luigi brugnaro

BRUGNARO NON VUOLE FARE LA FINE DEL SUO AMICO TOTI – IL SINDACO DI VENEZIA VA IN CONSIGLIO COMUNALE E, TRA LE URLA “DIMISSIONI”, ANNUNCIA CHE RESTERÀ AL SUO POSTO: “SENTO IL DOVERE DI RIMANERE IN CARICA, NON HO FATTO NULLA DI CUI DOVERMI VERGOGNARE” – IL PRIMO CITTADINO, CHE NEL 2021 FONDÒ CON L’EX GOVERNATORE LIGURE “CORAGGIO ITALIA”, SCARICA L’ASSESSORE RENATO BORASO E PARLA DEGLI INCONTRI CON MR CHING: “MI HA CHIESTO DELL’AREA DEL PILI MA…”

 

 

Laura Pirone per LaPresse

 

luigi brugnaro in consiglio comunale

Mette in chiaro fin dall'inizio che sente il "dovere di rimanere in carica". Il sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, interviene in aula, nel corso della seduta straordinaria del Consiglio comunale, per spiegare le sue 'ragioni' dopo la tegola dell'inchiesta della magistratura lagunare su un presunto giro di tangenti e corruzione nel Comune, che lo vede indagato per corruzione.

 

Il suo intervento, ripetutamente interrotto dalle proteste dei cittadini che stanno assistendo alla seduta pubblica delle Assise cittadine, urlando 'Vergogna', 'Vai a casa' e 'Dimettiti', esponendo fogli A4 con le loro richieste di dimissioni, inizia e finisce con lo stesso concetto: "Non mi dimetto, lotterò per dimostrare la mia onestà".

All'esterno della sede del Consiglio comunale, a Mestre, un gruppo di cittadini, fin dal mattino si è riunito per protestare. Blindatissimo il palazzo del Consiglio: le forze dell'ordine hanno lasciato passare solo consiglieri e la stampa.

 

proteste contro luigi brugnaro a venezia

"Non ho fatto nulla di cui dovermi vergognare, ma sono indagato e resto a disposizione della magistratura per rispondere a tutte le domande", esordisce Brugnaro che, nel suo intervento, ripercorre anche tutte le procedure burocratiche legate al Pili e al Reyer, fino ad arrivare agli incontri con il magnate di Singapore, Mister Ching. "Sono qui a dover dimostrare l'onestà del mio operato. Lo devo soprattutto ai cittadini: ci ho messo la faccia, tutta la mia esperienza. Ed è per questo che sono esterrefatto", afferma, mentre prende anche le distanze da Renato Boraso, ex assessore arrestato nell'ambito della stessa indagine della magistratura che ha rimesso le deleghe.

 

 

LUIGI BRUGNARO GIOVANNI TOTI

"Se avessi anche solo immaginato, se avessi avuto dubbi, gli avrei revocato le deleghe e avrei denunciato alle autorità", spiega e aggiunge: "Per essere ancora più chiaro, non ne so assolutamente nulla". Per le intercettazioni che riguardano conversazioni tra lui e Boraso, di cui dice di aver appreso dai giornali perché "non ho ricevuto ancora" gli incartamenti che "mi riguardano", afferma che il suo "riferimento a 'stanno domandando anche a me se tu domandi soldi'" era dovuto al fatto che "ero molto arrabbiato e nel dubbio, anche per provocarlo e vedere come avrebbe reagito".

 

proteste contro luigi brugnaro a venezia 3

"Mi infastidiva questo modus operandi 'superficiale' - ha aggiunto - Mi pare evidente dalle due intercettazioni, che non ero d'accordo sul suo modo di fare, ma mai avrei potuto anche solo pensare quello che poi è emerso dall'indagine". Due gli incontri di cui parla il sindaco in aula avuti con il magnate di Singapore: aprile 2016 e dicembre 2017, le uniche volte in cui ha visto Mr Ching.

 

LUIGI BRUGNARO - ILLUSTRAZIONE DEL FATTO QUOTIDIANO

"Non ho mai chiesto nulla a nessuno, né mai mi hanno offerto niente". Nel 2016, Mr Ching "era interessato ad acquisire immobili a Venezia, mi chiede dell'area del Pili perché mi disse che gli ricordava una area simile che stava realizzando a Londra, sempre per il waterfront". In quell'occasione si discusse anche dei Palazzi Donà e Papadopoli: "Successivamente si concretizzò la vendita di quegli immobili che erano inseriti nel piano di alienazione del Comune, già da prima che io diventassi sindaco". E dalla vendita dei due palazzi "nel rispetto di tutte le procedure" arrivò denaro per le casse del Comune che era in "predissesto".

luigi brugnaro in consiglio comunale proteste contro luigi brugnaro a venezia proteste contro luigi brugnaro a venezia 2

Ultimi Dagoreport

tony effe

DAGOREPORT - TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A FANCULO! MENTRE PAPA BERGOGLIO ACCOGLIE SANTI E PUTTANE, TRANS E GAY, LA SINISTRA ITALIANA PROVA A IMPORRE QUESTA OSSESSIONE AMERICANA PER IL POLITICAMENTE CORRETTO CHE SI ILLUDE DI RIDURRE IL TASSO DI INTOLLERANZA UTILIZZANDO UN LINGUAGGIO APPROPRIATO. TUTTO INUTILE. PERCHÉ IL RIDICOLO È PIÙ FORTE DEL PERICOLO. DIRE OMOSESSUALE ANZICHÉ GAY NON PROTEGGE GLI OMOSESSUALI DALLA VIOLENZA DI STRADA. COSÌ COME CACCIARE DAL PALCO DEL CONCERTONE DELL’ULTIMO ANNO IL RAPPER TONY EFFE PER AVER SCRITTO BRANI CHE "VEICOLANO MESSAGGI OFFENSIVI VERSO LE DONNE E NORMALIZZANO ATTEGGIAMENTI VIOLENTI" NON CAMBIA LA VITA SOCIALE E I RAPPORTI INTERPERSONALI. MASSÌ, IN PRINCIPIO ERA IL VERBO. MA ALLA FINE C'È LA BUGIA, IL TERRORE DI ESPRIMERE LIBERAMENTE QUELLO CHE SI PENSA, DETTO ALTRIMENTI FASCISMO”

mario calabresi - elly schlein - matteo renzi - carlo calenda - ernesto maria ruffini

DAGOREPORT – CERCASI DISPERATAMENTE UN CENTRO DI GRAVITÀ PERMANENTE, DI ISPIRAZIONE CATTOLICA E MODERATA, CHE INSIEME AL PD POSSA CONTRAPPORSI ALLE ELEZIONI POLITICHE DEL 2027 ALLA DESTRA AUTORITARIA DEL GOVERNO DI MELONI (SALVINI E TAJANI NON CONTANO PIU' UN CAZZO) - MENTRE PROCEDE L'EUTANASIA DEL TERZO POLO, OSTAGGIO DI RENZI E CALENDA, SI E' AUTOCANDIDATO IL CATTOLICO ERNESTO MARIA RUFFINI, MA NON LO VUOLE NESSUNO (ANCHE PRODI DUBITA DEL SUO APPEL MEDIATICO) - RISULTATO? SI È DIMESSO NON SOLO DAL FISCO MA ANCHE DA CANDIDATO - RUFFINI O NO, UNA “COSA" DI CENTRO DOVRÀ NASCERE A FIANCO DEL PD. L'EVANESCENZA DEI CATTO-RIFORMISTI DEM E' TOTALE. IL VATICANO E L'AZIONISMO CATTOLICO NON SI RICONOSCONO NEI VALORI ARCOBALENO DELLA MULTIGENDER ELLY SCHLEIN – RUMORS DALLA MILANO CIVICA: CIRCOLA IL NOME DI MARIO CALABRESI COME CANDIDATO SINDACO PER IL DOPO SALA…

giorgia meloni john elkann

DAGOREPORT – MENTRE LA CRISI GLOBALE DELL'AUTOMOTIVE RISCHIA DI BRUCIARE L'1% DEL PIL ITALIANO, GIORGIA MELONI E JOHN ELKANN SONO IMPEGNATI A FARSI LA GUERRA - LA DUCETTA DIFFIDA (EUFEMISNO) DI YAKI NON SOLO PERCHE' EDITORE DI "REPUBBLICA" E "LA STAMPA" NONCHE' AMICO DI ELLY SCHLEIN (GRAZIE ALLA DI LUI SORELLA GINEVRA), MA ANCHE PERCHÉ E' CONVINTA CHE FRIGNI SOLTANTO PER TORNACONTO PERSONALE - DI CONTRO, IL RAMPOLLO AGNELLI FA PRESENTE A PALAZZO CHIGI CHE LA QUESTIONE NON RIGUARDA SOLO STELLANTIS MA L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA IN TUTTO L'OCCIDENTE - E LA CINA GODE GRAZIE AL SUICIDIO EUROPEO SUL GREEN DEAL...

giorgia meloni e donald trump - meme by edoardo baraldi .jpg

FLASH – COSA FARÀ LA CAMALEONTE MELONI QUANDO DONALD TRUMP, PER L’IMPOSIZIONE DEI DAZI, DECIDERÀ DI TRATTARE CON I SINGOLI PAESI E NON DIRETTAMENTE CON BRUXELLES? LA DUCETTA, AIUTATA DAL SUO AMICO ELON MUSK, GESTIRÀ GLI AFFARI FACCIA A FACCIA CON IL TYCOON, FACENDO INCAZZARE URSULA VON DER LEYEN E MACRON, O STARÀ DALLA PARTE DELL’UNIONE EUROPEA? STESSO DISCORSO PER L’UBIQUO ORBAN, CHE OGGI FA IL PIFFERAIO DI PUTIN E L’AMICO DI TRUMP: COSA FARÀ IL “VIKTATOR” UNGHERESE QUANDO LE DECISIONI AMERICANE CONFLIGGERANNO CON QUELLE DI MOSCA?

lapo e john elkann lavinia borromeo

FLASH! - INDAGATO, GRAZIE A UNA DENUNCIA DELLA MADRE MARGHERITA AGNELLI, INSIEME AI FRATELLI GINEVRA E JOHN  NELL'AMBITO DELL'EREDITA' DELLA NONNA MARELLA CARACCIOLO, LAPO ELKANN E' STATO COSTRETTO A RASSEGNARE LE DIMISSIONI DALLA PRESIDENZA DELLA FONDAZIONE BENEFICA DE "LA STAMPA", ''SPECCHIO DEI TEMPI'', PER LASCIARE LA POLTRONA ALLA COGNATA LAVINIA BORROMEO... – LA PRECISAZIONE DELL’UFFICIO STAMPA DI LAPO ELKANN: “LAVINIA HA ASSUNTO LA PRESIDENZA, MA LAPO RIMANE NEL CONSIGLIO DI ‘SPECCHIO’”