L’INGEGNERE NON CONOSCE CRISI - NEL 2011 DE BENEDETTI SI È FATTO NOMINARE AMMINISTRATORE UNICO DELLA SUA HOLDING, ASSEGNANDOSI UNO STIPENDIO DI 2,5 MILIONI LORDI L’ANNO, OLTRE AI DIVIDENDI CHE INCASSA COME AZIONISTA DI MAGGIORANZA - COME PRESIDENTE ONORARIO DI COFIDE, ALTRI 675MILA € - LA CASSAFORTE DI FAMIGLIA HA REGISTRATO 1,7 MLN € DI UTILI, DOPO ANNI DI ROSSO - PER INVESTIRE I SOLDI DEL LODO MONDADORI (564 MLN €) DEVE ASPETTARE LA CASSAZIONE...

Fausto Bechis per "Libero"

Anche nell'anno orribile per la finanza italiana, in cui tutti si leccano le ferite, Carlo De Benedetti è riuscito a fare soldi. Anzi, a fare più soldi di prima. Nel bilancio 2011 appena depositato nel registro delle Camere di commercio, la cassaforte di famiglia dell'ingegnere (Carlo De Benedetti & figli sapa) è riuscita a chiudere con un utile di un milione e 177 mila euro. Non sembra gran bottino, eppure da anni la società chiudeva in rosso oscillando fra perdite di 3 o 5 milioni di euro.

Certo non è difficile fare affari nel gruppo in un anno in cui la Corte di Appello di Milano ti consegna su un piatto una sentenza d'oro come quella sul Lodo Mondadori. Grazie a quel dispositivo la Fininvest il 26 luglio 2011 ha versato all'ingegnere un assegno da 564,2 milioni di euro. Amaro come pochi per Silvio Berlusconi, visto che oggi la Mondadori stessa (oggetto del contendere di quella causa) capitalizza 303,7 milioni di euro in borsa, quasi la metà della multa comminata per avere ostacolato la presa di De Benedetti sulla stessa azienda. Chissà che non convenga al Cavaliere consegnare al nemico di una vita le chiavi di Segrate piuttosto che venire salassato così.

Nell'attesa della Cassazione si scatenano rumors in proposito, ma De Benedetti preferisce tenere fermo il tesorone che è stato diviso in due. Una quota è stata consegnata a Cir che ha investito a breve in depositi e fondi monetari. Il grosso è finito in portafoglio alla controllata Dry Products (ex Cir investimenti) che ha investito in obbligazioni. Con gli tsunami che ormai regolarmente colpiscono i mercati, per De Benedetti è difficile perfino ottenere rendimenti vicini agli interessi legali che dovrà pagare su quei 564,2 milioni se in Cassazione dovesse andare male per lui.

Non tutto luccica nell'impero dell'ingegnere: le partecipazioni estere delle holding private Romed International-Romed hanno avuto bisogno di iniezioni di liquidità (tutte quelle parigine), e anche la Farfalletta, società di trasporto aereo privato, non se la passa benissimo. Assai ridotta anche l'attività sui mercati finanziari, con impegni della Romed che sono passati da 1,2 miliardi di euro a un miliardo tondo. Migliorate invece le finanze personali di De Benedetti. All'assemblea di Cofide qualche piccolo azionista aveva rumoreggiato sullo stipendio eccessivo in un anno di crisi assegnato all'ingegnere per la carica di presidente onorario del gruppo: 675 mila euro.

In assemblea è stato risposto (non dal diretto interessato) che in ogni caso quei soldi venivano versati nelle casse della holding superiore, la Romed. Facendo sembrare l'impegno di De Benedetti gratuito (in fondo è azionista di maggioranza e gode già dei dividendi). Quel che non è stato reso pubblico però è contenuto nei verbali della Romed: De Benedetti si è fatto nominare amministratore unico della società fino alla primavera del 2015, e si è fatto assegnare uno stipendio come un manager qualsiasi. O quasi, visto che ammonta a 2,5 milioni di euro lordi all'anno....

 

CARLO DE BENEDETTI SILVIO BERLUSCONI CARLO DE BENEDETTIBERLUSCONI CARLO DE BENEDETTILOGO MONDADORICARLO DEBENEDETTI E MARINA BERLUSCONI

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