BORSE IN SALITA, SPREAD IN DISCESA - MA GLI SPECULATORI ASPETTANO AL VARCO IL CALDO AUTUNNO ITALIANO

Tonia Mastrobuoni per "La Stampa"

Incurante della crisi politica perenne, del debito oltre il 130% del Pil, e delle prospettive incerte sulla ripresa, la Borsa italiana è cresciuta dall'inizio dell'estate del 15%. E ieri, ignorando una situazione che nella maggioranza di Governo si fa sempre più incandescente ma anche la notizia di un debito pubblico che è cresciuto a quota 2.075 miliardi, i listini sono andati per conto proprio, archiviando la seduta in positivo, e lo spread tra bond italiani e tedeschi, la sentinella dei mercati sull'"rischio Paese", è scesa ai minimi da luglio 2011.

Merito, sostanzialmente, di tre fattori. D'un lato, l'iperattivismo delle principali banche centrali del mondo; dall'altro, gli esili segnali di recupero dell'economia che si stanno manifestando un po' ovunque, nei Paesi più avanzati; infine, restringendo il campo all'Italia, la posizione attendista della maggior parte degli investitori. Che tuttavia, mette in guardia l'economista della Cattolica di Milano ed esperto di mercati finanziari, Angelo Baglioni, non deve farci stare affatto tranquilli. Potrebbe essere soltanto la calma prima della tempesta.

Giovanni Ajassa, capo del servizio studi di Bnl, osserva che il buonumore del mercato può essere attribuito al fatto che «sta prendendo atto dei primi segnali di ripresa che si stanno moltiplicando nei Paesi più avanzati». In particolare, «sta cominciando a distinguere tra l'Italia e la Spagna», che è in una situazione «più negativa», anche se complessivamente è evidente che la tendenza all'allentamento delle pressioni sui bond statali è generale, in Europa, e dimostra «una congiuntura che è molto interrelata», nel Vecchio continente».

Angelo Baglioni guarda alla convergenza tra le principali autorità monetarie al mondo - l'americana Fed, l'europea Bce, la britannica Boe e la giapponese Boj - e alle loro politiche ultra aggressive dal punto di vista dei tassi di interesse e della liquidità, per spiegare il buon andamento dei listini. «Le principali banche centrali sono tutte in fase espansiva», argomenta. Benzina pura, per i motori delle Borse.

Guardando all'Italia, Baglioni avverte tuttavia di non farsi allettare dall'"azzardo morale" dell'attuale tregua dei mercati. «Gli investitori sono in attesa di capire l'evoluzione della situazione politica per prendere decisioni serie. È vero, infatti, che sono abituati alla nostra fragilità politica». Ciò non vuol dire, conclude, che un precipitare degli eventi non possa creare nuovamente un cambio di umore pericoloso sul nostro mercato dei redditi. Lo spread non è a riposo: è in allerta.

 

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