1. ABRAMO BAZOLI, O LA CONSERVAZIONE DEL POTERE ANCHE AI TEMPI DEL ROTTAM’ATTORE 2. COME MANTENERE IL POTERE SUL “CORRIERE DELLA SERA”, IN BARBA ALLO SCARPARO A PALLINI DELLA VALLE? NONNO ABRAMO BAZOLI PRONTO A SOSTITUIRE IN MITTEL L’AMICO ZALESKI CON ENZO MANES, FINANZIATORE DI PITTIBIMBO E PARTNER DI FIDUCIA DI INTESA 3. BONOMI PROVA A INSERIRSI, MA CON POCHE CHANCE: E’ SERVITO SOLO A FAR SALIRE IL TITOLO 4. LA SOCIETA’ BRESCIANA MITTEL CONTA ANCORA PARECCHIO IN RCS E CON MANES IL VECCHIO ABRAMO SI PREPARA A DARE L’ENNESIMA LEZIONE A DIEGUITO DELLA VALLE 5. C’E’ IL RENZISMO DA TRIBUNA D’ONORE CON LA SCIARPETTA DI CACHEMIRE VIOLA E IL RENZISMO CON I SOLDI IN MANO. BAZOLI, CASUALMENTE, SEMMAI PREFERISCE IL SECONDO

DAGOREPORT

Ci sono movimenti minori, almeno in termini mediatici, che spesso spiegano molto di più di tante chiacchiere che si fanno sui giornali. Ma anche tra le battute a uso e consumo dei titolisti, ce ne sono alcune che sembrano frivole e invece frivole non sono. Se poi c'è di mezzo uno come Giovanni Bazoli, presidente di Intesa e nume tutelare del Corriere della Sera, nulla è di poco conto. Anche quando se la prende con Diego Della Valle, il finanziere dai capelli vaporosi e dalle sciarpine color pastello che rischiano sempre di restare impigliati nei braccialetti.

L'ultima battuta è di ieri ed è di Abramo Bazoli: "Io sarei stanco? Andiamo su una pista da sci e poi vediamo". Una risposta, ovviamente senza citarlo, a Mister Tod's, che nei giorni precedenti lo aveva visto "un po' stanco" e in passato lo ha definito con scherno "un arzillo vecchietto".

Lo scarparo a pallini si sente l'Italia in mano da quando c'è Renzie a Palazzo Chigi, con il quale il patron della Fiorentina ha passato centinaia di domeniche pomeriggio allo stadio Artemio Franchi. E in vista dell'assemblea di maggio, con il suo 9% di Rcs, affila le armi per il controllo del Corriere della Sera.

Bazoli, che di anni ne avrò anche 81, ma nella vita ha visto i "Frati neri" di Roberto Calvi e soprattutto non ha debiti, ma solo crediti, volutamente sposta lo scontro sui campi da sci. Perché pur con tutta la buona volontà, sui campi della finanza, proprio non ci si vede a misurarsi con un Della Valle. E poi, come osserva un banchiere milanese "come Giuseppe Guzzetti, Bazoli fa parte di una generazione abituata a programmare a dieci anni e che i nemici li cucina a fuoco lento, con metodo".

Battute a parte, passiamo ai movimenti. Il movimento che segna una svolta sta andando in scena nella Mittel, finanziaria di partecipazioni bresciana da sempre nell'orbita di nonno Abramo. Ha in pancia varie partecipazioni, compreso quote rilevanti di Intesa Sanpaolo, e possiede anche l'1,5% di Rcs. Che sembra poca roba, ma poca roba non è. Basti pensare che finora ha consentito al liquidatore dell'Ambrosiano di Calvi di fare da ago della bilancia in via Solferino.

L'unico vero problema di Mittel si chiama Roman Zaleski, il finanziere franco-polacco amico di Bazoli - e compagno di bridge - che ha quasi 2 miliardi di debiti con il Salotto buono meneghino. La Tassara di Zaleski (e delle banche) ha il 16% di Mittel e Bazoli deve sostituirla con qualcuno di molto fidato.

Ieri il Sole 24 Ore spiffera che quel pacchetto potrebbe andare ad Andrea Bonomi, nipote della mitica Lady della Borsa milanese, appena uscito da Pop Milano e in procinto di rilevare la Bsi dalle Generali. Il titolo schizza subito in Borsa e ieri ha guadagnato quasi il 10%. Bel colpo anche per Tassara, che a questo punto venderà quel 16% a valori sicuramente più vicini a quelli che aveva messo in bilancio.

Ma a Milano non ci crede nessuno che uno come Bazoli possa affidare un pacchetto azionario tanto delicato, anche per l'esposizione di Intesa, al rampante Bonomi. E oggi infatti il Messaggero svela che chi sta trattando da tempo, e sarebbe anche "parecchio avanti" è il finanziere Vincenzo Manes. Anche a Dagospia risulta che sia così. E non c'è da stupirsi.

Manes, classe 1960, molisano di nascita e milanese d'adozione, è balzato recentemente agli onori delle cronache perché è uno dei tanti finanziatori di Renzie. E il premier lo ha citato come esempio per la valorizzazione del Terzo Settore. Non a caso gira voce che proprio Manes potrebbe diventare il presidente del primo grande fondo pubblico-privato dedicato al "volontariato che diventa impresa", con il quale Renzie sogna di rilanciare l'occupazione.

Intanto, con la sua Dynamo Camp, è da tempo il pioniere italiano del venture capital applicato alla filantropia. Manes tuttavia è anche altro, prima che un filantropo. Con la Intek ha un piccolo impero finanziario, che spazia dal rame all'immobiliare. E lavora da sempre al fianco di banchieri come Bazoli, Passera, Saviotti, Miccichè e Messina.

Dieci anni fa, tanto per dire che rapporti solidi sa coltivare, risolse a Intesa Sanpaolo un problema non da poco come il crac di Idra Presse, togliendogliela dal bilancio consolidato. Ma operazioni simili, rilevando, risanando e rivendendo, ne ha fatte a decine e sempre in silenzio.

La quota di Zaleski in Mittel sarebbe solo l'ultima operazione "di sistema" di una lunga serie. E per dire lo stile dell'uomo, anche quando rilevò la Smi, lasciò il patron Orlando in cda fino alla fine, facendogli da vicepresidente. A uno come Manes, la locuzione "arzillo vecchietto" non uscirà mai di bocca.

Ora, è vero che uno dei bracci destro di Manes, Diva Moriani, è appena sbarcata nel cda di Eni. Ed è vero che Bazoli non ha bisogno di Manes per parlare con Renzie. Però rafforzare ancora i rapporti con Mister Terzo Settore è un altro segnale di forza contro Dieguito Della Valle. Il segnale che al massimo con lui ci si può vedere sulle piste da sci. Perché anche nei rapporti con Pittibimbo, i soldi veri contano più di una scarpetta viola al collo.

 

GIOVANNI BAZOLI E JOHN ELKANN Enrico Salza Giovanni Bazoli e Piero Fassino MATTEO RENZI E DIEGO E ANDREA DELLA VALLE ALLO STADIO DIEGO DELLA VALLE DA LILLI GRUBER A OTTO E MEZZO Profumo Presidente di Banca Mps insieme a Riffeser e Giuseppe Guzzetti il Presidente Acri la casi tutte le Fondazioni Bancarie Italiane Romain Zaleski Elia Valori e Sergio BalbinotANDREA BONOMI vincenzo-manes

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