CHE CI FACCIAMO CON I MILIARDI DI SOLDI RUSSI CONGELATI DALLE SANZIONI? GLI AMERICANI SPINGONO PER INVIARE QUEI FONDI ALL’UCRAINA, E VON DER LEYEN VUOLE USARLI PER PAGARE GLI AIUTI A KIEV. MA SI PUÒ FARE? ANGELO DE MATTIA, EX BRACCIO DESTRO DI ANTONIO FAZIO IN BANKITALIA: “SI PONGONO DUE PROBLEMI: IL PRIMO, GENERALE, RIGUARDA LA STRATEGIA COMPLESSIVA SULLA GUERRA. IL SECONDO PROBLEMA CONSISTE NEL VERIFICARE SE SIA AMMISSIBILE IN BASE AI PRINCIPI DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E…
Estratto dell’articolo di Angelo De Mattia per “MF”
Mentre si attende di conoscere l'orientamento del G20 finanziario di San Paolo del Brasile sulla tassazione dei patrimoni dei super ricchi […], un argomento complesso non tanto a livello di principi, quanto di concreta attuazione, il G7, intanto, tra i diversi argomenti, ha esaminato quello del possibile utilizzo degli asset russi congelati con la finalità di indennizzare l'Ucraina per le conseguenze dell'invasione subita. […]
Quasi contemporaneamente, la presidente della Commissione Ue, Ursula von der Leyen […] ha adombrato l'esigenza di valutare l'impiego dei predetti asset per sostenere il rifornimento di armi e munizioni all'Ucraina, maggiormente necessario in questa fase, in una condizione di difficoltà del Paese invaso, in violazione del diritto internazionale.
joe biden ursula von der leyen
L'utilizzo delle risorse russe costituirebbe ovviamente una decisione eccezionale. A San Paolo il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti e il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta hanno rappresentato l'esigenza di valutare come dare basi legali solide all'utilizzo degli asset in questione. Verosimilmente si parte dal fatto che non si tratta di beni acquisiti da Paesi in guerra con la Russia, ma incamerati e congelati come conseguenza delle sanzioni irrogate.
Allora si pongono due problemi: il primo, generale, di valutare come un eventuale impiego di queste risorse si inquadri in una strategia complessiva riguardante la guerra in corso […]. Il principale deficit sinora registrato dalla Nato e dall'Unione è stato costantemente progettare pezzi di iniziative sempre slegate da una visione d'insieme e dal dove si intende approdare, dopodiché valutare se l'azione progettata sia congrua o se, al contrario, non possa addirittura provocare un boomerang.
VLADIMIR PUTIN PARLA ALLE CAMERE RIUNITE
Ciò posto, il secondo problema […] consiste nel […] verificare se ciò sia ammissibile in base ai principi del diritto internazionale e alla condizione di non belligeranti dei Paesi depositari dei beni congelati. In sostanza, non si devono adottare adesso nuove regole (non si sa, poi, da parte di chi), con la conseguenza della violazione di un principio universale di civiltà giuridica nullum crimen sine lege intesa, quest'ultima, come già vigente, convenzionale o no che sia.
Anche per evitare una possibile serie di controversie internazionali, ovviamente la normativa sugli utilizzi della specie non potrebbe essere successiva al «fatto». […] Di qui si passa a rilevare anche l'importanza dell'interdisciplinarità di organismi internazionali concentrati nell'economia e nella finanza, materie che non possono essere trattate senza un'ottica giuridico-istituzionale.
mario draghi all ecofin di gand, in belgio
Così come affrontare nelle sedi anzidette il tema della globalizzazione e del multilateralismo dovrebbe sollecitare un'analisi […] anche dei limiti, degli effetti collaterali negativi, delle regole.
L'ex presidente della Bce Mario Draghi ha iniziato a farlo, intervenendo nel recente Ecofin e all'Europarlamento. È la strada da battere anche e soprattutto negli organismi internazionali, evitando il rischio di oggettivamente apparire come chi guarda a un Eden in pericolo o già svanito.
Se solo si pensa all'introduzione e all'accettazione diffusa, che sono purtroppo mancate, dei cosiddetti beni pubblici globali, di cui si cominciò a parlare agli inizi del primo decennio degli anni 2000 (anche in occasione del Giubileo nel quale si sollevò la questione del debito dei Paesi poveri) e alle altrettanto mancate regole della globalizzazione, con le conseguenze sulla maldistribuzione dei benefici, si vede la strada che ancora si deve percorrere.
Lo stesso approccio economico-finanziario, giuridico, realistico, insieme con una spinta etica, dovrebbe caratterizzare il tema della tassazione dei patrimoni dei super ricchi. Ma con realismo e proporzionalità. E, comunque, non è materia per soli ministri dell'Economia e banchieri centrali.