giampiero mazza cvc vivendi vincent bollore pietro labriola

DI SPEZZATINO IN SPEZZATINO, DI TIM RESTERANNO 18MILA DIPENDENTI A CASA E NEMMENO UN DOPPINO – L'UNICO INTERESSE DEL FONDO CVC A RILEVARE LA QUOTA DI VIVENDI (24%) È MONETIZZARE VENDENDO LA GALLINA DALLE UOVA D'ORO, TIM BRASIL - CHE FARA' IL DUPLEX MELONI-FAZZOLARI, CHE HA GIA' CEDUTO LA RETE UNICA AGLI AMERICANI DEL FONDO KKR, TIRERA' FUORI LA GOLDEN POWER PER STOPPARE L'OPERAZIONE DI CVC? – COME MAI LE VOCI SONO USCITE PROPRIO NEL BEL MEZZO DELLO SCORPORO DI CANAL+, HACHETTE E HAVAS DA VIVENDI (CON GROSSO BENEFICIO DEL TITOLO TIM IN BORSA)?

1. TIM CORRE: PIAZZA AFFARI CREDE ALLE TRATTATIVE TRA VIVENDI E CVC

Estratto dell’articolo di Antonella Olivieri per “il Sole 24 Ore”

 

cvc capital partners 1

Alla fine a smuovere le acque in Telecom è sempre la finanza. Il titolo si è impennato in Borsa poco dopo le 17 di ieri quando Bloomberg ha lanciato le voci di contatti in corso tra Vivendi e il fondo di private equity Cvc per una possibile cessione della quota dei francesi, vicina al 24% del capitale ordinario dell’ex incumbent, oggi privo della rete ma anche alleggerito dai debiti.

 

«Nessun commento» da Parigi, ma neanche nessuna smentita. Le discussioni, riferisce l’agenzia Usa, sarebbero ancora a uno stadio preliminare e comunque in ambienti finanziari circolano anche voci di altri possibili interessamenti, per esempio si parla di Apax.

 

PIETRO LABRIOLA

Da quando, lo scorso 9 dicembre, l’assemblea di Vivendi ha deliberato a favore della scissione - il gruppo si è fatto in quattro, staccando Canal+, Hachette e Havas - Telecom ha guadagnato quasi il 15%.

 

Solo una coincidenza? La quota Telecom è rimasta nella holding con le partecipazioni diversificate ed è potenzialmente in vendita, visto che non esiste alcun progetto industriale che ne giustifichi il mantenimento. Vivendi, che fa capo alla famiglia Bolloré, già un anno fa avrebbe venduto se avesse trovato un acquirente per il prezzo richiesto - si parlava di 50 centesimi ad azione - che era il doppio rispetto alle quotazioni di mercato.

 

cvc capital partners

Dopo l’operazione sulla rete che ha permesso di ridurre consistentemente il debito le quotazioni di Telecom non hanno comunque ripreso più di tanto respiro, lontane ancora dai desiderata dei francesi.

 

Ci sono comunque due considerazioni da fare. La prima: la quota di riferimento di Telecom Italia non può passare di mano senza che la cosa sia stata preliminarmente discussa col Governo (e non risulta che ciò sia ancora avvenuto). Tra l’altro anche, senza la rete, sono ancora molte le attività di Telecom soggette al golden power, per esempio il 5G, Telsy o i data center.

 

La seconda considerazione è legata al fatto che proprio ieri - si è saputo in serata - si è tenuta un’udienza in Tribunale per la richiesta di sospensiva presentata dall’avvocatura di Stato volta a congelare la delibera della Corte d’Appello di Roma che imponeva il pagamento di un miliardo a Tim per il canone 1998, non dovuto, sulla concessione telefonica.

 

VINCENT BOLLORE

Il giudice ha dato tempo alle parti fino al 20 gennaio per trovare un accordo. Difficile che Vivendi sia disposta a cedere la propria quota prima di sapere se e quanto Tim incasserà per l’insperato “regalo” del passato.

 

Ciò detto l’interessamento di Cvc è plausibile, considerato che il fondo già si era fatto avanti in passato per rilevare una quota di Tim enterprise e che i rapporti con Cdp, secondo azionista di Telecom con quasi il 10%, sono buoni e collaudati in attività affini a quelle di Tim enterprise come Maticmind, che ha appunto come soci Cvc e Cdp equity. […]

 

 

GIAMPIERO MAZZA CVC

2. TIM, CVC VALUTA L’ACQUISTO DEL 23,75% IN MANO A VIVENDI

Estratto dell’articolo di Sara Bennewitz per “la Repubblica”

https://www.repubblica.it/economia/2024/12/17/news/tim_cvc_vivendi-423891064/

 

Nel giorno in cui Vivendi si divide in quattro società separate per far emergere tutto il valore delle varie partecipazioni, la holding che controlla il 23,75% di Telecom Italia vola in rialzo del 41,7% sulla Borsa di Parigi anche in scia alle voci di una trattativa con Cvc per la vendita della quota nell’ex monopolista delle tlc tricolori.

 

Vincent Bollore - Emmanuel Macron - Vivendi Tim -poste by macondo

 

 

Il fondo di private equity che in Italia, tra le altre cose, controlla Recordati, da anni è in contatto con Vivendi, ma finora non ha mai trovato un modo per rilevare la quota di Tim, che ieri in Borsa valeva un miliardo (ma che fu pagata 3,9 miliardi o 1,07 euro a titolo).

 

Nel luglio del 2022 proprio Vivendi aveva espresso le sue riserve sulla vendita da parte di Tim del 49% della sua divisione Enterprise a Cvc. Allora il private equity aveva valutato la controllata che offre servizi alle imprese e alla Pa 7 miliardi.

 

Sommando la valutazione fatta da Cvc nel 2022 sull’Enterprise alla quota di controllo di Tim Brasil (che in trasparenza vale circa 4 miliardi di euro), ecco che per il private equity lanciare un’offerta sulla società italiana e cedere le altre attività avrebbe una forte convenienza finanziaria, dato che tra capitalizzazione (ieri 6,4 miliardi) e debiti (circa 7 miliardi attesi a fine anno), Tim resta sottovalutata rispetto al valore dei suoi asset.

 

PIETRO LABRIOLA

Peraltro in attesa che si decida sul rimborso del canone da un miliardo (per cui ieri il giudice ha invitato Tim e il governo a trovare un accordo), domani il Mef insieme a Retelit consegnerà al cda di Tim un’offerta vincolante da 700 milioni sui cavi sottomarini di Sparkle.

 

Una volta assicurato il controllo di Sparkle in mani pubbliche, per il governo difendere il controllo di Tim con il golden power sarebbe infatti più complicato. […]

 

[…] Sono mesi che Vivendi ha annunciato di voler cedere la sua quota in Tim, ma nonostante l’interesse di vari interlocutori dalla Iliad di Xavier Niel ad alcuni fondi sovrani, finora il colosso francese guidato da Yannick Bolloré non è mai riuscito a trovare un accordo.

 

Resta che la debolezza in Borsa di Tim (che dopo il balzo di ieri resta giù del 6,6% rispetto a inizio 2024) rende l’azienda più vulnerabile, soprattutto ora che gli asset strategici come la rete, ceduta a Kkr (con il Mef in minoranza), o Sparkle, sono stati assicurati in mani gradite al governo. Intanto Labriola va avanti con il piano industriale, che sarà presentato al mercato il prossimo 13 febbraio.

PIETRO LABRIOLA VINCENT BOLLORE CON UNA SUORA cvc

Ultimi Dagoreport

bergoglio papa francesco salma

DAGOREPORT - QUANDO È MORTO DAVVERO PAPA FRANCESCO? ALL’ALBA DI LUNEDÌ, COME DA VERSIONE UFFICIALE, O NEL POMERIGGIO DI DOMENICA? - NELLA FOTO DELLA SALMA, SI NOTA SUL VOLTO UNA MACCHIA SCURA CHE POTREBBE ESSERE UNA RACCOLTA DI SANGUE IPOSTATICA, COME ACCADE NELLE PERSONE MORTE GIÀ DA ALCUNE ORE - I VERTICI DELLA CHIESA POTREBBERO AVER DECISO DI “POSTICIPARE” LA DATA DELLA MORTE DEL SANTO PADRE, PER EVITARE DI CONNOTARE LA PASQUA, CHE CELEBRA IL PASSAGGIO DA MORTE A VITA DI GESÙ, CON UN EVENTO LUTTUOSO - UN PICCOLO SLITTAMENTO TEMPORALE CHE NULLA TOGLIE ALLA FORZA DEL MAGISTERO DI FRANCESCO, TERMINATO COME LUI VOLEVA: RIABBRACCIANDO NEL GIORNO DELLA RESURREZIONE PASQUALE IL SUO GREGGE IN PIAZZA SAN PIETRO. A QUEL PUNTO, LA MISSIONE DEL “PASTORE VENUTO DALLA FINE DEL MONDO” ERA GIUNTA AL TERMINE...

andrea orcel castagna fazzolari meloni milleri caltagirone giuseppe giovanbattista giorgia giancarlo giorgetti

DAGOREPORT – MA ‘STI “GENI” ALLA FIAMMA DI PALAZZO CHIGI PENSANO DAVVERO DI GOVERNARE IL PAESE DEI CAMPANELLI? E COME SI FA A NON SCRIVERE CHE DIETRO L’APPLICAZIONE DEL GOLDEN POWER ALL’UNICREDIT, C’È SOLO L’ESPLICITA VOLONTÀ DEL GOVERNO DEI MELONI MARCI DI MANGANELLARE ANDREA ORCEL, IL BANCHIERE CHE HA OSATO METTERSI DI TRAVERSO AL LORO PIANO “A NOI LE GENERALI!”? - UNA PROVA DELL’ATTO ‘’DOLOSO’’? IL GOLDEN POWER, UNO STRUMENTO CHE NASCE PER PROTEGGERE GLI INTERESSI NAZIONALI DALLE MIRE ESTERE, È STATO APPLICATO ALL’OPERAZIONE ITALIANISSIMA UNICREDIT-BPM, EVITANDO DI UTILIZZARLO ALLE ALTRE OPERAZIONI BANCARIE IN CORSO: MPS-MEDIOBANCA, BPM-ANIMA E BPER-SONDRIO - ORA UNICREDIT PUÒ ANCHE AVERE TUTTE LE RAGIONI DEL MONDO. MA NON SERVE A UN CAZZO AVERE RAGIONE QUANDO IL TUO CEO ORCEL STA SEDUTO DALLA PARTE SBAGLIATA DEL POTERE…

jd vance papa francesco bergoglio

PAPA FRANCESCO NON VOLEVA INCONTRARE JD VANCE E HA MANDATO AVANTI PAROLIN – BERGOGLIO HA CAMBIATO IDEA SOLO DOPO L’INCONTRO DEL NUMERO DUE DI TRUMP CON IL SEGRETARIO DI STATO: VANCE SI È MOSTRATO RICETTIVO DI FRONTE AL LUNGO ELENCO DI DOSSIER SU CUI LA CHIESA È AGLI ANTIPODI DELL’AMMINISTRAZIONE AMERICANA, E HA PROMESSO DI COINVOLGERE IL TYCOON. A QUEL PUNTO IL PONTEFICE SI È CONVINTO E HA ACCONSENTITO AL BREVE FACCIA A FACCIA – SUI SOCIAL SI SPRECANO POST E MEME SULLA COINCIDENZA TRA LA VISITA E LA MORTE DEL PAPA: “È SOPRAVVISSUTO A UNA POLMONITE BILATERALE, MA NON È RIUSCITO A SOPRAVVIVERE AL FETORE DELL’AUTORITARISMO TEOCRATICO” – I MEME

jd vance roma giorgia meloni

DAGOREPORT – LA VISITA DEL SUPER CAFONE VANCE A ROMA HA VISTO UN SISTEMA DI SICUREZZA CHE IN CITTÀ NON VENIVA ATTUATO DAI TEMPI DEL RAPIMENTO MORO. MOLTO PIÙ STRINGENTE DI QUANTO È ACCADUTO PER LE VISITE DI BUSH, OBAMA O BIDEN. CON EPISODI AL LIMITE DELLA LEGGE (O OLTRE), COME QUELLO DEGLI ABITANTI DI VIA DELLE TRE MADONNE (ATTACCATA A VILLA TAVERNA, DOVE HA SOGGIORNATO IL BUZZURRO), DOVE VIVONO DA CALTAGIRONE AD ALFANO FINO AD ABETE, LETTERALMENTE “SEQUESTRATI” PER QUATTRO GIORNI – MA PERCHÉ TUTTO QUESTO? FORSE LA SORA “GEORGIA” VOLEVA FAR VEDERE AGLI AMICI AMERICANI QUANTO È TOSTA? AH, SAPERLO...

giovanbattista fazzolari giorgia meloni donald trump emmanuel macron pedro sanz merz tusk ursula von der leyen

SE LA DIPLOMAZIA DEGLI STATI UNITI, DALL’UCRAINA ALL’IRAN, TRUMP L’HA AFFIDATA NELLE MANI DI UN AMICO IMMOBILIARISTA, STEVE WITKOFF, DALL’ALTRA PARTE DELL’OCEANO, MELONI AVEVA GIÀ ANTICIPATO IL CALIGOLA DAZISTA CON LA NOMINA DI FAZZOLARI: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO (2018) CHE GESTISCE A PALAZZO CHIGI SUPERPOTERI MA SEMPRE LONTANO DALLA VANITÀ MEDIATICA. FINO A IERI: RINGALLUZZITO DAL FATTO CHE LA “GABBIANELLA” DI COLLE OPPIO SIA RITORNATA DA WASHINGTON SENZA GLI OCCHI NERI (COME ZELENSKY) E UN DITO AL CULO (COME NETANYAHU), L’EMINENZA NERA DELLA FIAMMA È ARRIVATO A PRENDERE IL POSTO DEL MINISTRO DEGLI ESTERI, L’IMBELLE ANTONIO TAJANI: “IL VERTICE UE-USA POTREBBE TENERSI A ROMA, A MAGGIO, CHE DOVREBBE ESSERE ALLARGATO ANCHE AGLI ALTRI 27 LEADER DEGLI STATI UE’’ – PURTROPPO, UN VERTICE A ROMA CONVINCE DAVVERO POCO FRANCIA, GERMANIA, POLONIA E SPAGNA. PER DI PIÙ L’IDEA CHE SIA LA MELONI, OSSIA LA PIÙ TRUMPIANA DEI LEADER EUROPEI, A GESTIRE L’EVENTO NON LI PERSUADE AFFATTO…

patrizia scurti giorgia meloni giuseppe napoli emilio scalfarotto giovanbattista fazzolari

QUANDO C’È LA FIAMMA, LA COMPETENZA NON SERVE NÉ APPARECCHIA. ET VOILÀ!, CHI SBUCA CONSIGLIERE NEL CDA DI FINCANTIERI? EMILIO SCALFAROTTO! L’EX “GABBIANO” DI COLLE OPPIO VOLATO NEL 2018 A FIUMICINO COME ASSESSORE ALLA GIOVENTÙ, NON VI DIRÀ NULLA. MA DAL 2022 SCALFAROTTO HA FATTO IL BOTTO, DIVENTANDO CAPO SEGRETERIA DI FAZZOLARI. “È L’UNICO DI CUI SI FIDA” NELLA GESTIONE DI DOSSIER E NOMINE IL DOMINUS DI PALAZZO CHIGI CHE RISOLVE (“ME LA VEDO IO!”) PROBLEMI E INSIDIE DELLA DUCETTA - IL POTERE ALLA FIAMMA SI TIENE TUTTO IN FAMIGLIA: OLTRE A SCALFAROTTO, LAVORA PER FAZZO COME SEGRETARIA PARTICOLARE, LA NIPOTE DI PATRIZIA SCURTI, MENTRE IL MARITO DELLA POTENTISSIMA SEGRETARIA-OMBRA, GIUSEPPE NAPOLI, È UN AGENTE AISI CHE PRESIEDE ALLA SCORTA DELLA PREMIER…