1. C'È UN STRANO MALESSERE NELLE STANZE OVATTATE DI MEDIOBANCA. IL PATTO DI SINDACATO SI RIUNIRÀ IL 29 SETTEMBRE E DA QUI AD ALLORA SARANNO INDISCREZIONI E VELENI 2. IL RINNOVO DEL BOSS DELLA BANCA ALBERTO NAGEL ARRIVA AL TRAGUARDO CON QUALCHE AMMACCATURA. LE INCHIESTE GIUDIZIARIE SUL CASO LIGRESTI. IL SUO TRASFERIMENTO DI RESIDENZA A LONDRA. IL RUOLO DELLA MOGLIE ROBERTA FURCOLO, ATTIVA E PROPOSITIVA 3. INFINE BRILLA NEL BUIO LA VICENDA TELECOM. NAGEL È TROPPO INTELLIGENTE E PREPARATO PER NON AVER CAPITO SUBITO CHE NEL CONFRONTO CON TELEFONICA LA NOSTRA TELECOM SAREBBE USCITA SPACCIATA. QUESTIONE DI SOLDI. LORO LI HANNO. TELECOM ITALIA NO 4. ALLORA? FORSE, SUSSURRANO I MALIGNI, NAGEL SI È GUADAGNATO LA RICONFERMA DAL SUO SOCIO PRINCIPALE BOLLORÉ. HA FATTO FARE A TELECOM LA LEPRE. HA ALZATO IL PREZZO. TELEFONICA HA ABBOCCATO. AMMACCATURA DI IMMAGINE, MA SI DIMENTICA PRESTO. QUEL CHE CONTA È AVER RESO FELICE COLUI CHE CON UNICREDIT TIENE LE REDINI DI MEDIOBANCA
DAGOREPORT
RENATO PAGLIARO E ALBERTO NAGEL DAL CORRIERE jpeg
C'è un strano malessere che cresce nelle stanze ovattate e silenziose di Mediobanca. Appena percettibile all'esterno come una febbriciattola che sale di qualche linea e che tutti immaginano possa essere raffreddata con una aspirina. Non è la prima volta che accade. Forse ad ogni scadenza di rinnovo del Consiglio di amministrazione si nota qualche fibrillazione.
Ma questa volta gli attenti osservatori di via Filodrammatici, e in particolare quelli più smaliziati o prevenuti, notano i sintomi di problemi più gravi. Il Patto di sindacato, che vale circa il 30% dell'azionariato e che vede in Unicredit e Bollorè i soci forti più una rappresentanza del Salotto buono del Capitalismo Milanese (quello che Pittibimbo Renzi vorrebbe estromettere non solo dalla guida ma anche dalla possibilità di commentare i fatti del Paese), si riunirà il 29 settembre e da qui ad allora sarà tutto un turbinio di incontri, colloqui riservati, indiscrezioni e veleni.
ALBERTO NAGEL E ROBERTA FURCOLO
La prima scelta da fare è la riduzione dell'assembleare Cda che oggi conta ben 21 rappresentanti, di cui per statuto 5 manager della Banca. Tutti d'accordo nella cura dimagrante, ma devono scendere anche i 5 interni?
Secondo il management certo no, ma difficile resistere ad una riduzione pro-quota. Ma sarebbe meglio non avere anche questo tema sul tavolo, oltre a quelli ben più spinosi del rinnovo del boss della banca Alberto Nagel e del piano strategico che dovrebbe riorientare il ruolo della famosa boutique fondata da Cuccia.
IL PAPELLO TRA NAGEL E LIGRESTI
Mai forse prima di oggi, se non ai tempi del passaggio dall'era Maranghi all'attuale fase, è di attualità cosa accadrà a breve nel santuario della finanza italiana. Nagel arriva al traguardo con qualche ammaccatura. Le inchieste giudiziarie, oggi di moda, ma che in Mediobanca ancora fanno eccezione. Il suo trasferimento di residenza a Londra, anche questa una moda tra i top manager (e non solo per motivi fiscali), ma che fa discutere se lo fa uno dei più simbolici rappresentanti della Finanza italiana. Il ruolo della moglie Roberta Furcolo, attiva e propositiva.
Tutto perfetto in un mondo normale. Non certo per chi vive tra mille compromessi come il marito che ha dovuto subire attacchi e rimbrotti per il carattere della consorte. I rumors di attriti con i suoi manager più di esperienza. Anche questa non è una novità, ma che se ne cominci a parlare un po' troppo diffusamente anche nelle redazioni dei giornali è certo un fatto inedito per piazzetta Cuccia.
Scaroni Giuseppe Recchi Patuano e Bernab
E ancora la vicenda Telecom. Ma come. Nagel se ne occupa in prima persona, a fianco di Patuano e Recchi (a proposito se avessero litigato un po' meno nel cercare i riflettori e avessero acceso il cervello avrebbero capito il tranello), estromette i suoi manager specializzati in Tlc e prende una tale tranvata da Telefonica?
Vincent Bollore e Alberto Nagel foto LaPresse
Proprio dalla Spagna dove siede il suo fiduciario Borja Prado, introdottissimo nel circolo politico e regale, al quale Nagel ha affidato tutte le redini del mondo iberico e sudamericano?
Gli osservatori più avveduti hanno capito che Nagel è troppo intelligente e preparato per non aver capito subito che nel confronto con Telefonica la nostra Telecom sarebbe uscita spacciata. Questione di soldi. Loro li hanno. Telecom no.
Allora? Forse, sussurrano i più cattivelli, Nagel si è guadagnato la riconferma dal suo socio principale Bolloré. Ha fatto fare a Telecom la lepre. Ha alzato il prezzo. Telefonica ha abboccato. Qualche ammaccatura di immagine, ma si dimentica presto. Quel che conta è aver reso felice colui che con Unicredit tiene le redini di piazzetta Cuccia.
Infine forse il tema principale. Cosa dovrà essere la banca in futuro? Una boutique di alta finanza? Un braccio specializzato di un grande gruppo bancario nazionale? E ancora: la nuova Mediobanca dovrà guardare all'estero o solo essere un superspecializzato consulente del Capitalismo, della Finanza e, perché no, delle Istituzioni italiane?
I limiti si vedono nei bilanci che faticano a tenere il passo con la crisi, con la competizione spiegata e con la diminuzione vertiginosa dei deal.
Insomma ce n'è per scrivere fiumi di inchiostro. Se ci fosse qualche giornale disposto ad approfondire. Oppure basterà osservare ancora l'agitato Renzi. Qualche segnale lo darà.