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AVVISATE MELONI: L’ITALIA SARA’ LA PRIMA IN EUROPA A ESSERE COLPITA DAI DAZI DI TRUMP – CON L’ENTRATA IN VIGORE DELLA TARIFFE AMERICANE SONO A RISCHIO 9,6 MILIARDI DI DOLLARI L’ANNO DI EXPORT MADE IN ITALY NEGLI USA – SARANNO COLPITI SETTORI FORTI COME MECCANICA, FARMACEUTICA E ALIMENTARI E ALTRI GIÀ IN CRISI COME L’AUTOMOTIVE – L’IMPATTO SUI CONTI PUBBLICI POTRBBE ESSERE DI MEZZO PUNTO DI PIL, SENZA CONTARE L’AUMENTO DELL’INFLAZIONE – IL PIANO MESSO A PUNTO DA TAJANI PREVEDE LA RICERCA DI NUOVI MERCATI EXTRA UE, DALL’ASIA AL SUDAMERICA: MA È UNA SOLUZIONE LUNGA E DIFFICILE CHE ATTUTIREBBE SOLO IN PARTE L’EFFETTO DEI DAZI…

1. DAZI, IL MADE IN ITALY È IL PIÙ ESPOSTO –

Estratto dell’articolo di Filippo Santelli per “la Repubblica”

 

DONALD TRUMP GIORGIA MELONI

Le già magre prospettive dell’Italia sono appese alle tariffe di Trump. Al loro valore, ai prodotti colpiti, al bivio tra negoziato e escalation, all’incertezza che resterà in ogni caso, pesando su investimenti e consumi. Nello scenario migliore l’impatto sarà di pochi decimi di Pil, nel peggiore potrebbe superare il mezzo punto azzerando l’aumento che gli analisti proiettano su 2025 e 2026 e consegnandoci due anni di stagnazione.

 

I dazi dovrebbero colpire settori forti come meccanica, farmaceutica e alimentari e altri già in crisi come l’automotive. La ricerca di nuovi mercati, lunga e difficile, attutirebbe solo in parte il loro effetto.

 

Pericolo stagnazione con export e industria in calo

i dazi e la guerra commerciale di trump - i dati

L’Italia è con la Germania il Paese europeo più esposto ai dazi di Trump: gli Stati Uniti sono il suo secondo mercato di export e quello cresciuto di più dalla pandemia, con circa 65 miliardi di euro di vendite (il 3% del Pil). Ma l’esposizione è anche indiretta, per i tanti beni intermedi che le nostre aziende vendono ad altre imprese, italiane o straniere, che poi esportano negli Stati Uniti.

 

Tutto considerato, stima Confindustria, il mercato americano “vale” il 7% della produzione industriale. Quanta di questa verrebbe bruciata dipende da portata, estensione e durata delle tariffe. […]

 

Con tariffe al 15% su tutti i beni gli analisti di Goldman Sachs vedono un impatto sul Pil europeo di sette decimi. Per l’Italia significherebbe stagnazione. L’impatto Gli analisti stimano un impatto sul Pil italiano fino a sette decimi.

 

Fiammata nell’immediato, “prudenza” sui tassi

VIGNETTA ELLEKAPPA - TRUMP E I DAZI

L’altro effetto dei dazi è sui prezzi. E se molti già prevedono una fiammata negli Stati Uniti, in caso di ritorsioni europee l’inflazione aumenterebbe anche da questa parte dell’Atlantico. Il governatore di Bankitalia Panetta ha detto che l’incertezza richiede “prudenza” nel ribasso dei tassi. E a marzo i prezzi in Italia sono tornati a crescere, spinti da quelli dell’energia.

 

In realtà, anche in caso di escalation, tutti gli analisti si aspettano un impatto minimo e solo temporaneo in Europa, non tale da compromettere il rientro dell’inflazione. Goldman Sachs parla di tre decimi, la presidente della Bce Lagarde si spinge a cinque. Nel medio periodo però l’effetto depressivo del protezionismo sulla crescita sarebbe ben più rilevante, sgonfiando la domanda.

 

Mentre l’offerta crescerebbe per l’arrivo sul nostro mercato di prodotti “respinti” alla dogana americana. Il risultato sarebbe un’inflazione più bassa (e forse perfino tassi più bassi). Negli Stati Uniti invece inflazione e stagnazione potrebbero andare a braccetto, uno scenario da incubo.

 

Dai farmaci all’alimentare: le piccole più penalizzate

donald trump dazi vino

Dai macchinari industriali ai farmaci, dalle auto al vino e al parmigiano, per arrivare alla pelletteria: le principali voci di esportazione verso gli Stati Uniti (in questo esatto ordine) sono prodotti simbolo del made in Italy.

 

Per alcuni, come per esempio la farmaceutica e gli alcolici, la dipendenza dal mercato americano primo al mondo - è particolarmente elevata. La possibilità di essere colpiti dai dazi, e di assorbirli, dipende da vari fattori. In generale più un prodotto è ad alto valore aggiunto, tecnologico o “di marchio”, meno facile sarà per gli Stati Uniti sostituirlo, e più le aziende potranno provare a scaricare il costo dei dazi sugli acquirenti. [...]

 

EXPORT MADE IN ITALY

Gli altri mercati In attesa del negoziato si cerca spazio in Asia

Che fare dunque? In attesa di un negoziato che sarà l’Europa a gestire, il governo italiano ha messo in campo una strategia di espansione delle esportazioni a nuovi mercati. Nel gruppo alcune economie mature dove il made in Italy può crescere, come il Giappone, e una serie di emergenti come Emirati, Vietnam o India. Si tratta però di una strada lunga e difficile, che anche nella migliore delle ipotesi (che include nuovi trattati di libero scambio siglati dall’Unione) compenserebbe solo in parte la chiusura del mercato americano. [...]

 

2. COME FUNZIONA IL PIANO DELLA FARNESINA PER I NUOVI MERCATI

Estratto dell’articolo di Adriana Logroscino per il “Corriere della Sera”

 

antonio tajani giorgia meloni

1 Cos’è il piano d’azione per l’export italiano illustrato dal ministro degli Esteri Tajani?

Si tratta di una strategia basata sulla collaborazione tra tutti gli enti italiani (ministeri, agenzie, camere di commercio) per l’accelerazione dell’export sui mercati extra-Ue ad alto potenziale con l’obiettivo di arrivare a 700 miliardi di esportazioni entro fine legislatura. Si parte dai 623,5 miliardi di euro del 2024.

 

2 Quali sono le linee guida?

Missioni istituzionali e imprenditoriali, rafforzamento delle attività fieristiche, supporto finanziario all’export, stipula di accordi con catene distributive internazionali e piattaforme digitali. E apertura di nuove sedi all’estero di agenzie del polo dell’export in mercati strategici.

 

DAZIAMI MA DI BACI SAZIAMI - MEME BY EMILIANO CARLI

3Quali sono i Paesi individuati come obiettivo?

I mercati che vantano maggiore crescita di esportazioni italiane: Arabia Saudita, Vietnam, Turchia, Emirati Arabi, Serbia, Filippine, Brasile, Messico, Kazakistan, Kirghizistan, Tagikistan, Turkmenistan e Uzbekistan. Nell’elenco poi figurano Paesi industrializzati come Regno Unito, Svizzera, Giappone e Canada.

 

4 Quali gli strumenti individuati?

Il report ipotizza finanziamenti agevolati per progetti all’estero, imprese energivore e piccole-medie imprese. C’è poi il programma OpportunItalia dell’Ice per creare contatti commerciali in 20 mercati. E i servizi Cdp per credito all’export. In generale la strategia va nel senso di rilanciare la produzione, abbattendo i costi energetici, entrare in nuovi mercati promettenti, mantenendo i rapporti con i partner tradizionali come la Germania. [...]

 

EXPORT MADE IN ITALY

5 Come gestire i rapporti con gli Stati Uniti con l’entrata in vigore dei dazi?

L’Italia vende agli Usa molto più di quanto compra (surplus di 38,8 miliardi). Il governo punta a trovare accordi su gas naturale e difesa in un’ottica di riequilibrio della bilancia. Nel rapporto si parla di «strategia transattiva».

LA GUERRA COMMERCIALE TRA STATI UNITI E UNIONE EUROPEA

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