AGNELLI 2.0 - IL FUTURO DELLA FAMIGLIA È LONTANO DALL'AUTO, E VICINO ALLA FINANZA: SE VA IN PORTO L'ACQUISTO DI PARTNER-RE, TRA POCHI ANNI JOHN ELKANN DICE ADDIO AL CONTROLLO DI FIAT-CHRYSLER - IL CUGINO ANDREA NON SI LAMENTA: LA SUA JUVE VINCE E FA 300 MILIONI DI FATTURATO
Paolo Griseri per "Affari & Finanza - la Repubblica"
Sulla scena del jet set della finanza hanno di nuovo un posto fisso. Cinquant’anni dopo i mitici Sessanta gli Agnelli tornano protagonisti. Non c’è più il glamour degli anni dell’Avvocato, il boom economico italiano è in realtà una ripresa dai contorni incerti. Ma se davvero in questi mesi si comincia a vedere chi ha vinto e chi ha perso la crisi, è chiaro che i cugini Agnelli sono tra coloro che ne sono usciti a testa alta.
ANDREA AGNELLI MARCHIONNE ELKANN
I conti dell’Exor, la finanziaria di famiglia, sono lo specchio di questo periodo favorevole. Fca ha realizzato con successo la fusione con Chrysler. Le plusvalenze della cessione di Sgs e Cushman hanno portato alla finanziaria di famiglia i denari necessari a lanciare la sfida per la conquista di PartnerRe. La Juventus comincia ad assumere dimensioni economiche paragonabili a quelle dei grandi club europei. John Elkann, nipote dell’Avvocato, e Andrea Agnelli, figlio di Umberto, possono dirsi soddisfatti. Anche se non mancano le incognite.
LAPO ELKANN E ANDREA AGNELLI FOTO ANSA
Quelle legate al ruolo di Sergio Marchionne, oggi difficilmente sostituibile nella sua funzione di cerniera tra le diverse parti dell’impero di Torino, come dimostra la sua recente nomina al ruolo di vicepresidente di Exor. E quelle sulla capacità della stessa finanziaria di vincere battaglie in mare aperto come quella di PartnerRe. Ma è un fatto che, finite le vacche magre per l’economia del vecchio continente, c’è una nuova età dell’oro degli Agnelli. Non è più l’assemblea affollata degli azionisti Fiat a riempire la grande sala del centro congressi del Lingotto.
ANDREA AGNELLI ANTONIO CONTE JOHN ELKANN
Al suo posto una riunione più ridotta, l’unica che ancora si fa a Torino dopo il trasferimento della sede di Fca in Olanda. Ma è la riunione che conta, quella dell’azionista principale. John Elkann ha la scena tutta per sé e riassume lo stato di salute della finanziaria con una semplice frase: “L’Exor che si presenta oggi davanti a voi è una società forte, snella, semplice, internazionale e, soprattutto, piena di energia”. Tanta energia da poter gettare sul piatto un’offerta da 6,8 miliardi di dollari per acquistare cash la società di riassicurazioni PartnerRe.
Quell’offerta di acquisto sarebbe, se perfezionata, la più grande operazione finanziaria mai realizzata dalla famiglia Agnelli. Che a sei anni dalla rifondazione della sua holding, la nuova Exor che sostituisce Ifi e Ifil, può dire di aver moltiplicato per sette il valore del titolo: “Nel 2009 - ricorda Elkann - il prezzo della nostra azione era di 6,15 euro. Proprio in queste settimane è arrivato a 45,43”. Il valore netto delle partecipazioni di Exor è di 13,4 miliardi: era di 2,9 sei anni fa. E’ aumentato meno della quotazione. Perché nel 2009 la Borsa si fidava meno.
E scontava del 40 per cento la somma del valore dei singoli asset della finanziaria di partecipazioni. Oggi lo sconto è diminuito al 15 per cento. Segno che il lavoro fatto in questi anni è giudicato positivamente dai mercati. Il portafoglio di Exor è stato progressivamente semplificato. La finanziaria aveva già ereditato da Ifi e Ifil la riduzione delle partecipazioni dovuta alla crisi Fiat di inizio secolo. Oggi si regge su tre pilastri principali: le due società nate dallo spin off di Fiat nel gennaio del 2011 (Fca e CnhI) e una società di servizi in funzione preferibilmente anticiclica rispetto all’andamento dei mercati manifatturieri.
Per lungo tempo le partecipazioni nei servizi sono state nella società di controllo svizzera Sgs e nella Cushman&Wakefield nel settore del real estate. Ora le due partecipazioni sono state cedute (Sgs) o in via di cessione (C&W) con una notevole plusvalenza. La somma delle operazioni di semplificazione del portafoglio Exor nel periodo 2013-2015 ha portato a plusvalenze totali per 2,1 miliardi di euro. A fine marzo la cassa lorda, prima della cessione di C&W (che dovrebbe fruttare circa 1,5 miliardi) era di 2,2 miliardi mentre la posizione finanziaria netta era positiva per 582 milioni.
Exor conta di acquisire PartnerRe utilizzando 2 miliardi di cassa propria e linee di credito per circa 4,5 miliardi di dollari. I fondamentali degli Agnelli arrivano al termine di un periodo di grande attività finanziaria. Solo un anno fa si discuteva se fosse conveniente per gli azionisti Fiat, in occasione della fusione con Chrysler, esercitare il diritto di recesso per 7,27 euro quando il titolo era intorno ai 6-6,5 euro. Chi ha venduto i circa 60 milioni di azioni che vennero cedute a fine agosto ha avuto di che rammaricarsi. Oggi il titolo Fca vale praticamente il doppio.
I giovanissimi Andrea agnelli col padre Umberto e John Elkann col nonno Gianni
E’ vero che a incidere sull’attuale valutazione pesa l’annuncio del prossimo spin-off di Ferrari e che probabilmente dopo lo scorporo del Cavallino il prezzo scenderà, ma a maggior ragione cedere un titolo che in breve tempo sarebbe salito consentendo ai proprietari di trovarsi in tasca un’azione Ferrari, non è stato un buon affare. Le altre tessere del puzzle degli Agnelli non danno minori soddisfazioni. La Juventus di Andrea raccoglie in questi anni i frutti dell’investimento sullo stadio di proprietà, unica società italiana oggi a poter puntare su un asset che garantisce, oltre al tifo, importanti ritorni sul piano del merchandising.
Con quattro campionati italiani vinti consecutivamente e la finale di Champions il fatturato della società comincia ad avvicinarsi per dimensioni a quello dei principali club europei: circa 300 milioni di euro contro i 500 del Real Madrid. La sola partecipazione alla finale di Berlino ha fruttato 95 milioni di euro. Meno trionfale la marcia nel settore dell’editoria. La lunga battaglia sul futuro di Rcs si è conclusa con la vittoria di Exor sul nome dell’amministratore delegato, Pietro Scott Jovane, mentre sul nome del successore di Ferruccio De Bortoli alla guida del Corriere della Sera John Elkann ha finito per trovare una sintesi con le posizioni degli altri soci.
MONTEZEMOLO MARIO CALABRESI JOHN ELKANN ANDREA AGNELLI
Curiosamente, nella battaglia di via Solferino il presidente di Exor si è trovato formalmente alleato anche con soci come Diego Della Valle con cui aveva duellato per mesi. Quali le prospettive di questo impero risanato? Se anche Exor non riuscirà a conquistare la società di riassicurazioni americana PartnerRe, è chiaro che cercherà un nuovo investimento nel settore dei servizi in grado di equilibrare i rischi nel settore manifatturiero. Sicuramente il business assicurativo è ideale per fare da contrappeso ad aree come quelle dell’auto e dei camion che richiedono un’alta intensità di capitale e producono bassi margini di ritorno. In prospettiva l’equilibrio interno alle partecipazioni è destinato ad aumentare.
L’eventuale acquisto di ParnterRe (l’assemblea dei soci decisiva è in programma il 24 luglio) porterebbe un asset che peserebbe da solo per il 30 per cento del portafoglio. In futuro, soprattutto in caso di consolidamento nel settore dell’automobile, Exor potrebbe diluire la propria partecipazione nelle quattro ruote, come ha più volte prospettato lo stesso John Elkann. Tutto questo finirebbe per rendere gli Agnelli e la loro finanziaria meno dipendenti dall’industria cui sono legati da oltre un secolo. Nel 2009, al momento della nascita della nuova Exor, il nav della società era di 55 punti superiore all’indice Msci dei mercati mondiali.
Negli anni difficili dell’auto il delta è sceso a meno 20. Solo quest’anno la differenza è tornato positiva, 17 punti sopra l’indice Msci. L’obiettivo della famiglia di Torino è evidentemente quello di trovare la struttura finanziaria in grado di assorbire senza scossoni i cicli altalentanti dell’auto. Per protrarre il più possibile l’età dell’oro. Sapendo che in prospettiva non tutto può girare per il verso giusto.
John Elkann con Gianni Agnelli allo stadio
Il 29 maggio, chiudendo l'intervento all'assemblea dei soci Exor, John Elkann ha ricordato la figura di Giovanni Agnelli: 'Mio nonno diceva che nella costruzione di un gruppo ci sono tre tempi: quello della forza, quello del privilegio e quello della vanità. Per me conta il primo'. Dopo aver rischiato di morire per il troppo privilegio, gli Agnelli stanno completando la ricostruzione.