salvini di maio alitalia

DOPO TANTO STREPITARE, I POPULISTI-SOVRANISTI CONSEGNANO ALITALIA ALLA GERMANIA? - LUFTHANSA: ''NEL NOSTRO PIANO CI SONO 3MILA ESUBERI. SE QUESTO TERGIVERSARE CONTINUA ANCORA, DELL'ORGOGLIOSA COMPAGNIA NON RESTERÀ PIÙ NULLA'' - ALITALIA CONTINUA A BRUCIARE CASSA E DOVRÀ RIMBORSARE ALLO STATO IL PRESTITO-PONTE DA 900 MILIONI A CUI AGGIUNGERE INTERESSI VIA VIA CRESCENTI. E ORA DI MAIO PENSA DI NON TENERE PIÙ IL 51% IN MANO STATALE…

 

LUFTHANSA,SE TROPPI INDUGI DI ALITALIA NON RESTA NULLA

SALVINI ALITALIA

 (ANSA) - "Se questo tergiversare durerà ancora a lungo, dell'orgogliosa Alitalia non rimarrà più nulla". Lo dice in un'intervista all'Handelsblatt Harry Hohemeister, membro del cda di Lufthansa. "Non abbiamo la sensazione che là si stiano svolgendo le discussioni giuste - afferma a proposito delle reazioni dall'Italia -. Io ripeto ancora un volta: se siamo interessati all'Alitalia, è per un gruppo ristrutturato, che sia di successo a lungo. Credo che i dipendenti abbiano bisogno finalmente di una prospettiva"

 

 

ALITALIA, LE CONDIZIONI DI LUFTHANSA: «NEL NOSTRO PIANO 3 MILA ESUBERI»

Fabio Savelli per il “Corriere della Sera

 

A conti fatti è una doppia apertura che Lufthansa concede al quotidiano Handelsblatt rendendo il futuro di Alitalia ancor più una partita a scacchi. Ieri il consigliere di amministrazione Harry Hohmeister, ritenuto l' uomo del negoziato per Alitalia, ha esplicitamente ridotto il numero degli esuberi necessari alla ristrutturazione. «Noi riteniamo al momento che sarebbero colpiti circa 3mila posti di lavoro», ha detto il top manager. Nella prima proposta dei tedeschi, mai confermata ma fatta filtrare, gli esuberi erano 5.500-6.000.

Carsten Spohr CEO LUFTHANSA

 

Certo comprendevano anche l' handling, l' assistenza a terra fuori dal perimetro di Alitalia.

Non si tratta di un tema marginale per il futuro della compagnia, visto che la gran parte di questa forza lavoro gravita attorno all' aeroporto di Fiumicino e una sforbiciata netta (o una vendita della divisione ad un altro operatore) trova il governo non disposto a parlarne per gli alti costi sociali.

 

La seconda apertura però è ancor più importante, ma va letta in filigrana. Racconta una fonte che sta seguendo la trattativa con i tedeschi che starebbe venendo meno il «totem» del controllo della nuova società che si verrebbe a costituire facendo confluire gli asset di Alitalia ora in amministrazione straordinaria.

 

Non è una novità di poco conto, anzi sarebbe una svolta che va presa con le pinze perché oggetto di negoziato. Carsten Spohr, amministratore delegato di Lufthansa, ha sempre ritenuto ineludibile la maggioranza della società potendo così esprimere l' amministratore delegato. Qualche settimana fa una dichiarazione della compagnia sembrava aver decretato la fine delle trattative con Ferrovie dello Stato che è alla ricerca di un partner industriale.

 

meme su di maio e la card per il reddito di cittadinanza 2

«Non siamo disposti ad una società con il governo», avevano detto da Francoforte. Ma letta oggi assume i connotati di una dichiarazione tattica. Perché i tedeschi, pur non avendo mai presentato una manifestazione d' interesse, sanno che il governo italiano ha necessità di trattare anche con loro, quanto meno per alzare la posta chiesta alla cordata che prevede Delta Air Lines capofila ed easyJet possibile partner aggiuntivo.

 

D' altronde l' esecutivo sembra diviso. Il pallino è sempre stato nelle mani del movimento 5 Stelle con Luigi Di Maio a tenere le fila del negoziato dal ministero dello Sviluppo. E i vertici di Lufthansa, racconta una fonte, cercano da settimane che si apra un confronto vero e proprio per ora concesso solo ai negoziatori di Delta e, nel frattempo, flirtano con la Lega.

 

ANDREA GIURICIN, LE PERDITE DI ALITALIA E GLI UTILI DI FERROVIE

 Gli americani avevano previsto di coinvolgere Air France-Klm, almeno condividendo il rischio d' impresa con una partecipazione paritetica di minoranza (del 20%). Ma sono stati presi in contropiede dal dietrofront dei francesi, in cui lo Stato detiene pur sempre una quota ed è in grado di condizionarne gli equilibri visti i rapporti naufragati tra Roma e Parigi. Così l' intervista di Hohmeister, per la tempistica, non può suonare casuale.

 

Significa che i tedeschi ci sono ancora, ma il tempo scorre e non gioca a favore di Alitalia che continua a bruciare cassa e dovrà rimborsare allo Stato il prestito-ponte da 900 milioni a cui aggiungere interessi via via crescenti.

REFERENDUM ALITALIA1

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