CONFLITTI TLC - BASTA UNA BOCCIATURA DI UBS (“FONDAMENTALI INSOSTENIBILI”) PER FERMARE IL BOOM IN BORSA DI TELECOM (MA UBS E' L'ADVISOR FINANZIARIO DI VODAFONE PER L'OPERAZIONE CON VERIZON...)

1. BORSA: TELECOM FERMA IL RALLY (-2,8%) PER UBS 'FONDAMENTALI INSOSTENIBILI'
Radiocor - Si ferma il rally di Telecom. Dopo il +18% in cinque sedute grazie all'esplosione di operazioni di M&A nel settore telefonic o (Kpn, Verizon Wireless, E-Plus), le azioni Telecom si stanno sgonfiando a Piazza Affari dove perdono il 3,1% a 0,543 euro. Uno scivolone, segnalano gli operatori, innescato fin dall'apertura di Borsa dal giudizio di Ubs che ha confermato la raccomandazione 'sell' tagliando pero' di oltre il 20% le proprie stime di utile per azione e portando il prezzo obiettivo a 0,34 euro per quanto riguarda i titoli ordinari e a 0,27 per le risparmio.

Gli analisti svizzeri considerano 'i fondamentali di Telecom Italia semplicemente insostenibili' considerando il rapporto debito/equity a quota 80/20, l'attesa crescita nel 2013 a 3.02 da 2.91 del multiplo debito/ebitda e un andamento medio di -8% del cash flow operativo nel periodo 2012-15.

'La contrazione degli utili ci sembra essere strutturale', aggiunge Ubs sottolineando che in tale contesto c'e' scarsa visibilita' su tutti gli aspetti rilevanti del dossier Telecom: il trend degli utili, le azioni per ridurre il debito su cui pende il rischio di un downgrade da parte delle agenzie di rating; l'evoluzione della questione Telco, la holding che detiene il pacchetto di riferimento del gruppo telefonico; il rinnovo del management visto che il board e' in scadenza ad aprile 2014 e l'outlook macroeconomico e politico italiano.

Ubs boccia poi sia il progetto di vendita di una quota della rete fissa sia l'ipotesi di una dismissione di Tim Brasil. Sulla prima gli analisti sottolineano che si tratta di un'operazione 'non supportata da qualsiasi logica industriale', sulla seconda notano che se darebbe un 'sollievo nel breve termine' potrebbe pero' 'aggravare i problemi di Telecom'. 'Un aumento di capitale di 5-7 miliardi e' possibile nei prossimi 6-12 mesi e ci sembra quasi inevitabile nel medio termine', conclude Ubs.

2. IL RISIKO DEI TELEFONI INFIAMMA TELECOM IN CINQUE SEDUTE +18%
F. Sp. per "La Stampa"

Nuovo balzo in Borsa per Telecom Italia. Il processo di consolidamento europeo del settore della telecomunicazioni, rilanciato dalla maxi operazione con cui Verizon ha acquistato il 45% di Verizon Wireless in America, pagando Vodafone 130 miliardi di dollari ha riacceso i riflettori sulla società guidata da Franco Bernabè e pronta a un riassetto azionario. Gli investitori, anche ieri hanno fatto scattare gli acquisti sul titolo che ha chiuso la seduta a 0,56 euro, su dell'1,55%.

Prosegue l'onda lunga che nelle ultime cinque sedute ha visto Telecom salire del 18%. Segno che, tra molte ricoperture, il mercato si attende sviluppi a breve termine. Si guarda al 19 settembre, data in cui è convocato un cda in cui Bernabè potrebbe presentare una soluzione per tamponare la fuga di grandi soci da Telco, la scatola che controlla il 22% del gruppo e nel cui patto fino a fine mese si è aperta la finestra per le disdette. Mediobanca l'ha già detto chiaramente: uscirà dal patto della holding per vendere le sue quote che ha già svalutato a prezzi di mercato.

Più articolata la posizione di Generali che vuole sì uscire dai patti e vendere, ma con modi e tempi che possano garantire la maggior convenienza. Intesa deciderà in questi giorni, ma resta la più cauta. Tutti e tre i soci italiani sarebbero però concordi nel voler cambiare lo status quo della compagine azionaria, per renderla più coerente con il business e con i concorrenti. Un futuro da public company o, forse, sotto l'ala di un altro operatore? I soci tricolori sono aperti a esaminare possibili soluzioni.

In tutto questo Telefonica (primo azionista di Telco col 45%) rema nel senso esattamente contrario, per mantenere gli equilibri come lo sono oggi. Nel caso che il controllo di Telecom (e quindi delle controllate Sudamericane) fosse a rischio, potrebbe scendere in campo, pur con i problemi che derivano dall'indebitamento e dalle problematiche antitrust in Brasile. Sulle altre opzioni il mercato si sbizzarrisce nelle ipotesi.

Da un rinnovato interesse (dopo il 2007) della messicana America Movil di Carlos Slim a quello dell'americana At&T, fino a voci che si spingono a ipotizzare un improbabile ritorno alla carica di Naguib Sawiris o dei cinesi di Hutchison. Altre ipotesi contemplano la vendita di Tim Brasil (esclusa da Bernabè) a Slim o a Vodafone, che non esclude investimenti in mercati dove ancora non è presente.


3. SOCI IN MANOVRA SU TELECOM ITALIA
Marigia Mangano per "Il Sole 24 Ore"

Telecom continua la corsa a piazza Affari mentre entrano nel vivo le grandi manovre per ridisegnare gli assetti di Telco, la scatola a cui fa capo il 22,4% e partecipata da Telefonica, Mediobanca, IntesaSanpaolo e Generali.

Anche ieri le azioni Telecom Italia hanno chiuso in rialzo: il titolo, positivo per tutta la giornata, è salito dell'1,91% finale a 0,56 euro, portando il recupero delle ultime tre giornate a oltre il 15% totale. In una seduta fiacca per i titoli delle tlc in Europa, sono risultati di nuovo forti gli scambi: sono passate di mano 204 milioni di azioni, contro una media quotidiana dell'ultimo mese di Borsa di 100 milioni di pezzi. Insomma, l'interesse è alto e le scommesse speculative sul futuro del gruppo italiano sono tante.

Non foss'altro perché nel giro di un mese si scopriranno le carte sui nuovi assetti proprietari. Da domenica, infatti, è ufficialmente aperta la finestra per inviare le disdette al patto che governa Telco. Come è noto, Mediobanca e Generali hanno fatto sapere che venderanno le loro quote e che comunque disdetteranno il patto. Stando a indiscrezioni Intesa Sanpaolo, che ancora non ha fatto trapelare le intenzioni sul dossier, ed è indicata tra i possibili venditori, in realtà potrebbe anche prendere in considerazione di partecipare a una operazione interessante sotto il profilo industriale.

Ma quale? Qui gli scenari sono tanti, ma stando ad alcune fonti, Telefonica si starebbe muovendo per capire come valorizzare al meglio un investimento finora pagato caro. I contatti, informali, con gli altri soci di Telco sono in corso da tempo e c'è chi non esclude che in Spagna si possa prendere in considerazione l'ipotesi di una fusione con l'operatore italiano. Finora il numero uno Cesar Alierta si è limitato a far sapere di non essere interessato al controllo di Telecom Italia.

Questo perché una posizione dominante sull'operatore tlc tricolore potrebbe mettere in serie difficoltà la posizione degli spagnoli in Sud America. Detto questo è chiaro che Telefonica è ora sotto pressione, perché deve decidere se raddoppiare o gettare la spugna, vendendo magari a altri operatori interessati all'asset, da Naguib Sawiris all'America Movil di Carlos Slim, che già in passato aveva guardato con interesse all'Italia.

Oppure alla Vodafone di Vittorio Colao, che ha appena venduto a Verizon le attività della joint venture Verizon Wireless per 130 miliardi di dollari. Le alternative, sulla carta, non mancano, ma è altrettanto vero che la strada che porta a Madrid, oltre a rappresentare il naturale sbocco di Telco, è anche la più veloce. E i tempi, nel riassetto dell'operatore italiano, in questo momento sono decisivi.

 

 

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