E’ SCOPPIATO L’AMORE – CALENDA INCONTRA L’AD DI TIM, GENISH, ED ANNUNCIA: “UNA NUOVA FASE PIU’ COSTRUTTIVA DEL PASSATO” – MA VUOLE LO SCORPORO DELLA RETE PER UNIRLA AD OPEN FIBER SOTTO L’OMBRELLO DI CASSA DEPOSITI (COME DAGOANTICIPATO)
http://www.dagospia.com/rubrica-4/business/gentiloni-prova-cucchiaio-bollore-rsquo-banda-larga-ndash-157923.htm
Rosario Dimito per ‘Il Messaggero’
Tim francese prova a ricucire lo strappo con il governo, provocato dalla mancata notifica sul controllo a fronte del quale il governo ha esercitato il golden power, con il commissariamento di Sparkle e Telsy e della stessa capogruppo. Da un lato però, c'è il disgelo su rete e tariffe, dall'altro, il legale di Tim starebbe studiando di impugnare i poteri speciali decisi dall'esecutivo.
L'incontro di ieri mattina del nuovo ad Amos Genish con Carlo Calenda, presso il Mise, è stato innanzitutto conoscitivo. «Mi sembra che si possa aprire una fase nuova, più produttiva e costruttiva rispetto al passato», ha detto il Ministro allo Sviluppo. Genish era accompagnato dal cfo del gruppo Piergiorgio Peluso, considerato il manager operativo più di punta rispetto a lui che come capo azienda è espressione dell'azionista principale, Vivendi (23,94%).
E durante il confronto «dove si è parlato di tutto» il top manager israeliano, al timone da fine luglio, avrebbe dato la disponibilità allo scorporo della rete. Un'apertura clamorosa che potrebbe rimettere in discussione il piano industriale in fase di aggiornamento e che verrà approvato in febbraio. Ma oltre alla rete, Genish avrebbe compiuto un altro passo a favore del governo, con un retrofront sulle fatturazioni anticipate a 28 giorni piuttosto che a 30 che comporta per il cliente un onere extra dell'8%.
Tim quindi, sarebbe pronto a tornare al pagamento mensile. «E' una cosa che va messa a posto, è inaccettabile», ha detto Calenda qualche giorno fa. Da parte del governo c'è l'impegno ad intervenire con un provvedimento dopo che l'Agcom ha avviato un provvedimento sanzionatorio alle offerte fisso-mobile. Dall'1 ottobre anche Sky è passata a una fatturazione a 28 giorni.
IL PATTO DELLA DISCORDIA
Tornando alla societarizzazione della rete, tutta da definire, sarebbe un passaggio epocale visto che dal 2006 le manovre sull'infrastruttura non riescono mai a concretizzarsi. Separare la rete sarebbe un obiettivo di Calenda e potrebbe aprire la strada a un matrimonio con Open Fiber, controllata da Enel e Cdp. Enel finora ha raffreddato l'interesse a partecipare a questo progetto. E anche Tim, al di là delle promesse di Genish a Calenda, vorrebbe vederci chiaro.
C'è sempre il nodo delle valutazioni sulle quali le distanze sono enormi. Oggi in tarda mattinata al cda di Tim convocato per varare la joint venture con Canal + sui contenuti, Genish riferirà l'esito del colloquio con Calenda. E i consiglieri, specie quelli indipendenti potranno fare le loro valutazioni rispetto alle ipotesi sulla rete. Quanto alla jv ieri sera il comitato controllo e rischi - con il voto contrario di Lucia Calvosa e Francesca Cornelli - avrebbe approvato il business plan: la quota di Canal + salirà dal 20 al 40% con Tim al 60% (ex 80%).
I rapporti di forza sarebbero stati attenuati per dare una giustificazione più plausibile ai poteri di veto dei francesi su business plan e investimenti superiori a 20 milioni. Il ceo sarà indicato da Tim mentre a Canal + spetterà la scelta del capo dei contenuti. E' sul patto che Calvosa e Cornelli si sono smarcate. Infine l'avvocato Claudio Tesauro sta valutando i profili giuridici dell'introduzione di un funzionario scelto da Tim su una terna indicata dai servizi segreti che vigili sulle attività di sicurezza e difesa: la normativa non prevede tale presidio. Di qui la possibilità di un'impugnativa davanti al Tar del Lazio.