DIRIGENTI E DIGERITI: COME ANTICIPATO 5 GIORNI FA DA DAGOSPIA, UNICREDIT FIRMA UN ACCORDO (COL TRUCCHETTO) PER MANDARE A CASA CENTINAIA DI MANAGER - FONDO ESUBERI, PREPENSIONAMENTI E FINO A 350 CALCI NEL SEDERE CON BUONUSCITA - È IL PRIMO ACCORDO DEL GENERE: FINORA, I DIRIGENTI TRATTAVANO UNO PER UNO L'USCITA DALLE BANCHE
1. DAGOSPIA, 5 GIORNI FA: UNICREDIT DEVE LICENZIARE 540 DIRIGENTI E STUDIA UN PIANO CON TRUCCO - LE USCITE SONO STATE SPACCHETTATE IN TRE BLOCCHI (70 ACCESSI AL FONDO ESUBERI, 120 PREPENSIONAMENTI, 350 CALCI NEL SEDERE CON BUONUSCITA)
2. UNICREDIT FIRMA IL PRIMO ACCORDO COLLETTIVO CON I SINDACATI PER FAR USCIRE 470 DIRIGENTI
Cristina Casadei per www.ilsole24ore.com
Nel credito, l’accordo siglato ieri sera dal gruppo Unicredit e dai sindacati (Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Unisin, Ugl credito) fa da apripista agli accordi sindacali per l’uscita dei dirigenti che fino ad ora sono sempre usciti attraverso accordi individuali. Il contratto dei dirigenti non prevede infatti soluzioni collettive, ma il gruppo ha scelto di avviare una procedura collettiva come accade per le aree professionali e i quadri, e di condividere il percorso con tutte le sigle sindacali. A maggior ragione dopo che, lo scorso anno, in Abi è stato siglato da tutte le sigle il contratto collettivo nazionale di lavoro dei dirigenti.
Si tratta di un accordo che introduce molte novità, dal fondo di solidarietà per i dirigenti, alla possibilità di demansionamento, al parziale autofinanziamento da parte dei dirigenti.
Nel settore c’era una certa aspettativa su questo negoziato che si è chiuso dopo una trattativa meno semplice di quanto le parti, forse, avevano previsto. Alla fine è stato deciso che le 470 uscite richieste dall’azienda saranno realizzate con diverse opzioni di uscita in base all’anzianità. L’adesione sarà esclusivamente su base volontaria.
A coloro che matureranno il trattamento pensionistico entro 5 anni sarà concessa la possibilità di accedere al Fondo esuberi per 36 mesi, con un incentivo pari a 3,5 mensilità. Questa opzione riguarderà un massimo di 120 dirigenti. Per chi invece, pur maturando il diritto alla pensione entro il 2021, non rientrerà nella platea dei 120, vi sarà la possibilità di utilizzare fino a 2 anni di aspettativa retribuita, attraverso la Naspi, per poi accedere gli ultimi 3 anni al Fondo di solidarietà.
Per coloro che raggiungono i requisiti pensionistici 5 anni dopo la cessazione del rapporto di lavoro, sarà comunque prevista un’indennità per un massimo di 2 mensilità fino alla maturazione dell’assegno pensionistico. Inoltre, saranno previsti servizi di ricollocazione professionale e chi vorrà potrà intraprendere l’attività di promotore finanziario, libero professionista o agente immobiliare, beneficiando di un contratto con l’azienda con vincolo d’esclusiva per la durata minima di un anno.
Infine, per circa 175 dirigenti con fasce retributive più vicine a quelle dei quadri direttivi di quarto livello sarà possibile una riassunzione con inquadramento da quadro direttivo di quarto livello. Tra le tante innovazioni che porta questo accordo c’è anche il fatto che la categoria lo autofinanzierà, parzialmente. L’accordo ha infatti attutito fortemente le ricadute sociali dato il numero molto elevato di uscite, ma ha anche un costo importante per l’azienda e per questo è stato richiesto uno sforzo a tutti i dirigenti del gruppo attraverso un contributo solidaristico.
Soddisfatti i sindacati. «Pur partendo da una situazione di oggettiva criticità, consideriamo positiva l’intesa raggiunta - dice Pier Luigi Ledda, segretario nazionale First Cisl -. Si tratta del primo accordo di questa portata che riguarda i dirigenti, del tutto in linea con quanto adottato negli altri accordi per le aree professionali e i quadri direttivi». «Siamo convinti che gli accordi individuali non avrebbero offerto condizioni migliori per i lavoratori», aggiunge Maurizio Arena, segretario generale aggiunto First Cisl, responsabile DirFirst.
«Nonostante l'assenza di un quadro normativo che tuteli i dirigenti dal punto di vista occupazionale, abbiamo evitato i licenziamenti collettivi, raggiungendo un accordo che prevede uscite volontarie e incentivate. Questo è stato possibile grazie alla determinazione e all'unità del tavolo sindacale», dichiara Mauro Morelli, segretario nazionale della Fabi. Per la Uilca si tratta di «un buon accordo che introduce elementi di novità nel settore e rispetto di una categoria storicamente priva di effettive tutele reali sui licenziamenti ».