l’affiliazione e l’attività, per 2 anni unitamente a una pena pecuniaria di 5mila euro.
«La Federazione- ha dichiarato Lorella Tempia Caliera dopo la lettura della sentenza- mi ha presa in giro per anni, sono stata anche denunciata dal Presidente Marco Di Paola perché non ho taciuto certe vergogne. Ma purtroppo per la Federazione, sono stata in grado di dimostrare quanto sostenevo da anni con prove documentali, video e testimonianze.
La Fise non ha avuto scelta, è stata messa in un angolo e alla fine ha dovuto condannare le persone da me denunciate. Non devo niente alla Fise, il risultato di oggi è solo frutto della mia determinazione, dell’amore per i miei figli e del supporto che la mia famiglia mi ha dato in questa lunga battaglia, insieme a tante altre persone di cuore che ho incontrato in questo doloroso percorso.
Le istituzioni sportive parlano di tutela ma alla fine quello che devono fare non lo fanno se non costretti. Questa vittoria io la dovevo a mio figlio Giacomo che non c’è più e a mio figlio Giovanni che, nonostante la violenza subita da bambino, è riuscito a crescere con sani principi morali e soprattutto con quel coraggio che solo un uomo vero può avere.
Sono soddisfatta di questa sentenza? Proprio No. Ci sono ancora tante incongruenze non troppo chiare rispetto alla prove che ho depositato. Ho fornito tantissime prove che hanno ignorato, portando all’assoluzione di persone da sempre coinvolta nella vicenda. Altre persone non sono state toccate dal deferimento. Invierò immediatamente le mie osservazioni e contestazioni a riguardo, sia al Coni che alla Fise.
E ora mi aspetto che il Coni faccia il suo dovere, ovvero che dia seguito alla mia richiesta di Commissariamento della Federazione che nulla ha fatto per ben 8 anni, quando si è trattato di fermare un pedofilo. Oltre alla mia vicenda, ho letto di altre circostanze agghiaccianti, altre cose gravissime, lei cui indagini sono ancora in corso e che, se accertate, cosi come è stata accertata la vicenda del pedofilo dei miei figli, non fanno per niente onore allo sport.
Lo sport equestre è tenuto in piedi, per lo più, dagli appassionati, soprattutto da minori che vivono di passione per il cavallo, è tenuto in piedi dalle famiglie che fanno sacrifici infiniti per non negare un sogno ai propri figli. Meritiamo uno sport fatto di etica, di morale, di correttezza. Meritiamo che lo sport sia un luogo educativo per i nostri ragazzi, dove le famiglie possano sentirsi al sicuro. Meritiamo tutti noi che venga ripristinato, nel più breve tempo possibile, uno sport degno di questo nome. Per questo mi auspico che il Coni prenda una posizione chiara sul commissariamento, diversamente, questa sarebbe una grave macchia per tutto il mondo dello sport e con la quale dovremo fare i conti da ora in avanti. Che ognuno si assuma le proprie responsabilità».