VOLA CON ALLAH-ITALIA! - DOPO L'INCONTRO DI IERI DEL NUMERO UNO HOGAN CON RENZIE, ETIHAD STA PER PLANARE SU ALITALIA - I NODI DA SCIOGLIERE: LICENZIAMENTI E DEBITI

Giuseppe Bottero per ‘La Stampa'


Un lungo faccia a faccia a Palazzo Chigi per far decollare la trattativa su Alitalia. Ieri sera Renzi ha visto il numero uno di Etihad James Hogan. Obiettivo: accelerare sull'intesa. Un incontro che fonti di Palazzo Chigi definiscono «positivo», a cui ha preso parte anche il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Delrio.

Le stesse fonti parlano di passi avanti verso l'accordo, anche se fino a 24 ore fa restavano i nodi legati agli esuberi e ai 900 milioni di euro di debiti (300 milioni dei quali privi di garanzie reali) che la compagnia degli Emirati vuole ristrutturare. Ma la stretta è vicina e l'annuncio di Etihad potrebbe arrivare prestissimo. Hogan, nei giorni scorsi, aveva infatti ricevuto mandato di proseguire la trattativa dal board di Etihad, dopo una prima fase di vera e propria due diligence che ha riguardato i conti. E aveva fatto capire che, dopo un primo passaggio in cda, l'esito di questa prima fase di negoziato era stato positivo.

Poi il focus si sarebbe spostato sugli aspetti commerciali: «Il mandato che abbiamo avuto dagli azionisti, dal board, è che se riusciamo a raggiungere un accordo che soddisfi il mandato commerciale allora torneremo al cda e glielo presenteremo. Al momento questo è lo stato cui siamo arrivati con le discussioni», aveva detto.

Ma a preoccupare il governo e le organizzazioni sindacali italiane sono soprattutto gli aspetti più industriali del possibile accordo. In particolare la questione occupazionale, ma anche la riqualificazione e la centralità dell'hub Fiumicino e il rilancio dello scalo di Malpensa, che recentemente il ministro dei Trasporti Maurizio Lupi ha ribadito debba essere «strategico» nei piani della compagnia di Abu Dhabi.

Ora, dopo l'incontro con il premier, l'attesa è dunque tutta rivolta al numero dei tagli occupazionali che Etihad indicherebbe. Nello specifico si è parlato di esuberi (convertendo la cig a rotazione o la solidarietà in cig a zero ore) da un minino di 2.500 ad un massimo di circa 3.100, coinvolgendo i circa 900 dipendenti che stanno facendo la cig a zero ore su base volontaria e quelli coinvolti dall'ultimo accordo di febbraio (1.437 con cassa integrazione a rotazione nel personale di terra e 800 contratti di solidarietà nel personale di volo).

Ma sul fronte dei tagli al costo del lavoro potrebbe arrivare anche una richiesta di riduzione degli stipendi. Tutte ipotesi che erano state rigettate dalle organizzazioni sindacali. Tra le altre possibili condizioni del gruppo emiratino per decidere di investire 250-300 milioni in Alitalia (ma la cifra, secondo alcune fonti, potrebbe arrivare anche a 500), c'è poi, come detto, la questione del debito della compagnia italiana. Nelle richieste di Abu Dhabi ci potrebbero essere anche il collegamento ad alta velocità con Fiumicino e la liberalizzazione degli slot di Linate.

A scandire la giornata di ieri, sul fronte sindacale, è stata la comunicazione che Alitalia avrebbe inviato a 100 comandanti istruttori e controllori, nella quale viene richiesto un taglio dei compensi per quella che Uiltrasporti e Anpac definiscono la «delicata attività addestrativa e di controllo che svolgono per conto dell'azienda e dell'Enac».
«Siamo pronti a trattare», fanno sapere dal sindacato dei piloti, ma «rifiutiamo ogni tentativo di parte aziendale di porre in atto azioni unilaterali o ricattatorie. Abbiamo già pagato».

 

 

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