MANETTE A SIENA - BALDASSARRI È STATO ARRESTATO PER IL FAMIGERATO DERIVATO NOMURA, CHE HA PERMESSO DI TAROCCARE I CONTI - QUEL CONTRATTO È STATO VOLUTO E APPROVATO DAL DUPLEX MUSSARI-VIGNI, E DA VIGNI NASCOSTO NELLA SUA CASSAFORTE IN BARBA A BANKITALIA - SE BALDASSARRI È IN CARCERE PER “CONCORSO NELL’OSTACOLO ALLE FUNZIONI DI VIGILANZA”, CHI SARANNO I SUOI COMPLICI? I CAVALLI DEL PALIO?...

Marco Lillo per il "Fatto quotidiano"

Il contratto segreto che Il Fatto ha svelato il 22 gennaio è il fulcro dell'indagine della Procura di Siena. L'ex capo dell'area finanza del Monte dei Paschi, Gian Luca Baldassarri, è da ieri in cella per quel documento di 50 pagine del quale pubblichiamo l'ultima pagina che porta la sua firma. Quel contratto in inglese (mandate agreement) con la banca Nomura è stato firmato a settembre del 2009 e nascosto per tre anni permettendo a Mps di nascondere le perdite sul derivato Alexandria per centinaia di milioni di euro e chiudere il bilancio del 2009 con un utile e un dividendo, anche se ridicolo: un centesimo per azione alle sole azioni di risparmio.

Grazie a questa distribuzione simbolica dell'utile taroccato, i sottoscrittori del prestito Fresh da un miliardo, in primis la Fondazione Mps, hanno incassato le loro cedole per una cinquantina di milioni circa.

Per raggiungere l'obiettivo, però, il contratto non doveva essere comunicato alla Banca d'Italia ed è quindi stato nascosto nella cassaforte del direttore generale Antonio Vigni fino al 10 ottobre del 2012. Quel giorno i nuovi amministratori di Mps lo hanno scovato e trasmesso in Procura e alla Banca d'Italia.

Come è possibile vedere dal documento qui pubblicato, però, prima della firma di Baldassarri c'è quella di Vigni. Non solo. Il Fatto ha pubblicato anche la sintesi della telefonata nella quale i vertici di Nomura Europa "incastravano" Mussari facendogli confermare al telefono (mentre registravano tutto) che Mps aveva compreso pienamente quello che stava facendo con Nomura e soprattutto che lo aveva spiegato ai suoi revisori dei conti.

A quella conversazione erano presenti anche il capo della finanza, Gianluca Baldassarri, e l'ex direttore generale Antonio Vigni, oltre al capo della contabilità Daniele Bigi. È evidente quindi che vedere finire in cella Baldassarri per quel contratto nascosto non deve aver fatto piacere a Mussari e Vigni. Anche perché nell'avviso che è stato notificato ai due ex capi del Monte per l'interrogatorio si contesta proprio il reato di ostacolo alla vigilanza che ha portato in galera il loro ex sottoposto.

Il contratto con Nomura infatti, a differenza delle creste per 40 milioni sugli acquisti londinesi, sequestrate a Baldassarri e compagni, non è farina del sacco del solo Baldassarri. Quel contratto, discusso e condiviso da Mussari e Vigni forniva la chiave di lettura di due operazione apparentemente sganciate che erano funzionali a truccare il bilancio della banca senese.

Con la prima operazione Nomura scambiava alla pari un titolo sano con un derivato pessimo, noto come Alexandria. La banca senese evitava di riportare in bilancio una perdita di centinaia di milioni di euro su Alexandria e così poteva chiudere in attivo il 2009 con tutte le conseguenze positive sopra ricordate per i sottoscrittori del bond Fresh (a partire dalla Fondazione Mps) più un'ulteriore ciliegina sulla torta per Vigni: 800 mila euro di bonus. Nomura però non faceva benficienza e passava all'incasso con la seconda operazione, che nel contratto segreto era chiaramente presentata come il prezzo del regalo sul versante di Alexandria.

IL secondo affare a favore di Nomura era l'acquisto da parte di MPS di un contratto derivato su titoli di Stato italiani che impegnava la banca senese con Nomura fino al 2038. La banca senese accettava di farsi fregare comprando un derivato su un Btp da 3 miliardi e 50 milioni a scadenza imperscrutabile perché queste perdite, stimate poi dal nuovo cda in 273 milioni di euro, sarebbero state spalmate su un arco di tempo lunghissimo.

E magari sarebbero emerse a babbo morto, quando Mussari, Vigni e Baldassarri sarebbero già passati a godersi il prepensionamento nei rispettivi buen retiri di Siena, Castelnuovo Berardenga e Miami. L'ostacolo alle funzioni della vigilanza di Bankitalia è un reato grave, che prevede il carcere fino a 8 anni ma finora in Italia quasi nessuno era stato arrestato solo per l'articolo 2638 del codice civile.

Se Baldassarri è in carcere per "concorso nel delitto di ostacolo alle funzioni di vigilanza della Banca d'Italia in relazione all'occultamento di un contratto rinvenuto il 10 ottobre del 2012". Chi saranno i concorrenti, cioé i "complici" di Baldassarri nel nascondimento del contratto firmato da Vigni e discusso da Mussari? Ah saperlo.

 

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