LE MADONNE DI DON TOTÒ - IL LUSSUOSO CONDOMINIO DI VIA DELLE TRE MADONNE A ROMA, È UNO DEI MEZZI CON CUI LIGRESTI HA AFFINATO NEGLI ANNI LE RELAZIONI CON I POTENTI DI TURNO (ALFANO, BRUNETTA, BOCCHINO, LE FIGLIE DI GERONZI, MASI, GENERALI DEI SERVIZI, CARABINIERI VARI, MARCO CARDIA) - CHISSÀ SE UNO DEGLI APPARTAMENTI LO BECCA IL SOTTOSEGRETARIO ALLA DIFESA FILIPPO MILONE, PER ANNI DIPENDENTE DI DON TOTÒ E OGGI SUO UNICO APPIGLIO NEL GOVERNO DEI SAPIENTONI - NON SARÀ LUI A SALVARE LIGRESTI DAL FALLIMENTO MA SE “MISTER 5%” VENDE LE PARTECIPAZIONI MAGARI UNA CIAMBELLA DI SALVATAGGIO ARRIVA…

Alberto Statera per "Affari & Finanza"

Roma, via delle Tre Madonne 16/18, l'indirizzo più prestigioso dei Parioli. In questo palazzo, secondo un censimento fatto dall'Espresso, c'è una delle più alte concentrazioni di potere della capitale: il segretario del Pdl Angelino Alfano, l'ex ministro Renato Brunetta, l'ex direttore generale della Rai Muro Masi, il vice di Fini Italo Bocchino, Chiara e Benedetta Geronzi, figlie dell'ex banchiere Cesare, l'avvocato Marco Cardia, figlio dell'ex presidente della Consob Lamberto. Il principesco stabile appartiene al gruppo di Salvatore Ligresti, il costruttore di Paternò che quasi mezzo secolo fa prese a Milano il posto di Michelangelo Virgillito e Raffaele Ursini inseguiti dalla giustizia.

E' vero che si tratta di quasi tutti recenti "ex" del berlusconismo, ma quando furono accolti nel lussuoso stabile erano nel massimo fulgore del loro potere. Cosicché il supercondominio, come racconta Gianni Dragoni nel suo libro "Capitani coraggiosi" appena uscito per Chiarelettere, è diventato un po' il simbolo del modus operandi di Ligresti attraverso la ragnatela infinita di relazioni ben oliate che utilizza per fare i suoi affari.

Un simbolo sotto il nome della Vergine, ben più eloquente del bilancio del suo impero finanziario, che sta franando sotto il peso di due miliardi di euro di debiti. Brunetta, Masi e Cardia hanno dovuto lasciare le loro poltrone, il papà delle ragazze Geronzi è stato appena condannato a cinque anni di reclusione per bancarotta fraudolenta, per cui ragionevolmente è ormai destinato a godersi una dorata pensione nella sua villa di Marino.

Ma figurarsi se don Salvatore si perde d'animo. Nel governo dei "migliori" di Mario Monti è riuscito a collocare, con i buoni uffici del conterraneo Ignazio Larussa, figlio dell'antico sodale Antonino e padre del suo dipendente Geronimo, un sottosegretario alla Difesa, che non sarà un granché ma è sempre meglio di niente. Anche lui originario di Paternò, anche lui per anni a libro paga di Ligresti, si chiama Filippo Milone ed è quel signore che un anno fa bussava a quattrini alla Finmeccanica di Guarguaglini, sentina di molte nefandezze dell'epoca berlusconiana, per ottenere finanziamenti per la festa del Pdl a Milano.

Chissà se al neo sottosegretario spetterà adesso un quartierino nel supercondominio delle Tre Madonne. Non sarà certo lui a salvare dal fallimento Ligresti, che negli anni, come documenta Dragoni, ha spolpato la Fondiaria Sai a favore dei tre figli e a danno dei soci di minoranza, ma sarà la necessità di preservare l'equilibrio del malato sistema dell'italico capitalismo di relazione in cui ciascuno ha bisogno degli altri per sopravvivere.

Si da infatti il caso che "Mister 5 per cento", come hanno soprannominato don Salvatore, si trova a controllare partecipazioni di minoranza in Mediobanca, Pirelli, Gemina, Rcs, Generali. Queste partecipazioni nel cuore del capitalismo dei conflitti d'interesse sono il suo asso nella manica. Dovrà venderle, evitando di compromettere gli equilibri dei "salotti buoni" (sic) e in cambio, statene certi, otterrà la sua ciambella di salvataggio, come sempre è avvenuto negli ultimi decenni. Anche con l'aiuto non di una ma di Tre Madonne.

 

Salvatore LigrestiANGELINO ALFANO ITALO BOCCHINO RENATO BRUNETTA Mauro Masi itl55 benedetta chiara geronziFilippo Milone

Ultimi Dagoreport

almasri giorgia meloni carlo nordio

DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA INDISTURBATO IN EUROPA? AVEVA UN PASSAPORTO FASULLO O UN VISTO SCHENGEN? E IN TAL CASO, PERCHÉ NESSUN PAESE, E SOPRATTUTTO L’ITALIA, SI È OPPOSTO? - LA TOTALE ASSENZA DI PREVENZIONE DA PARTE DEGLI APPARATI ITALIANI: IL MANDATO DI ARRESTO PER ALMASRI RISALE A OTTOBRE. IL GENERALE NON SAREBBE MAI DOVUTO ARRIVARE, PER EVITARE ALLA MELONI L’IMBARAZZO DI SCEGLIERE TRA IL RISPETTO DEL DIRITTO INTERNAZIONALE E LA REALPOLITIK (IL GOVERNO LIBICO, TRAMITE ALMASRI, BLOCCA GLI SBARCHI DI MASSA DI MIGRANTI) – I SOSPETTI DI PALAZZO CHIGI SULLA “RITORSIONE” DELLA CPI E IL PASTROCCHIO SULL’ASSE DEI SOLITI TAJANI-NORDIO

pier silvio giampaolo rossi gerry scotti pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E L'INGAGGIO DI GERRY SCOTTI COME CO-CONDUTTORE DELLA PRIMA SERATA DI SANREMO NE È LA PROVA LAMPANTE - CHIAMARE ALL'ARISTON IL VOLTO DI PUNTA DI MEDIASET È IL SEGNALE CHE IL BISCIONE NON FARÀ LA GUERRA AL SERVIZIO PUBBLICO. ANZI: NEI CINQUE GIORNI DI SANREMO, LA CONTROPROGRAMMAZIONE SARÀ INESISTENTE - I VERTICI DELLA RAI VOGLIONO CHE IL FESTIVAL DI CARLO CONTI SUPERI A TUTTI I COSTI QUELLO DI AMADEUS (DA RECORD) - ALTRO SEGNALE DELLA "PACE": IL TELE-MERCATO TRA I DUE COLOSSI È PRATICAMENTE FERMO DA MESI...

elon musk sam altman

NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON MUSK E SAM ALTMAN HANNO LITIGATO SU “X” SUL PROGETTO “STARGATE”. IL MILIARDARIO KETAMINICO HA SPERNACCHIATO IL PIANO DA 500 MILIARDI DI OPENAI-SOFTBANK-ORACLE, ANNUNCIATO IN POMPA MAGNA DA TRUMP: “NON HANNO I SOLDI”. E IL CAPOCCIA DI CHATGPT HA RISPOSTO DI PETTO AL FUTURO “DOGE”: “SBAGLI. MI RENDO CONTO CHE CIÒ CHE È GRANDE PER IL PAESE NON È SEMPRE OTTIMALE PER LE TUE COMPAGNIE, MA NEL TUO RUOLO SPERO CHE VORRAI METTERE PRIMA L’AMERICA…” – LA GUERRA CIVILE TRA I TECNO-OLIGARCHI E LE MOSSE DI TRUMPONE, CHE CERCA DI APPROFITTARNE…

donald trump elon musk jamie dimon john elkann

DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI PAPERONI MUSK & ZUCKERBERG, IL VECCHIO POTERE FINANZIARIO AMERICANO È OBSOLETO E VA ROTTAMATO: CHI HA BISOGNO DEI DECREPITI ARNESI COME JAMIE DIMON IN UN MONDO CHE SI FINANZIA CON MEME-COIN E CRIPTOVALUTE? – L’HA CAPITO ANCHE JOHN ELKANN, CHE SI È SCAPICOLLATO A WASHINGTON PER METTERSI IN PRIMA FILA TRA I “NUOVI” ALFIERI DELLA NEW ECONOMY: YAKI PUNTA SEMPRE PIÙ SUL LATO FINANZIARIO DI EXOR E MENO SULLE VECCHIE AUTO DI STELLANTIS (E ZUCKERBERG L'HA CHIAMATO NEL CDA DI META)

antonino turicchi sandro pappalardo armando varricchio nello musumeci ita airways

DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA” BY LUFTHANSA? L’EX PILOTA DELL’AVIAZIONE DELL’ESERCITO È STATO “CALDEGGIATO” DA NELLO MUSUMECI. IL MINISTRO DEL MARE, A DISPETTO DEL SUO INCARICO, È MOLTO POTENTE: È L’UNICO DI FRATELLI D’ITALIA AD AVERE I VOTI IN SICILIA, ED È “MERITO” SUO SE SCHIFANI È GOVERNATORE (FU MUSUMECI A FARSI DA PARTE PER FAR CORRERE RENATINO) – E COSÌ ECCO CHE IL “GIORGETTIANO” TURICCHI E L’AMBASCIATORE VARRICCHIO, CARO A FORZA ITALIA, SONO STATI CESTINATI…

friedrich merz donald tusk giorgia meloni trump emmanuel macron olaf scholz mario draghi

C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO DI GIORGIA MELONI, L’ITALIA È SPARITA DALLA LEADERSHIP DELL’UE - LA DUCETTA PREFERISCE ACCUCCIARSI AI PIEDI DI WASHINGTON (CHE VUOLE VASSALLI, NON ALLEATI ALLA PARI) CHE RITAGLIARSI UN RUOLO IN EUROPA - FRIEDRICH MERZ, PROBABILE NUOVO CANCELLIERE TEDESCO, HA "ESPULSO" L'ITALIA DAL GIRO CHE CONTA: A CHI GLI HA CHIESTO QUALE PAESE ANDREBBE AGGIUNTO A UN DIRETTORIO FRANCO-TEDESCO, HA CITATO LA POLONIA, GUIDATA DAL POPOLARE DONALD TUSK (NEMICO NUMERO UNO DEL PIS DI MORAWIECKI E KACZYNSKI, ALLEATI DELLA DUCETTA IN ECR) - “I AM GIORGIA” SOGNAVA DI ESSERE IL “PONTE” TRA USA E UE E SI RITROVA A FARE LA CHEERLEADER DELLA TECNO-DESTRA DI MUSK E TRUMP…