VAFFANBANKA! - LE BANCHE HANNO CHIUSO I RUBINETTI E LE IMPRESE NON PAGANO PIU' LE RATE DEI PRESTITI
(Adnkronos) - Negli ultimi 12 mesi le sofferenze delle banche italiane sono cresciute del 22,93% arrivando a 147,2 miliardi di euro. E' quanto emerge da un'analisi del centro studi di Unimpresa, basata su dati di Bankitalia, che segnala come la fetta maggiore di prestiti che non vengono rimborsati regolarmente agli istituti di credito sia quella delle imprese (101,2 miliardi +26,1%).
Le "rate non pagate" dalle famiglie valgono 31,2 miliardi (+15,4%), mentre quelle delle imprese familiari 12,8 miliardi (16,3%). Superano il tetto dei 2 miliardi, poi, le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni e di altre istituzioni finanziarie. Complessivamente le sofferenze adesso corrispondono al 10,33% dei prestiti bancari, in aumento rispetto all'8,09% di un anno fa. Alla fine del 2010 le sofferenze ammontavano a 77,8 miliardi: in meno di tre anni, quindi, sono quasi raddoppiate sfiorando un incremento percentuale di 90 punti.
Parallelamente Unimpresa sottolinea la serrata dei rubinetti del credito con i finanziamenti che nell'ultimo anno sono calati al ritmo di 4,5 miliardi al mese. Da ottobre 2012 a ottobre 2013 il totale dei finanziamenti al settore privato e' diminuito di 54,7 miliardi di euro passando da 1.480,9 miliardi a 1.426,1 miliardi. Una riduzione che interessa sia le famiglie (-7,1 miliardi) sia le imprese (-47,6 miliardi).
Le erogazioni degli istituti di credito sono scese, complessivamente, del 3,70% nell'ultimo anno. Resta particolarmente grave il quadro per le imprese: sono calati i prestiti a breve termine (fino a 1 anno) per 21,1 miliardi (-6,43%) da 328,7 miliardi a 307,6 miliardi, quelli di medio periodo (fino a 5 anni) di 8,4 miliardi (-6,39%) da 132,6 miliardi a 124,1 miliardi e quelli di lungo per iodo (oltre 5 anni) di 18 miliardi (-4,42%) da 409,1 miliardi a 391 miliardi. In totale lo stock di finanziamenti alle imprese e' sceso da 870,5 miliardi a 822,9 miliardi con una diminuzione di 47,6 miliardi (-5,48%).
Analoga situazione per le famiglie: in dodici mesi meno credito al consumo per 1 miliardo (-1,72%) da 59,7 miliardi a 58,7 miliardi e meno prestiti personali per 2,1 miliardi (-1,15%) da 184,5 miliardi a 182,4 miliardi. Giu' anche il comparto mutui casa con le erogazioni degli istituti calate di 3,9 miliardi (-1,08%) da 366 miliardi a 362 miliardi: il mercato immobiliare, cosi' rilevante per il prodotto interno lordo italiano e per le prospettive di crescita economica, resta dunque privato della liquidita' necessaria a ripartire; la contrazione dei finanziamenti non consente al business del mattone di rimettersi sul sentiero della crescita. In totale, lo stock di finanziamenti alle famiglie e' calato in un anno da 610,3 miliardi a 603,2 miliardi con una diminuzione di 7,1 miliardi (-1,17%).
Davanti a questi dati il presidente di Unimpresa, Paolo Longobardi, ribadisce l'"allarme" perche' "di fronte alla sempre maggiore difficolta', sia delle famiglie sia delle imprese, nel pagare le rate dei finanziamenti, assistiamo a un atteggiamento di superficialita' da parte del Governo di Enrico Letta, che poco sta facendo per risolvere la questione del credito". "Altrettanto preoccupante - conclude - e' la posizione dei rappresentanti delle banche che cercano di sminuire il problema, interpretando i numeri affinche' non si punti il dito contro l'industria creditizia".
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