1. BANCHE E ASSICURAZIONI IN FESTA! VOGLIONO PAPPARSI POSTE ITALIANE: HA UNA RETE FORMIDABILE (MENTRE LORO L’HANNO TAGLIATA) E OFFRE SERVIZI A PREZZI IMBATTIBILI 2. DALLA VENDITA DEL 40%, IL GOVERNO DI LETTA SI ATTENDE DI INCASSARE QUATTRO MILIARDI ENTRO L’ESTATE. NE SERVONO POI ALTRI QUATTRO PER SODDISFARE LE ULTERIORI RICHIESTE DI BRUXELLES. CHE CI FA IL DEBITORE ITALIA CON QUESTI QUATTRO MILIARDI? 3. NEL 2014 LO STATO DOVRÀ PAGARE 54 MILIARDI DI INTERESSI SUL DEBITO PUBBLICO. E CON QUESTA “PRIVATIZZAZIONE” CI SI PAGA UN MESE DI INTERESSI SUL DEBITO. E’ COME SE UNO SI VENDESSE UNA RICCA TENUTA IN CAMPAGNA PER PAGARE UNA RATA DEL MUTUO 4. SAREBBE BELLO CHE ER GELATINA E SARMI CI DICESSERO SE DOPO LA PRIVATIZZAZIONE I COSTI DEI SERVIZI DI BANCO POSTA E POSTE VITA SARANNO QUELLI DI ADESSO

a cura di colin ward (Special Guest: Pippo il Patriota)

1 - IL COLPO ALLE POSTE DEL GOVERNINO DEI BANCHIERI
Banche e assicurazioni in festa per la privatizzazione delle Poste, coerentemente annunciata a Davos dal ministro Saccodanni. Dalla vendita del 40%, il governo di Aspenio Letta si attende di incassare quattro miliardi di euro entro l'estate. Ne servono poi altri quattro per soddisfare le ulteriori richieste di Bruxelles. Che ci fa il debitore Italia con questi quattro miliardi?

La risposta non è facile, ma potremmo ricordare che nel 2014 lo Stato dovrà pagare più o meno 54 miliardi di euro di interessi sul debito pubblico. E basta un rapido calcolo per capire che con questa "privatizzazione" ci si paga un mese di interessi sul debito. E' come se uno si vendesse una ricca tenuta in campagna per pagare una rata del mutuo. Ma c'è di peggio.

Che cosa sono oggi le Poste? I giornaloni di Lor signori in gran parte glissano e c'è da capirli, considerati i loro veri padroni. Tuttavia il Sole 24 Ore, che ha il dovere dell'approfondimento, ha l'onestà di ricordare che l'80% del fatturato di Poste arriva dalle attività di banca-assicurazione, con il primo posto nel ramo Vita, la potenza di fuoco dei servizi bancari offerti agli sportelli (prestiti esclusi) e quei 18 milioni di carte prepagate che fanno dannare banche e assicurazioni. Quello che il Sole non dice è che Poste è un concorrente scomodo per banche e assicurazioni di casa nostra, perché ha una rete formidabile (mentre loro l'hanno tagliata) e offre servizi più che discreti a prezzi quasi imbattibili.

Oggi tutti a concentrarsi sulle azioni scontate ai dipendenti e le solite panzane roboanti sulla "public company". Invece i veri problemi dell'operazione sono due, oltre all'insensatezza della vendita ai soli fini dichiarati di riduzione del debito. Il primo è che sarebbe bello che Er Gelatina e il presidente Massimo Sarmi ci dicessero se dopo la privatizzazione i costi dei servizi di Banco Posta e Poste Vita saranno quelli di adesso.

Il secondo è che quando Saccomanni - che ha già detto un sibillino "si parte con il 40% poi si vedrà" - avrà finito di cedere le Poste "ai privati" non vorremmo scoprire che questi privati, magari al termine di una serie di passaggi intermedi, altro non sono che quelle banche e quelle assicurazioni che da anni combattono le stesse Poste.

Non sarà infine simpatico ricordarlo, ma Aspenio Letta è profondamente legato ad Abramo Bazoli e Saccomanni è un ex direttore generale di Bankitalia. Se non riescono a piazzarlo su qualche poltrona europea, vogliamo scommettere che nel giro di un paio d'anni anche Er Gelatina, come molti suoi predecessori, si accomoderà su una qualche poltrona bancaria?

2 - E LETTANIPOTE SCOPRI' IL CONFLITTO D'INTERESSE (GLIENE HA PARLATO ZIO GIANNI?)
Con questo grumo di interessi inconfessabili e intangibili che abbiamo appena descritto, fa veramente sorridere che Lettanipote ieri sera abbia scoperto a babbo morto il famoso conflitto d'interessi berlusconiano. Neppure come acceso tifoso milanista, il caro Aspenio aveva mai sospettato alcunché. Il fine vagamente strumentale della sua sortita è riassunto in prima pagina da Repubblica: "Riforme, Letta sfida Renzi. ‘No alle liste bloccate, ora una legge sul conflitto d'interessi". La Stampa osserva che "Letta spiazza il Pd su legge elettorale e conflitto d'interessi. Messaggio in codice a Renzi: io Berlusconi l'avevo estromesso" (p. 3). Infatti parlava solo con zio.

Se l'Italicum dovesse andare avanti, Palazzo Chigi è pronto a vietare il possesso di banche a chi ha concessioni tv, a garantire per legge la par condicio assoluta dei figli in azienda e a vietare l'impianto di capelli tinti e l'utilizzo dei rialzi nelle scarpe per gli uomini. Infine, sarà considerato reato portare a dimagrire un dipendente in una Beauty farm (decreto Alfano-Verdini, detto anche "legge Toti").

Immediata comunque la risposta dal fronte renziano: "Il sindaco avverte governo e maggioranza: ‘Se saltano le riforme si va a votare'. I renziani: ‘Legge antitrust? Enrico provoca, se ne ricorda solo ora" (Repubblica p. 7). Per il Corriere, "Legge elettorale, pressioni per cambiarla. Grillo: è contro di noi. Renzi: ‘Sì a modifiche solo se accolte da tutti'". Il popolo sarà ansiosissimo di sapere che "i problemi sono su preferenze di genere, collegi e soglie" e che "la minoranza pd è all'attacco" (p. 8).

Si muovono anche i cespugli, giustamente, come racconta il Messaggero di Calta-papà: "I ‘piccoli' studiano le contromosse. Alfano sonda Casini: uniti più forti" (p. 7). Ed è interessante, oltre che interessato, lo spunto di Flavio Tosi che dice a Libero: "Senza Lega è perduto. Il Cav fa solo finta di accordarsi col Pd. Berlusconi e Letta puntano a cacciare Letta e correre a elezioni anticipate" (p. 7).

3 - CASSA CONTINUA PAPI SILVIO
Dunque tutti i pasticci vengono al pettine, per il miliardario peggio difeso d'Italia: "Ruby, testimoni corrotti'. Indagato Berlusconi. Sotto inchiesta anche gli avvocati Longo e Ghedini. Il Cavaliere, giustizia ingiusta, io in campo fino alla fine" (Corriere, p. 11). Come ricorda Paolo Colonnello sulla Stampa, sarà anche "un atto dovuto" ma alla fine potrebbe anche costargli una condanna a 10 anni di carcere, senza contare i sette già presi in primo grado per Ruby (p. 9). Libero fa un totale-choc e titola in prima pagina: "Berlusconi rischia 32 anni di galera" (p. 1). Come se non fossimo in Italia.

Poi arriva l'olgettina Michelle Conceicao, elegantissima come sempre, e fa godere il Cetriolo Quotidiano: "Noi agli ordini di Silvio, ma lui resta ricattabile'. ‘Il presidente ha fatto regali a chiunque, dalle case alle auto. I 2.500 euro? Mancette. Molte presentano ancora il conto e la Pascale sa tutto. Spero che Francesca riesca a resistere, è brava e tosta, deve difendersi dalle invidie, dalle gelosie. Riuscirà" (p. 5)

Intanto la Repubblica di Sorgenio De Benedetti fa un po' i conti in tasca al Banana: "Nel mirino case, Milan e Olgettine. La spending review del Cavaliere. Ma l'austerity sta finendo. Mediaset in Borsa ha messo il turbo. Dopo il divorzio e i guai giudiziari l'ex premier ha chiuso Macherio, in bilico Palazzo Grazioli. Recente la vendita del 5,6% di Mediolanum che gli ha fatto incassare 250 milioni" (p. 4).

Imperdibile il grido d'allarme che arriva dal lago di Garda: "Aiuto, Toti non ha perso un etto". Il futuribile delfino del Cavaliere non riesce a smaltire le trippe, nonostante lo tengano a tisane e verdure (Cetriolo Quotidiano, p. 5). Perquisitegli l'armadietto.

4 - NON SONO STATO, IO
Mentre si fa un regalone alle banche privatizzando Bankitalia - anziché nazionalizzarla come prevede una legge del 2005 - e ripartono le famose privatizzazioni all'italiana, lo Stato si conferma un colabrodo senza pari. Giusto qualche numero per vergognarsi un po' anche oggi: "Evasione sul 3% del Pil italiano, oltre 50 miliardi sottratti al fisco. Sconto di 1 miliardo sui premi Inail.

Rientro capitali, decreto in arrivo. O risultati 2013 della Guardia di Finanza. Saccomanni: ‘Mi dispiace per le difficoltà fiscali di fine anno, non c'è stato il tempo'. (Repubblica, p. 12). Il Corriere ci apre giustamente la prima pagina: "Una sanatoria per multe e tasse. E sanzioni ridotte per il rientro volontario dei capitali". E racconta che "mancano ancora 117 decreti attuativi della Legge di Stabilità" dei governi Monti e Letta (p. 3).

Entusiasmante il titolone in prima pagina della Stampa di Kaki Elkann e dello svizzero Marpionne: "Capitali all'estero, ecco il decreto". Ma telefonare direttamente ai commercialisti no?

5 - LANGOLO DEL BUONUMORE/ I POTERI FORTI SECONDO IL CORRIERE
Lettura imperdibile, l'editoriale di Galli delle Logge sul Corriere delle banche di oggi. Il titolo "Qual è il vero potere forte" promette già bene. Alla riga 45 arriva il primo identikit: "il blocco burocratico-corporativo". Uhm, roba seria. Alla riga 51 ecco il primo potere forte: "taxi". Tra le righe 52 e 55, il Delle Logge prende coraggio e decolla: "autostrade, ordini professionali, grandi imprese appaltatrici, telecomunicazioni, energia".

A parte i gabellieri del casello, riesce a centrare tutti settori soffocati proprio dal suddetto "blocco burocratico-corporativo". All'inizio della seconda colonna arrivano "i vertici di gran parte delle fondazioni bancarie" e qui sarebbe interessante sapere chi sono i buoni e chi sono i cattivi. E poi niente. Neppure nelle altre tre colonne che don Flebuccio de Bortoli gli mette a disposizione a pagina 44 compaiono le parole "banche" e "assicurazioni".
Ma se uno non può scrivere dei poteri forti, ma perché si mette a scrivere dei poteri forti e comincia con i tassisti? Un bell'editoriale sulle preferenze non era meglio?

6 - MARTINELLI RISCUOTE ANCHE SENZA LAVITOLA
La disputa sugli extracosti da mezzo miliardo di euro per l'ampliamento del canale di Panama arriva forse a una svolta. Anche senza Valterino Lavitola a mettersi di mezzo con il suo amico presidente Martinelli. "Panama, Impregili e Sacyr alzano l'offerta a 400 milioni. L'autorità del canale pagherebbe gli altri 100 senza chiedere la restituzione dei 750 milioni già versati. La banca europea degli investimenti pronta a fare il prestito-ponte" (Stampa, p. 24).
colinward@autistici.org

 

 

SACCOMANNI E LETTA LETTA, ALFANO, SACCOMANNIMASSIMO SARMI bit09 massimo sarmiSDA CORRIERE ESPRESSO GRUPPO POSTE ITALIANE Enrico Salza Giovanni Bazoli e Piero Fassino BERLUSCONI VERDINI ALFANO INAUGURAZIONE SEDE FORZA ITALIA FOTO LAPRESS IL TRIO BERSANI CASINI ALFANOghedini longo RUBY MICHELLE CONCEICAO michelle conceicao IL CAPODANNO DI SILVIO BERLUSCONI E FRANCESCA PASCALE BERLUSCONI E GIOVANNI TOTI ALLA BEAUTY FARMIL PRESIDENTE DI PANANA MARTINELLI BERLUSCONILAVITOLA large

Ultimi Dagoreport

woody allen ian bremmer la terrazza

FLASH! – A CHE PUNTO E' LA NOTTE DELL’INTELLIGHENZIA VICINA AL PARTITO DEMOCRATICO USA - A CASA DELL'EX MOGLIE DI UN BANCHIERE, SI È TENUTA UNA CENA CON 50 OSPITI, TRA CUI WOODY ALLEN, IMPEGNATI A DIBATTERE SUL TEMA: QUAL È IL MOMENTO GIUSTO E IL PAESE PIÙ ADATTO PER SCAPPARE DALL’AMERICA TRUMPIANA? MEGLIO IL CHIANTISHIRE DELLA TOSCANA O L’ALGARVE PORTOGHESE? FINCHE' IL POLITOLOGO IAN BREMMER HA TUONATO: “TUTTI VOI AVETE CASE ALL’ESTERO, E POTETE FUGGIRE QUANDO VOLETE. MA SE QUI, OGGI, CI FOSSE UN OPERAIO DEMOCRATICO, VI FAREBBE A PEZZI…”

meloni musk trump

DAGOREPORT – TEMPI DURI PER GIORGIA - RIDOTTA ALL'IRRILEVANZA IN EUROPA  DALL'ENTRATA IN SCENA DI MACRON E STARMER (SUBITO RICEVUTI ALLA CASA BIANCA), PER FAR VEDERE AL MONDO CHE CONTA ANCORA QUALCOSA LA STATISTA DELLA GARBATELLA STA FACENDO IL DIAVOLO A QUATTRO PER OTTENERE UN INCONTRO CON TRUMP ENTRO MARZO (IL 2 APRILE ENTRERANNO IN VIGORE I FOLLI DAZI AMERICANI SUI PRODOTTI EUROPEI) - MA IL CALIGOLA A STELLE E STRISCE LA STA IGNORANDO (SE NE FOTTE ANCHE DEL VOTO FAVOREVOLE DI FDI AL PIANO “REARM EUROPE” DI URSULA). E I RAPPORTI DI MELONI CON MUSK NON SONO PIÙ BUONI COME QUELLI DI UNA VOLTA (VEDI IL CASO STARLINK), CHE LE SPALANCARONO LE PORTE TRUMPIANE DI MAR-A-LAGO. PER RACCATTARE UN FACCIA A FACCIA CON "KING DONALD", L'ORFANELLA DI MUSK (E STROPPA) E' STATA COSTRETTA AD ATTIVARE LE VIE DIPLOMATICHE DELL'AMBASCIATORE ITALIANO A WASHINGTON, MARIANGELA ZAPPIA (AD OGGI TUTTO TACE) - NELLA TREPIDANTE ATTESA DI TRASVOLARE L'ATLANTICO, OGGI MELONI SI E' ACCONTENTATA DI UN VIAGGETTO A TORINO (I SATELLITI ARGOTEC), DANDO BUCA ALL’INCONTRO CON L'INDUSTRIA DELLA MODA MILANESE (PRIMA GLI ARMAMENTI, POI LE GONNE)... 

elly schlein luigi zanda romano prodi - stefano bonaccini goffredo bettini dario franceschini

DAGOREPORT: ELLY IN BILICO DOPO LA VERGOGNOSA SPACCATURA DEL PD ALL’EUROPARLAMENTO (UNICA VOCE DISSONANTE NEL PSE) SUL PIANO "REARM" DELLA VON DER LEYEN – SENZA LE TELEFONATE STRAPPACUORE DI ELLY AI 21 EUROPARLAMENTARI, E LA SUCCESSIVA MEDIAZIONE DI ZINGARETTI, CI SAREBBERO STATI 16 SÌ, 2 NO E TRE ASTENUTI. E LA SEGRETARIA CON 3 PASSAPORTI E UNA FIDANZATA SI SAREBBE DOVUTA DIMETTERE – NEL PD, CON FRANCESCHINI CHE CAMBIA CASACCA COME GIRA IL VENTO E COL PRESIDENTE BONACCINI CHE VOTA CONTRO LA SEGRETARIA, E’ INIZIATA LA RESA DEI CONTI: PER SALVARE LA POLTRONA DEL NAZARENO, SCHLEIN SPINGE PER UN CONGRESSO “TEMATICO” SULLA QUESTIONE ARMI - ZANDA E PRODI CONTRARI: LA VOGLIONO MANDARE A CASA CON UN VERO CONGRESSO DOVE VOTANO GLI ISCRITTI (NON QUELLI DEI GAZEBO) – A PROPOSITO DI "REARM": IL PD DI ELLY NON PUÒ NON SAPERE CHE, VENENDO A MANCARE L'OMBRELLO PROTETTIVO DEGLI STATI UNITI TRUMPIANI, CON QUEL CRIMINALE DI PUTIN ALLE PORTE, IL RIARMO DEI PAESI MEMBRI E' UN "MALE NECESSARIO", PRIMO PASSO PER DAR VITA A UNA FUTURA DIFESA COMUNE EUROPEA (PER METTERE D'ACCORDO I 27 PAESI DELLA UE LA BACCHETTA MAGICA NON FUNZIONA, CI VUOLE TEMPO E TANTO DENARO...)

davide lacerenza giuseppe cruciani selvaggia lucarelli

TE LO DÒ IO IL “MOSTRO”! – SELVAGGIA LUCARELLI, CHE SBATTE AL MURO GIUSEPPE CRUCIANI, REO DI ESSERE NIENT’ALTRO CHE IL “MEGAFONO” DI LACERENZA, DIMENTICA CHE L’AUTORE DEL PRIMO ARTICOLO CHE HA PORTATO ALLA RIBALTA LE NEFANDEZZE DELLO SCIROCCATO DELLA GINTONERIA E’ PROPRIO LEI, CON UNA BOMBASTICA INTERVISTA NEL 2020 SULLE PAGINE DI T.P.I. (“LA ZANZARA” ARRIVA SOLO NEL 2023) – POI TUTTI I MEDIA HANNO INZUPPATO IL BISCOTTO SULLA MILANO DA PIPPARE DI LACERENZA. IVI COMPRESO IL PALUDATO “CORRIERE DELLA SERA" CHE HA DEDICATO UNA PAGINATA DI INTERVISTA AL "MOSTRO", CON VIRGOLETTATI STRACULT (“LA SCOMMESSA DELLE SCOMMESSE ERA ROMPERE LE NOCI CON L’UCCELLO, VINCEVO SEMPRE!”) - ORA, A SCANDALO SCOPPIATO, I TRASH-PROTAGONISTI DELLE BALORDE SERATE MILANESI SPUNTANO COME FUNGHI TRA TV E GIORNALI. SE FILIPPO CHAMPAGNE È OSPITE DI VESPA A “PORTA A PORTA”, GILETTI RADDOPPIA: FILIPPO CHAMPAGNE E (DIETRO ESBORSO DI UN COMPENSO) LA ESCORT DAYANA Q DETTA “LA FABULOSA”… - VIDEO

andrea scanzi

DAGOREPORT - ANDREA SCANZI, OSPITE DI CATTELAN, FA INCAZZARE L’INTERA REDAZIONE DEL “FATTO QUOTIDIANO” QUANDO SPIEGA PERCHÉ LE SUE “BELLE INTERVISTE” VENGONO ROVINATE DAI TITOLISTI A LAVORO AL DESK: “QUELLO CHE VIENE CHIAMATO IN GERGO ‘CULO DI PIETRA’ È COLUI CHE NON HA SPESSO UNA GRANDE VITA SOCIALE, PERCHÉ STA DENTRO LA REDAZIONE, NON SCRIVE, NON FIRMA E DEVE TITOLARE GLI ALTRI CHE MAGARI NON STANNO IN REDAZIONE E FANNO I FIGHI E MANDANO L'ARTICOLO, QUINDI SECONDO ME C'È ANCHE UNA CERTA FRUSTRAZIONE” - “LO FANNO UN PO’ PER PUNIRMI” - I COLLEGHI DEL “FATTO”, SIA A ROMA CHE A MILANO, HANNO CHIESTO AL CDR DI PRENDERE INIZIATIVE CONTRO SCANZI - CHE FARA’ TRAVAGLIO? - LE SCUSE E LA PRECISAZIONE DI SCANZI - VIDEO!