stefano domenicali

''IL MONDO NON PUÒ FERMARSI PER UN TEMPO ILLIMITATO, MA BISOGNERÀ RIPARTIRE GRADUALMENTE'' - IL CEO DI LAMBORGHINI, STEFANO DOMENICALI, HA MESSO LA FABBRICA A PRODURRE DISPOSTIVI DI PROTEZIONE - ''CALCIO E FORMULA 1 DOVRANNO PROGRAMMARE UN ANNO DI TRANSIZIONE. IL CIRCUS PARLA DI INIZIO DEL MONDIALE A MAGGIO MA NON LO TROVO REALISTICO''

 

 

 

Ivan Zazzaroni per il ''Corriere dello Sport''

 

"Il mondo non può fermarsi per un tempo illimitato, perciò è necessario programmare una ripartenza rapida, graduale, protetta, ovvero in condizioni di sicurezza. Le aziende e lo sport avranno un ruolo fondamentale. Il nodo centrale sarà tuttavia la presa di coscienza da parte della gente che dovrà capire, e accettare, una vita diversa dalla precedente, evitando l’effetto tutti fuori e tutti insieme.

 

Ci dovremo imporre differenti comportamenti relazionali e il rispetto, rigoroso, delle norme governative. Anche per evitare ciò che sta accadendo a Hong Kong, a Singapore dove, una volta superata la prima fase, non si è pensato a controllare il flusso dei rientri innescando il contagio di ritorno". Stefano Domenicali è oggi uno dei pochi manager italiani di successo. Per Forbes, “l’uomo che ha domato il Toro da corsa”.

 

Nato a Imola, vive a Monza ed è assai probabile che sia stato concepito tra il Mugello e Vallelunga, naturalmente durante lo spostamento dei genitori in automobile. Cinquantacinque anni a maggio, laurea in Economia e Commercio conseguita a Bologna, è tifoso da sempre della squadra più bella del mondo - il Bologna, appunto -.

 

Ha iniziato a lavorare nel ’91 in Ferrari occupandosi dei rapporti interni con Fiat. Nel ’96 è diventato team manager e dal 2002 al 2007 direttore sportivo. Il primo gennaio 2008 la promozione a team principal, al posto di Jean Todt. Il 14 aprile di sei anni fa ha lasciato la Ferrari ed è entrato in Audi come vicepresidente responsabile delle iniziative di New Business, due anni più tardi ha ottenuto la carica di Ceo della Lamborghini.

 

Il Toro di Sant’Agata Bolognese. Con lui nel 2017 l’azienda ha superato il miliardo di fatturato («l’anno dopo abbiamo lanciato il super Suv Urus toccando quota 1,415 miliardi»). Ha chiuso il 2019 con un + 43%. È uffi ciale e commendatore al merito della Repubblica italiana. Sposato dal 2011 con Silvia, figlia - coincidenza inevitabile - di un mito della fotografi a automobilistica mondiale, Ercole Colombo, è padre di Martino e Viola.

 

Ho sentito che avete riaperto parzialmente la fabbrica.

«Soltanto il reparto selleria, una piccola riconversione per una ventina di operai. Produciamo visiere di protezione, mascherine e insieme a un’azienda biomedicale della zona anche componenti per i respiratori, delle valvole. Duemila pezzi al giorno, li destiniamo in massima parte all’ospedale Sant’Orsola-Malpighi di Bologna.

 

Non si tratta di beneficenza, ma di solidarietà, un contributo tanto spontaneo quanto doveroso. Alla Lamborghini siamo 1.800, mille gli operai, prima di questa terribile battuta d’arresto ci stavamo godendo il successo, negli ultimi anni siamo cresciuti esponenzialmente posizionandoci in modo diverso rispetto al passato. Abbiamo capito che non dovevamo copiare gli altri ma valorizzare le nostre conoscenze e il nostro brand. Urus ha fatto da detonatore».

 

Sui social avete 26 milioni di follower. Le dispiace se le dico che lo trovo incredibile?

«Ventisei milioni e tutti autentici. Oggi siamo considerati un brand giovane, glamour, molto amato proprio dai giovani. Se Lamborghini fosse rimasta un brand di esercizio tecnico-stilistico non avrebbe avuto un futuro importante».

 

Nonostante i prezzi stellari.

«Siamo per giovani con possibilità (dice sorridendo). In Italia vendiamo meno del 5 per cento delle auto, il grosso negli Stati Uniti, 30 per cento, Inghilterra, Germania, Cina, Giappone. Ma torniamo alla questione centrale, la ripartenza».

 

Giusto.

«Purtroppo il mondo non ha dato una risposta univoca e questo è il vero ostacolo. In molti Paesi l’emergenza è stata sottovalutata o contrastata in ritardo, il concetto di globalizzazione è stato abbondantemente tradito. La scala temporale e moltiplicativa del virus viaggia a una velocità decisamente superiore rispetto a quella economica. È chiaro che fino a quando non sarà trovato un vaccino protocollato dovremo abituarci a nuove restrizioni, armandoci di tanta pazienza».

 

Lei è un uomo di sport. Nei giorni scorsi abbiamo sottolineato il ruolo di generatore di fiducia del calcio.

«Del calcio ho le macro conoscenze del tifoso, ma condivido pienamente l’opinione».

 

Ricordo che a più riprese lei è stato cercato proprio dal calcio e più in generale dallo sport italiano: prima per la presidenza di un club, poi per quelle della Lega di Serie A e della Lega basket. Di recente il suo nome è circolato per il ruolo di ad delle Olimpiadi Milano-Cortina 2026.

«Ho sempre avuto grande rispetto per chi ricopre quei ruoli e non potendo occuparmi di tutto ho preferito restare nel mio. L’auto è il mio specifico, ventitré anni in Ferrari una ricchezza che non potevo disperdere... Dicevamo dello sport e del calcio. Bisogna capire come impostare la ripresa, anche al di là dell’aspetto economico.

 

Comincio dalla Formula 1. Si parla di partenza del Mondiale a maggio, ma io non ci credo: servono le autorizzazioni di Paesi che stanno affrontando l’emergenza proprio in questo momento. Il Circus deve pianificare un anno di transizione, nel corso del quale tutti gli stakeholder - piccoli e grandi team, proprietari di scuderia, piloti, organizzatori, televisioni - dovranno fare ragionamenti correlati e pesanti rinunce, in termini economici, per far sì che il sistema regga. Considero fisiologica la contrazione dei costi e degli investimenti sullo sviluppo tecnologico, che subiranno un rallentamento, una correzione funzionale. La Formula 1 è in grado salvarsi da sola».

 

E il calcio?

«Se non si parte dalla condivisione dei problemi e delle soluzioni si fa poca strada. Ho sentito che a Pasqua l’analisi dello sviluppo del contagio porterà a decisioni sulla tempistica del riavvio. Mi auguro che l’attività riparta e si concluda regolarmente, anche se il concetto di regolarità dovrà essere forzatamente rivisto. Sarebbe una straordinaria notizia per tutti. Il ruolo dello sport come genere di conforto va sempre tenuto in grande considerazione, così come non si devono trascurare le risorse che il calcio garantisce allo Stato.

 

Ripeto, gradualità e rigore, accettazione delle norme soprattutto nella prima fase. Prima abbiamo ricordato i ritardi e le sottovalutazioni dell’Europa, Italia a parte. Penso con angoscia anche a quello che potrà succedere in Paesi ad alta densità come l’India oppure in quelli in cui l’assistenza sanitaria pubblica fondamentalmente è inesistente».

 

Gli Stati Uniti.

«Lì se non paghi tutti i mesi la retta non sei coperto. La situazione è di una complessità pazzesca. Le tensioni sociali saranno inevitabili».

 

“Pensare in grande” resta uno dei suoi principi-guida.

«Non c’è nulla di più grande e importante della vita. Torneremo a pensare in grande soltanto se anticiperemo il post-virus sfruttando cervelli e competenze».

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni daniela santanche

DAGOREPORT - MA QUALE TIMORE DI INCROCIARE DANIELA SANTANCHÈ: GIORGIA MELONI NON SI È PRESENTATA ALLA DIREZIONE DI FRATELLI D’ITALIA PERCHÉ VUOLE AVERE L’AURA DEL CAPO DEL GOVERNO DALLO STANDING INTERNAZIONALE CHE INCONTRA TRUMP, PARLA CON MUSK E CENA CON BIN SALMAN, E NON VA A IMMISCHIARSI CON LA POLITICA DOMESTICA DEL PARTITO - MA SE LA “PITONESSA” AZZOPPATA NON SI DIMETTERÀ NEI PROSSIMI GIORNI RISCHIA DI ESSERE DAVVERO CACCIATA DALLA DUCETTA. E BASTA POCO: CHE LA PREMIER ESPRIMA A VOCE ALTA CHE LA FIDUCIA NEI CONFRONTI DEL MINISTRO DEL TURISMO È VENUTA A MANCARE - IL RUOLO DEL "GARANTE" LA RUSSA…

barbara marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

L’AMBIZIOSA E INCONTROLLABILE BARBARA BERLUSCONI HA FATTO INCAZZARE MARINA E PIER SILVIO CON LA DICHIARAZIONE AL TG1 CONTRO I MAGISTRATI E A FAVORE DI GIORGIA MELONI, PARLANDO DI “GIUSTIZIA A OROLOGERIA” DOPO L’AVVISO DI GARANZIA ALLA PREMIER PER IL CASO ALMASRI - PRIMA DI QUESTA DICHIARAZIONE, LA 40ENNE INEBRIATA DAL MELONISMO SENZA LIMITISMO NE AVEVA RILASCIATA UN’ALTRA, SEMPRE AL TG1, SULLA LEGGE PER LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM (“È SOLO UN PRIMO PASSO”) - E NELL’IMMAGINARIO DI MARINA E PIER SILVIO HA FATTO CAPOLINO UNA CERTA PREOCCUPAZIONE SU UNA SUA POSSIBILE DISCESA IN POLITICA. E A MILANO SI MORMORA CHE, PER SCONGIURARE IL "PERICOLO" DELLA MELONIANA BARBARA (“POTREBBE ESSERE UN’OTTIMA CANDIDATA SINDACA PER IL CENTRODESTRA NELLA MILANO’’, SCRIVE IL “CORRIERE”), PIER SILVIO POTREBBE ANCHE MOLLARE MEDIASET E GUIDARE FORZA ITALIA (PARTITO CHE VIVE CON LE FIDEJUSSIONI FIRMATE DA BABBO SILVIO...) - VIDEO

giorgia meloni nordio mantovano almasri francesco franco lo voi

DAGOREPORT - PER RISOLVERE LA FACCENDA ALMASRI ERA SUFFICIENTE METTERE SUBITO IL SEGRETO DI STATO E TUTTO SAREBBE FINITO LÌ. INVECE LA MAL-DESTRA HA PRESO IL SOPRAVVENTO BUTTANDOLA IN CACIARA E METTENDO NEL MIRINO IL PROCURATORE LO VOI, MOLTO LONTANO DALLA SINISTRA DELLE “TOGHE ROSSE” - QUELLO CHE COLPISCE DEL PASTICCIACCIO LIBICO È CHE SIA STATO CUCINATO CON I PIEDI, MALGRADO LA PRESENZA A FIANCO DI GIORGIA MELONI DI UN TRUST DI CERVELLONI COMPOSTO DA UN EX MAGISTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA (CARLO NORDIO), UN PREFETTO A CAPO DEGLI INTERNI (MATTEO PIANTEDOSI) E DI UN ALTRO EX GIUDICE ALFREDO MANTOVANO, SOTTOSEGRETARIO DI STATO - NELL’INCONTRO AL COLLE, LA DUCETTA HA ILLUSTRATO A MATTARELLA (CHE RICOPRE ANCHE LA CARICA DI PRESIDENTE DEL CSM), COSA AVREBBE TUONATO VIA SOCIAL CONTRO LE “TOGHE ROSSE”? OVVIAMENTE NO… - I VOLI DI STATO PER IL TRASPORTO DI AUTORITÀ, LE MISSIONI E GLI INTERVENTI A FAVORE DI PERSONE COINVOLTE IN “SITUAZIONI DI RISCHIO” (DA CECILIA STRADA AD ALMASRI), VENGONO EFFETTUATI DAI FALCOM 900 DELLA CAI, LA COMPAGNIA AERONAUTICA DI PROPRIETÀ DEI SERVIZI SEGRETI, CHE FA BASE A CIAMPINO

romano prodi dario franceschini giuseppe conte elly schlein

DAGOREPORT - COME ANDRÀ A FINIRE LO PSICODRAMMA MASOCHISTICO DEL CENTRO-SINISTRA IN VISTA DELLE REGIONALI 2025 E DELLE POLITICHE DEL 2027? A PARTE FRANCESCHINI, L’HANNO CAPITO TUTTI CHE MARCIANDO DIVISI, PER I PARTITI DELL’OPPOSIZIONE LA SCONFITTA È SICURA - CHIUSA NEL BUNKER DEL NAZARENO CON UNA MANCIATA DI FEDELISSIMI, ELLY SCHLEIN HA GIÀ UN ACCORDO SOTTOBANCO COL M5S DI CONTE PER MARCIARE UNITI ALLE PROSSIME REGIONALI IN TOSCANA, CAMPANIA E PUGLIA E VENETO. UNA VOLTA UNITE LE FORZE, LE PRIME TRE, ACCORDO IN FIERI COL REGNO DI NAPOLI DI DE LUCA, IL SUCCESSO PER L’OPPOSIZIONE È SICURO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027 VINCERÀ L’IDEA DI UN ‘’PARTITO-PLURALE’’ CON ELLY CHE SI ACCORDERÀ CON IL PADRE NOBILE E SAGGIO DELL’ULIVO, ROMANO PRODI, SULLE PRIORITÀ DEL PROGRAMMA (NON SOLO DIRITTI CIVILI E BANDIERE ARCOBALENO), E FARÀ SPAZIO ALL'ANIMA CATTO-DEM DI BONACCINI, GENTILONI, GUERINI, RUFFINI...

fedez chiara ferragni game over matrimonio x

“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL RAPPER, FABRIZIO CORONA, BUTTA BENZINA SUL FUOCO: “RACCONTERÒ LA MOGLIETTINA PERFETTA CHE SEI, QUANTE STRONZATE RACCONTI DA 15 ANNI, I TUOI AFFARI SPORCHI E L'AMORE CHE PERÒ HAI VISSUTO TRADENDOLO COSTANTEMENTE" - L’IRRESISTIBILE SCENEGGIATA, RICCA DI MIRATISSIMI COLPI ALL'INGUINE MESSA IN SCENA DALL’EX DUO FERRAGNEZ, CONFERMA LA PIÙ CLASSICA CONVINZIONE FILOSOFICA-EUCLIDEA: L'IDIOZIA È LA PIÙ GRAZIOSA DISTANZA FRA DUE PERSONE (SALVO POI SCOPRIRE CHE, AL LORO CONFRONTO, I COSIDDETTI MEDIA TRASH SCANDALISTICI SONO INNOCENTI COME TUBI) - AMORALE DELLA FAVA: IL LORO MATRIMONIO CELEBRATO NEL 2018 IN UNA LOCATION DI LUSSO DI NOTO, TRASFORMATO IN LUNA PARK VERSIONE FLOWER POWER, CON RUOTE PANORAMICHE E CONSOLLE DI DEEJAY, ERA UNA PROMESSA DI FUTURO: PAGLIACCIATA ERA, PAGLIACCIATA È STATA - VIDEO

luigi lovaglio - francesco gaetano caltagirone - giancarlo giorgetti - milleri - alberto nagel - philippe donnet mediobanca mps

DAGOREPORT - NEL GRAN RISIKO BANCARIO, L’UNICA COSA CERTA È CHE MONTE DEI PASCHI DI SIENA È ORA NELLE MANI DI DUE IMPRENDITORI PRIVATI: MILLERI E CALTAGIRONE. ALTRO CHE BANCA LEGHISTA COME CIANCIA SALVINI - ALTRA CERTEZZA: L’OPS SU MEDIOBANCA SARÀ COMPLETATA DOPO L’ASSALTO A GENERALI - SE L’IMMOBILIARISTA CALTARICCONE SOGNA LA CONQUISTA DELLA SECONDA COMPAGNIA EUROPEA CHE GESTISCE 32 MILIARDI DI EURO DI BENI IMMOBILI, ALCUNI EREDI DEL VECCHIO ACCUSANO MILLERI DI ESSERE SUBALTERNO AL DECISIONISMO DI CALTA - SULLA PIAZZA DI MILANO SI VOCIFERA ANCHE DI UNA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI UN CAVALIERE BIANCO CHE LANCI UN’OPA SU MEDIOBANCA PIÙ RICCA DELL’OPS DI CALTA-MILLERI-LOVAGLIO...