
DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)
donald trump - melania trump - giorgia meloni - funerale di papa francesco
DAGOREPORT
Gran parte del giornalismo italico si può riassumere bene con l’immortale frase dell’immaginifico Gigi Marzullo: “Si faccia una domanda e si dia una risposta”. L’intervista sul “Corriere della Sera” di oggi a Giorgia Meloni, firmata da Paola Di Caro, entra imperiosamente nella top parade delle marzullate.
La Statista della Garbatella se la suona e se la canta a pagina 2 e 3 del quotidiano diretto (per mancanza di prove) dall’ex giornalista dell’”Unità”, Luciano Fontana, sbattendo a pagina 4 i pezzi sulla notizia del giorno: il blackout che ha “spento” Spagna e Portogallo.
E’ ovvio che sia più rilevante in via Solferino la richiesta della premier di auto intervistarsi, piccatissima di essere stata del tutto ignorata dai media alle esequie papaline: la foto dell’anno resterà quella di Trump e Zelensky in San Pietro, seduti su due sedie, chini uno di fronte all’altro, intenti a sbrogliare il groviglio della guerra russo-ucraina.
Un faccia a faccia nella Casa di Pietro, che in passato non si era mai visto sulla scena politica mondiale, sbocciato a insaputa di Giorgia Meloni, che è stato preceduto dal capannello a quattro di Starmer, Macron e Zelensky con il Caligola della Casa Bianca.
Due immagini straordinarie di inedita “diplomazia funebre” che non potevano non oscurare la foto della Ducetta in gramaglie, francobollata come un carabiniere dalla sua segretaria Patrizia Scurti, in Piazza San Pietro.
Nel vedersi ignorata in casa propria, l’ego espanso dell’Underdog diplomata all’istituto professionale Arrigo Vespucci è esploso e ha richiesto al primo quotidiano italiano due pagine di ‘’riparazione’’, infilandoci pure la foto inedita in cui lei fa la smorfiosa sorridente a un Trump con l’espressione scocciata.
A sottolineare il suo “’A rega’, Io ci sono!”, all’immagine il Corriere aggiunge come dida le sue alate parole: “I rapporti personali tra me e Trump sono molto buoni. Siamo due leader che si rispettano e capiscono, anche quando non solo completamente d’accordo”.
intervista di Giorgia meloni al corriere della Sera
Per rassicurare della propria statura internazionale la Nazione, ha bisogno di farsi chiedere dalla cara Di Caro: “Veniamo al famoso incontro che potrebbe tenersi tra Trump e i vertici europei a Roma. Sono stati fatti passi avanti, ha avuto contatti positivi in questo senso?”.
E vai col tango! “Non abbiamo mai dato una data. Ci stiamo lavorando”, solfeggia la Giorgia dei due mondi, “a me interessa portare a casa un accordo vero che serva all’Italia in primo luogo, come all’Europa e agli Usa. Senza fretta, ma ben fatto”.
Alla domanda (si fa per dire): ‘’A Roma o a Bruxelles?”, la Thatcher del Colle Oppio esplode nel rimarcare il suo ruolo di leader: “Se Roma può essere la sede giusta perché il nostro Paese viene visto come amico e in qualche modo come sede sì europea ma non “controparte”, credo che sarà un grande riconoscimento. Ma anche se fosse altrove, a Bruxelles o ovunque — questo sì me lo concedo — qualche merito penso di poter dire che lo avrò avuto comunque”.
E qui il suo ego espanso non ha più pareti: più le decisioni dell’Unione europea, dai dazi all’Ucraina, sono gestite dal quartetto Macron, Sanchez, Tusk con l’aggiunta di Starmer, e più Meloni si gonfia come una rana, tanto un Chiocci e un Vespa si trova sempre ai suoi piedi.
DONALD TRUMP - ZELENSKY - INCONTRO PRIMA DEL FUNERALE DI PAPA FRANCESCO
La Statista de noantri non si ricorda più quante volte il dazista Trump le ha sbattuto la porta in faccia alle sue suppliche di un incontro alla Casa Bianca, agognata incoronazione di ‘’pontiere’’ tra Usa e Ue.
E quando “King Donald” ha finalmente concesso il grande onore di riceverla, la sua presenza si è rivelata del tutto irrilevante perché i dazi erano già scappati dalla stalla.
In fondo, tenere il piedino in due staffe è l’unica dote riconosciuta a Bruxelles alla Meloni, un camaleontismo che fa scopa con la megalomania che le fa dire che l’Unione Europea dà un'immagine di “blocco consolidato di burocrazie”.
Arrivati a questo punto di demenza politica, occorre informare la Nazione tutta che il tanto spaparanzato aiuto italiano all’Ucraina è pari a 2 miliardi e 900 milioni contro i 18 miliardi della Gran Bretagna e i 15 della Francia. Ecco quanto conta e pesa il Bel Paese nel mondo occidentale.
Post Scriptum
Sulla devozione di Giorgia a Papa Francesco, magari ci stava bene una domandina sul pensiero del pontefice argentino in difesa di migranti, detenuti e i 45 mila palestinesi fatti fuori da Netanyahu che Bergoglio definì “genocidio”.
giorgia meloni rende omaggio a papa francesco a san pietro
papa francesco giorgia meloni