ASTA LA FREQUENZA SIEMPRE - CASSATO IL “BEAUTY CONTEST” DEL BANANA, LE FREQUENZE TV ANDRANNO ALL’ASTA - MA RAI E MEDIASET IN CRISI NON VOGLIONO SFIDARSI ALLL’ULTIMO RIALZO E MINACCIANO DI DISERTARLA - L’AGCOM DECIDERÀ MODALITÀ E DURATA DELLE CONCESSIONI: L’AMBITTISSIMA BANDA 700 MHZ, CHE DAL 2015 POTRÀ OSPITARE I CANALI “MULTIMEDIALI”, POTREBBE ESSERE ASSEGNATA “A TERMINE” PER FARE CASSA PIÙ AVANTI…
Alberto Guarnieri per "Il Messaggero"
Niente regali alle tv. A Rai e Mediaset in particolare. Con un emendamento al dl fiscale, il governo cancella il «beauty contest» che assegnava gratuitamente un multiplex (capace di 5-6 canali di trasmissione) ai protagonisti del vecchio duopolio.
Le frequenze vanno all'asta e per ottenerle bisognerà quindi pagare. Come hanno fatto a suo tempo i gruppi telefonici. L'introito per le casse dello Stato era fino a pochi giorni fa stimato dagli esperti in circa un miliardo e duecento milioni di euro. Ma è una cifra che potrebbe ridursi e non di poco viste le difficoltà in cui versano i conti Rai. C'è poi l'ipotesi che sia la tv pubblica che Mediaset possano accontentarsi della conversione in televisive di frequenze telefoniche già in loro possesso.
Le nuove frequenze tv saranno «assegnate mediante pubblica gara indetta entro 120 giorni dall'entrata in vigore del presente articolo», recita l'emendamento presentato alla commissione Finanze della Camera.
Si prevede ora l'assegnazione delle frequenze «ad operatori di rete sulla base di differenti lotti, mediante procedure di gara aggiudicate all'offerta economica più elevata anche mediante rilanci competitivi, assicurando la separazione verticale tra fornitori di programmi e operatori di rete».
Questo uno dei criteri indicati all'Agcom a cui spetterà adottare le necessarie procedure per la gara. L'emendamento stabilisce inoltre che ogni lotto in cui saranno divise le frequenze sarà composto «in base al grado di copertura» e che all'interno di ciascun lotto la «durata dei diritti d'uso» sarà modulata «in modo da garantire la tempestiva destinazione delle frequenze agli usi stabiliti dalla Commissione europea».
Una disposizione che farebbe riferimento, in particolare, alla possibilità di utilizzare dal 2015 le frequenze della banda 700 Mhz (la più pregiata), come ha stabilito la Conferenza mondiale di Ginevra, anche per la banda larga mobile. Per queste frequenze era circolata nei giorni scorsi l'ipotesi di un'assegnazione «a termine», fino al 2015, in ogni caso più breve rispetto alle frequenze destinate esclusivamente ai servizi tv, assegnabili invece per un periodo più lungo.
L'aggiudicazione andrà «all'offerta economica più elevata, anche mediante rilanci competitivi; la gara sarà riservata agli operatori di rete, assicurando la separazione verticale tra i fornitori di programmi e gli stessi operatori di rete, che dovranno consentire l'accesso ai fornitori di programmi a condizioni eque e non discriminatorie. Saranno fissati dei criteri e delle priorità per favorire i fornitori di programmi nuovi entranti e l'innovazione tecnologica».
Non sono soddisfatte della decisione del governo Mediaset e Rai, che sostengono di avere già investito grandi cifre sul digitale terrestre e di avere diritto a non sopportare ulteriori esborsi. La tv pubblica è alle prese con un taglio di almeno 50 miliardi per portare in linea il bilancio 2012. Si era parlato anche di un taglio dell'offerta e quindi, anche se ieri sera arrivavano solo «no comment», non è escluso che si decida di non partecipare all'asta.
Sky si era addirittura già ritirata dal beauty contest. Ora è scaduto l'obbligo di offrire solo programmi free sul digitale terrestre per la tv satellitare di Rupert Murdoch, ma al momento non si ipotizza una ripresa di interesse per la piattaforma «terrestre».
Mentre il presidente della commissione Finanze della Camera, Gianfranco Conte (Pdl) annuncia di essersi «riservato di verificare con il presidente Fini l'ammissibilità dell'emendamento del governo», il centrosinistra plaude al provvedimento. Paolo Gentiloni (Pd) osserva: «Sarà l'Agcom a stabilire ora le regole dell'asta. Gli obiettivi sono tre: il massimo introito per le casse dello Stato, la promozione di un mercato televisivo aperto e la riorganizzazione dello spettro elettromagnetico per tenere conto delle esigenze crescenti di accesso a internet da reti mobili».
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