BANCA ARMATA - LO SCANDALO MONTEPACCHI SCOPERCHIA LA “CUPOLA” CHE HA ORGANIZZATO I DISASTRI - MUSSARI E BOTIN SONO IL “PRIMO LIVELLO” DELLA TRATTATIVA ANTONVENETA, MA SOTTO DI LORO ERA GIA’ DA TEMPO ATTIVISSIMA LA “CUPOLETTA” DEL BOSS DEI DERIVATI BALDASSARRI E DEI SUOI “PICCIOTTI” - CON I SUOI “COMPAGNI DI MERENDE” OPERAVA COME SE FOSSE UN VERO E PROPRIO HEDGE FUND ALL’INTERNO DI MPS - CHI COPRIVA LA CRICCA? AH SAPERLO…

Stefano Cingolani per "il Foglio"

La cupola. L'intramontabile componente di ogni teorema giudiziario emerge anche nello scandalo del Montepaschi. Sì, c'è la cupola che tutto regolava e guidava: l'acquisto di Antonveneta a un prezzo esorbitante concordato via telefono tra Giuseppe Mussari e Don Emilio Botín, la distribuzione delle prebende, le tangenti (sospettate) ai politici. Adesso anche la Banca d'Italia viene presa di mira dai magistrati e dai giornali tedeschi (dalla Faz alla Welt): chiedono chiarimenti e insinuano che la Vigilanza non abbia vigilato a dovere. C'è aria da furbetti del quartierino. Anzi, peggio ancora.

E sotto il cupolone spunta la cupoletta. Una banca nella banca o meglio un hedge fund che agiva in modo più o meno incontrollato. Sarebbe questa la seconda verità giudiziaria, stando alle ricostruzioni. Gianluca Baldassarri e i suoi gnometti collocati in posizioni chiave tra Londra, Lussemburgo e Lugano, avevano messo in piedi una triangolazione micidiale ben prima che gli venisse in mente di comprare Antonveneta.

Spuntano volti televisivi come Gianluca Garbi, ospite di "Ballarò col pizzetto alla Italo Balbo, il quale, quando era responsabile italiano di Dresdner Bank (è lui quello del primo contratto Alexandria) ha cercato di cacciare Antonio Rizzo oggi collaboratore del Fatto quotidiano (in arte Superbonus) e (sorpresa) esperto di derivati per Giulio Tremonti (è passato per Di Pietro, ma dice di essere socialista tendenza Rino Formica).

Insomma, il falò delle vanità per un Tom Wolfe di provincia, gente che si fa il tesoretto e poi spiffera contro gli ex compagni di merende? Le prime tracce di Santorini, il contratto rivelato da Bloomberg, risalgono al 2002. Alexandria è stato stipulato nel 2005, acquistando cdo (obbligazioni con un debito come collaterale) scambiate poi con Btp. E, via via, seguendo Anthracite o tutte le altre diavolerie. Si giocava con il differenziale dei tassi (un decimo di punto ha fatto guadagnare oltre due milioni a Baldassarri). Si speculava ben oltre lo speculabile.

Tutti sapevano. E usavano questa cornucopia per abbellire i bilanci o per ungere le ruote. La crisi del 2008 ha fatto saltare il bengodi finanziario. Ma, una volta avviato, il meccanismo di chiudere un debito aprendone un altro con soggetti diversi e tempi più lunghi, non si può più interrompere. Nessuno restituirà mai l'immenso indebitamento accumulato nel mondo.

Nessuno chiuderà mai i contratti per 600 e rotti miliardi di dollari (dieci volte il prodotto lordo del pianeta) stipulati a trattativa privata, fuori sportello. Bisogna spalmare, sminare. E chi lo fa? Lo stanno facendo le navi corsare, il problema è che le lettere di corsa, quindi le protezioni, restano all'interno delle stesse banche.

Le banche che usano i depositi della clientela al dettaglio operano anche come un hedge fund. Per lo più demonizzati, chiamati locuste o peggio ancora, i fondi, quando sono davvero privati, hanno un rapporto tra impieghi e patrimonio molto superiore a quello delle banche; e il rischio viene assunto dai soci. Funzionano da snodo tra il vasto mercato e gli operatori istituzionali.

Ma se sono parte integrante delle aziende di credito creano evidenti contraddizioni. Ora Mps viene salvata con un prestito a prezzi di mercato, come voluto dall'Ue, convertibile, cioè nel 2014 può mettere il Monte nelle mani del Tesoro. Pagherebbero i contribuenti. Esistono regole secondo le quali i derivati non debbono superare una certa quota, ma la Vigilanza basata sui puri rapporti statistici ha mostrato i suoi limiti e la Banca d'Italia oggi chiede maggiori poteri.

Anche il neoliberismo bancario inaugurato con la caduta di Antonio Fazio viene rimesso in discussione ed è all'ordine del giorno separare le due attività in entità distinte, con differenti profili di rischio e una diversa dotazione di capitale, come indicato dalla Volcker rule. In Europa si sta discutendo la riforma Liikanen, ma Francia e Germania rifiutano l'idea di costringere le banche ad alzare steccati attorno alle loro attività di trading. Non è interesse delle banche italiane che, dopo le batoste di questi anni, si stanno orientando verso un diverso modello. Siena e Bruxelles non sono così lontane.

 

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