TORNA IL CAIMANO? ARIECCO LO SPREAD! PIAZZA AFFARI IN PICCHIATA DOPO GLI ANNUNCI DI CRISI DI GOVERNO - LA VENDETTA: TONFO MEDIASET

Raffaele Ricciardi per Repubblica.it

Lo spettro della crisi di governo in Italia torna ad agitare gli investitori. Lo stesso economista Nouriel Roubini, d'altra parte, su Repubblica in edicola pronostica le difficoltà per Piazza Affari in questa situazione. Sullo sfondo, si continua ad agitare lo spettro del "tapering", la riduzione degli stimoli della Fed, con l'incognita della reazione dei mercati emergenti, le cui valute sono state pesantemente colpite dalla prospettiva di un netto taglio alla liquidità disponibile.

In questo contesto i mercati europei avanzano deboli, ma sono oggi orfani degli scambi di Londra, che resta chiusa per festività, e quindi gli scambi sono ridotti. Francoforte scende dello 0,2%, Parigi è in rosso dello 0,6%.

Diversa la situazione della Borsa di Milano, sulla quale pesa la difficile sopravvivenza del governo Letta: è sempre più appesa a un filo, tra le strettoie per l'abolizione dell'Imu e la grande spada di Damocle del destino di Silvio Berlusconi, pronto allo strappo se non gli verrà concesso un salvacondotto. A Piazza Affari il Ftse Mib apre in rosso e accelera a -2,2%, penalizzato dalle banche, con la sola eccezione di Bpm. Nelle sale operative sottolineano che - pur in presenza di bassi volumi - gli ordini di vendita vengono soprattutto dall'estero: si attende il Consiglio dei ministri di mercoledì per capire di più.

Parte intanto la stagione delle trimestrali del comparto del credito, in particolare delle popolari. Oggi tocca, tra le altre, a Ubi Banca - sospesa nel frattempo in ribasso insieme a Bper - approvare i conti dei primi sei mesi del 2013, che verranno diffusi domani. Pesanti sul listino principale Mediaset, anch'essa congelata dagli scambi in ribasso, e Gtech. Attenzione a Fiat Industrial, che ha annunciato un avvicendamento sulla poltrona di direttore finanziario: a Paolo Di Si succede Max Chiara.

Lo spread tra Btp e Bund si allarga oltre 245 punti base, con il rendimento del decennale italiano al 4,38%. I titoli spagnoli rendono poco di più: il 4,45%. Ripartono in settimana le aste di titoli di Stato del Tesoro, che culminano con i Btp di giovedì: c'è attesa per capire come gli investitori internazionali reagiranno agli sviluppi che emergeranno nei Palazzi del governo. Oggi la Germania ha collocato 2,42 miliardi di titoli annuali con rendimenti in rialzo allo 0,097%.

A livello internazionale, domina la scena il ruolo delle Banche centrali. Mentre la Federal Reserve si avvia a tagliare gradualmente gli stimoli straordinari all'economia, anche se all'interno della Banca centrale americana c'è differenza di vedute sulle tempistiche, in Europa la Bce è spaccata tra chi lascia aperte le porte a un'ulteriore riduzione dei tassi di interesse e chi invece guarda già a un loro rialzo.

Sul secondo versante si collocano i tedeschi, che ricordano all'Eurotower come i segnali di ripresa economica si debbano accompagnare con l'innalzamento del costo del denaro, ora ai minimi storici dello 0,5%. Dall'altra parte c'è Panicos Demetriades, che sottolinea come i governatori centrali non possano escludere la necessità di una nuova sforbiciata ai tassi verso nuovi minimi.

A Est, prevale l'ottimismo nei confronti delle scelte di Ben Bernanke: secondo gli operatori i dati sul mercato immobiliare Usa diffusi venerdì - con un tracollo delle vendite - allontanano la stretta agli acquisti di bond: gli indici dell'area hanno guadagnato, ma si è registrato il leggero calo (-0,18%) per la Borsa di Tokyo. Tra scambi ridotti, si segnala la performance volatile dei principali indici nipponici, che aprono in grande rialzo, per poi ritracciare. Chiudono in positivo Shanghai +1,9% e Shenzhen (+2,06%) in Cina, recuperano anche Hong Kong e Seul.

Negli Stati Uniti deludono i dati sugli ordini di beni durevoli per il mese di luglio: sono calati del 7,3%, peggio delle attese degli analisti per un -4%. Venerdì Wall Street ha chiuso in territorio positivo nonostante il crollo delle vendite di case nuove a luglio, con gli occhi sempre puntati sulle scelte della Fed. Il Dow Jones è cresciuto di 46,77 punti, lo 0,3%, di nuovo sopra 15mila punti.

L'S&P 500 ha guadagnato lo 0,4% mentre il Nasdaq ha segnato un +0,5%, a quota 3.657,79. Da inizio anno Dow e S&P 500 hanno guadagnato nell'ordine del 15%, il listino tecnologico supera il +21%, ma i future sono oggi deboli. A livello societario si guarda alla compagnia biotech Amgen, che ha acquisito Onyx per oltre 10 miliardi di dollari.

L'euro si stabilizza sopra quota 1,33 dollari. La moneta unica passa di mano a 1,3370 dollari mentre cede qualcosa nei confronti dello yen a 131,85. Il dollaro in ribasso sulla valuta nipponica a 98,61 yen. Quanto alle materie prime, la crescente pressione internazionale sulla Siria genera un innalzamento dei prezzi. L'oro per immediata consegna ha toccato sui mercati asiatici i livelli più alti da inizio giugno, a 1.407,18 dollari l'oncia. Futures consegna dicembre in rialzo a 1.407 dollari l'oncia sul Comex di New York.

Su anche il petrolio: il Wti, con consegna ottobre, viene scambiato a 106,89 dollari al barile in rialzo di 47 cent mentre il Brent sale di 20 cent a 111,23 dollari al barile.

 

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