benetton

BENETTON, “TRONO DI SPADE” ALL’ITALIANA - CON LA TAFAZZISTA INTERVISTA A “REPUBBLICA” (NEMMENO RILETTA), L’OTTUAGENARIO LUCIANO, ORMAI NELLE MANI DI OLIVIERO TOSCANI, HA CHIARAMENTE VOLUTO DIRE AL MERCATO (E ALLA FAMIGLIA) CHE L'UOMO FORTE DEL GRUPPO È LUI - I NIPOTI DEL PATRIARCA NON HANNO PER NIENTE GRADITO, MOTIVO PER CUI IERI SERA SONO ANDATE AVANTI LE TRATTATIVE PER DISSUADERE LUCIANO DAL CANDIDARSI A NUOVO PRESIDENTE DI EDIZIONE – VOCI: PATUANO PRENDE IL POSTO DI ZAPPIA A SKY ITALIA

luciano benetton

1 – PATUANO LASCIA, POTERI A BERTAZZO

Manuel Follis per “MF”

 

Marco Patuano non sarà più amministratore delegato di Edizione, la holding della famiglia Benetton cui fanno capo tutti i business della galassia, tra i quali quello autostradale di Atlantia (e a cascata quindi quello della spagnola Abertis), quello di Autogrill, quello delle torri di Cellnex o quello degli aeroporti. Che Patuano fosse in uscita era ormai un' indiscrezione che circolava da giorni, anche se l' intervista di Luciano Benetton di domenica mattina ha cambiato le carte in tavola.

 

marco patuano 1

L' ufficialità dell' addio del manager ex Telecom Italia arriverà oggi attraverso un comunicato stampa al termine del consiglio d' amministrazione di Edizione. Un comunicato nel quale ci si aspetta che si spieghi come Patuano abbia deciso di concludere prima la sua esperienza alla guida del gruppo, che formalmente terminerà il 25 giugno, il giorno dopo l' assemblea che nominerà i membri del board e sette mesi in anticipo rispetto alla scadenza naturale del suo mandato. È chiaro che è diverso «lasciare un incarico» o «essere licenziati».

carlo bertazzo

 

Per questo c' è chi è pronto a scommettere che, viste le modalità, ossia un annuncio di fine rapporto a mezzo stampa (che peraltro non è piaciuto agli altri membri della famiglia), di sicuro non il massimo per l' immagine di un manager, Patuano potrebbe decidere di chiedere alla famiglia un indennizzo.

 

Dopodiché si tratta di capire cosa succederà all' interno del gruppo. Di sicuro Patuano lascerà tutte le cariche ricoperte, con qualche dubbio su quello che potrebbe succedere alla presidenza di Cellnex, la società infrastrutturale che gestisce torri di trasmissione di segnali tlc. La società ha sì come azionista di maggioranza Edizione, ma è partecipata anche da altri azionisti e non è escluso che quindi Patuano possa rimanere in carica, magari anche solo temporaneamente.

 

LUCIANO BENETTON

Quanto invece alla successione di Patuano in Edizione, al momento la situazione è in divenire. La società contattata si limita a trincerarsi dietro una serie di «no comment». Il toto-poltrone scommette che la figura dell' amministratore delegato non sarà riproposta (cosa già successa in passato) e che la famiglia punterà sul binomio presidenza-direzione generale. Nel primo caso, la presidenza dovrebbe - almeno per il momento - rimanere in capo a Fabio Cerchiai, manager storicamente vicino alla famiglia, la cui riconferma avrebbe come scopo anche quello di sottolineare l' importanza del cda di Edizione e il fatto che ora si punterà sulla seconda generazione.

oliviero toscani luciano benetton

 

Per il resto i poteri esecutivi dovrebbero ricadere sul direttore generale, Carlo Bertazzo, storico manager dell' azienda, già conosciuto nelle stanze dell' imprenditoria e della finanza italiana e internazionale, figura che la famiglia ritiene perfetta sia per capacità sia perché non mette a rischio gli equilibri all' interno della famiglia.

 

luciano giuliana gilberto benetton

Equilibri che già non sono così stabili. Come detto, la famiglia non ha del tutto gradito l' intervista a 360 gradi rilasciata a Repubblica da Luciano Benetton, tanto più che la sensazione, fino a ieri sera, era che l' imprenditore dei maglioni volesse «metterci la faccia», come dichiarato pubblicamente, ma anche la presenza, candidandosi alla presidenza di Edizione, affiancato da Cerchiai ma nel ruolo di vicepresidente. Un progetto che, se c' è stato, è stato poi anche archiviato.

alessandro benetton deborah compagnoni

 

Tanto più che c' era chi aveva addirittura ipotizzato che Luciano potesse ambire alla presidenza, da lasciare successivamente «in eredità» al figlio Alessandro. Piani, progetti o scenari al momento tutti possibili, ma nessuno ancora definito.

 

2 – COSÌ LUCIANO HA SPIAZZATO LA FAMIGLIA DI PONZANO

Da “MF”

 

Franca Bertagnin con la madre Giuliana Benetton

Adesso è questione di storytelling, cioè di come la famiglia Benetton cercherà di far percepire al mercato i cambiamenti ai piani alti della galassia di Ponzano Veneto. In realtà al momento l' unico cambiamento certo è l' addio a Marco Patuano, amministratore delegato della holding Edizione, addio peraltro annunciato in modo irrituale, ossia a mezzo stampa, attraverso un' intervista rilasciata da Luciano Benetton.

 

CHRISTIAN BENETTON

L' 84enne fondatore del gruppo dei maglioni, da cui tutto è partito, in una sola intervista ha dato un segnale e tre comunicazioni importanti. Il segnale è la presenza, visto che dallo scorso ottobre, quando è scomparso Gilberto Benetton, il mercato si chiedeva chi prendesse le decisioni in famiglia.

 

La risposta è: ancora la famiglia. Con l' intervista Luciano ha chiaramente voluto dire al mercato che l' uomo forte del gruppo è lui. Le comunicazioni riguardano la successione alla guida di Edizione: un interno (quindi non Gianni Mion, uscito dal gruppo anni fa), non un erede (quindi non suo figlio Alessandro Benetton) e la più importante, non Marco Patuano.

ERMANNO BOFFA E SABRINA BENETTON

 

Il problema è che gli altri rami della famiglia, ossia Sabrina (figlia dello scomparso Gilberto), la sorella Giuliana con la figlia Franca e Christian (figlio dello scomparso Carlo), non si aspettavano un' uscita così impetuosa e imperiosa da parte dell' imprenditore dei maglioni colorati. Anzi, non hanno per niente gradito e anzi, avrebbero trovato un' impensabile (almeno fino a qualche settimana fa) coesione.

 

Motivo per cui ieri sera sono andate avanti le trattative per dissuadere Luciano dal candidarsi a nuovo presidente di Edizione (articolo qui sopra). Tanti saluti per il momento a chi pensava che l' intervista mettesse la parola fine sulle indecisioni del passato.

 

GIANNI MION 1

La partita in famiglia è tutt' altro che conclusa. Di fatto, dalla scomparsa di Gilberto, tra i Benetton ha regnato l' indecisione, tanto che la riconferma di Patuano (manager chiamato proprio da Gilberto) è stata messa in dubbio fin dalle prime settimane. Il tentativo (e si torna allo storytelling) è sempre stato quello di segnalare che in fondo erano passati pochi mesi dalla scomparsa del più autorevole dei fratelli Benetton. Ma i mesi pian piano sono aumentati.

 

AUTOGRILL 2

L' impero è ramificato e profittevole, va dalle autostrade agli aeroporti, dalla ristorazione alle torri tlc e geograficamente spazia dal Sudamerica alla Manica. Viene difficile immaginare un altro colosso della finanza, con quattro società quotate (Atlantia che ha appena consolidato Abertis e il suo ingombrante debito, oltre ad Autogrill e Cellnex) restare per sei mesi con una governance appesa senza chiarire chi prende le decisioni.

 

Per ora, dopo mesi, l' unica certezza, peraltro comunicata a mezzo stampa, è stata l' addio a Patuano. Non ci sarebbe da stupirsi però se adesso il mercato pretendesse di capire quale strategia sta seguendo la famiglia e quale sarà il manager che perseguirà i nuovi obiettivi, di qualsiasi obiettivi si tratti.

 

3 – POTERI AI QUATTRO NIPOTI DI LUCIANO BENETTON SLITTA LA NOMINA DELL' AD

Francesco Spini per “la Stampa”

GIOVANNI CASTELLUCCI E FABIO CERCHIAI

 

Scende in campo la seconda generazione dei Benetton. I nipoti del patriarca Luciano vogliono contare nelle future scelte di Edizione, la cassaforte del gruppo. Al punto che, almeno in una prima fase, con ogni probabilità non sarà neppure nominato un amministratore delegato in sostituzione di Marco Patuano. Carlo Bertazzo, in un primo momento favorito per la carica, resterà direttore generale. Per ripartire in questa nuova fase che segna una svolta per la holding trevigiana dopo la scomparsa di Gilberto Benetton, la seconda generazione è decisa a prenderne collegialmente le redini.

 

castellucci e cerchiai

Finora la gestione finanziaria del gruppo era stata delegata a Gilberto che, affiancato prima da Gianni Mion e in seguito da Patuano, aveva accentrato le decisioni sulle strategie da perseguire per aumentare la diversificazione e, da ultimo, per dare a Edizione una proiezione internazionale. Ora, senza di lui, i nipoti di Luciano Benetton vogliono impegnarsi in prima persona nelle scelte sul futuro. La fiducia su Bertazzo è confermata, da dg già oggi rappresenta Edizione ai massimi livelli, come per esempio nel patto di consultazione di Mediobanca.

 

L'ARTICOLO DEL NEW YORK TIMES SUI BENETTON

Gli azionisti però, almeno in questa fase, vogliono ridare centralità al cda dove tutta la famiglia è rappresentata, con una struttura di governance giudicata più appropriata al momento di passaggio che l' azienda sta attraversando, con la transizione alla seconda generazione. È probabile che alcune deleghe vengano passate al presidente (dovrebbe rimanere Fabio Cerchiai, anche se tutto è molto fluido), ma il pallino sarà in mano ai consiglieri-azionisti.

 

In cda siedono tutti e quattro i rami della famiglia. Per Luciano c' è il figlio Alessandro, il quale, ieri, ha sottolineato il suo sguardo distaccato: «Ventisette anni fa - ha detto - ho deciso di fare carriera in proprio e tenermi lontano dagli affari di famiglia». In rappresentanza di Giuliana c' è Franca Bertagnin Benetton. Per il ramo di Gilberto c' è la figlia Sabrina, mentre per la linea di Carlo (scomparso anch' egli lo scorso anno) siede il figlio Christian.

i meme sui benetton e il crollo del ponte di genova spot benetton con i migranti

 

crollo del ponte di genova il party dei benetton

Non è stata una scelta immediata, quella della collegialità, ma frutto di un percorso non ancora definitivo verso l'assemblea del 24 giugno. In un primo momento tra i cugini sarebbe spuntata l' idea di richiamare Mion. Ipotesi caduta per il no del patriarca Luciano, confortato dalle perplessità (eufemismo) dei principali manager della filiera a cominciare da Cerchiai e Giovanni Castellucci, numero uno di Atlantia (che ieri ha perso il 4,25% in Borsa). Ci sarebbe stato poi un tentativo da parte di Sabrina Benetton di cedere il proprio posto in cda (per proiettarlo ad alti incarichi) il marito Ermanno Boffa. Ma i cugini - in particolare Franca, si dice - avrebbero sconsigliato, statuto alla mano, di perseverare nel tentativo.

 

la famiglia benetton su vanity fair

Il risultato è questa idea di un'Edizione a gestione «collettiva» dove il ruolo dei manager si concentra ai piani di sotto, a cominciare da Atlantia, dove si gestiscono i business di famiglia oltre alle tante partecipazioni. Tra le attività acquisite di recente c'è anche Cellnex (torri tlc), di cui Edizione ha il 29,9%: qui si apre l' incognita della presidenza, dove oggi siede Patuano.

 

Ultimi Dagoreport

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE ARRIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin moskva mar nero

DAGOREPORT - UCRAINA, CHE FARE? LA VIA PER ARRIVARE A UNA TREGUA È STRETTISSIMA: TRUMP DEVE TROVARE UN ACCORDO CHE PERMETTA SIA A PUTIN CHE A ZELENSKY DI NON PERDERE LA FACCIA – SI PARTE DALLA CESSIONE DELLA CRIMEA ALLA RUSSIA: SAREBBE UNO SMACCO TROPPO GRANDE PER ZELENSKY, CHE HA SEMPRE DIFESO L’INTEGRITÀ TERRITORIALE UCRAINA. TRA LE IPOTESI IN CAMPO C'E' QUELLA DI ORGANIZZARE UN NUOVO REFERENDUM POPOLARE NELLE ZONE OCCUPATE PER "LEGITTIMARE" LO SCIPPO DI SOVRANITA' - MA SAREBBE UNA VITTORIA TOTALE DI PUTIN, CHE OTTERREBBE TUTTO QUEL CHE CHIEDE SENZA CONCEDERE NIENTE…