descalzi scaroni etete

TESTE, CONTRO TESTE E COLPI DI TESTE - ENI/NIGERIA: LA PROCURA DI MILANO INDAGA PER FALSA TESTIMONIANZA IL NIGERIANO ISAAC EKE, TESTE DELL'ACCUSA E DELL'EX MANAGER ENI VINCENZO ARMANNA. QUESTI, COIMPUTATO MA ANCHE ACCUSATORE DI DESCALZI, INDIVIDUAVA IN EKE IL VERO 007 «VICTOR»: QUELLO IN GRADO DI RISCONTRARE L'ATTENDIBILITÀ DI ARMANNA SUI 50 MILIONI IN CONTANTI A SUO DIRE CONSEGNATI A CASA DEL COIMPUTATO MANAGER ENI ROBERTO CASULA

 

1. ENI: NIGERIA; GIUDICI, NO A AUDIZIONE AVVOCATO AMARA

 (ANSA) - Nel processo milanese sul caso Eni/Shell e la presunta corruzione in Nigeria non entra la vicenda attigua e ancora in fase di indagine sul complotto-depistaggio e, in particolare, il capitolo che riguarda la ipotizzata "grave e continua interferenza" che sarebbe stata condotta dalla compagnia petrolifera per "alterare la genuinità" delle dichiarazioni rese durante il dibattimento dal'ex manager Vincenzo Armanna, imputato e ora grande accusatore della società di San Donato e dell'ad Claudio Descalzi.

CLAUDIO DESCALZI CON LA MOGLIE MARIA MAGDALENA INGOBA

 

Il Tribunale di Milano ha infatti respinto, ritenendola "non decisiva", la richiesta di prove aggiuntive formulata dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e da pm Sergio Spadaro e cioè di convocare in aula l'ex avvocato esterno al gruppo Piero Amara e Leonardo Marchese. Il primo, come ha detto il procuratore aggiunto, addirittura "seppe di interferenze delle difese di Eni e di taluni imputati nei confronti di magistrati degli uffici giudiziari milanesi con riferimento al processo Olp245". La requisitoria dei pm è attesa per il 27 marzo.

 

 

2. ENI-NIGERIA, SMENTÌ L'ACCUSA TESTE INDAGATO PER «FALSO»

Luigi Ferrarella per il ''Corriere della Sera''

 

vincenzo armanna

Appena poche ore dopo aver deposto mercoledì scorso nel processo milanese sulle tangenti Eni in Nigeria in maniera difforme dalle aspettative dei pm, a mezzanotte la Procura ha perquisito nella sua stanza di hotel e indagato per falsa testimonianza il nigeriano Isaac Eke, teste dell' accusa e dell' ex manager Eni Vincenzo Armanna.

 

Questi, coimputato ma anche accusatore del n.1 Eni Claudio Descalzi, individuava in Eke il vero 007 «Victor» (dopo che quello con questo nome aveva testimoniato un anno fa di nemmeno conoscere Armanna): cioè il «Victor» in grado di riscontrare l' attendibilità di Armanna sui 50 milioni in contanti a suo dire consegnati a casa del coimputato manager Eni Roberto Casula. In aula Eke aveva però detto tutto il contrario di quanto risultava aver firmato settimane fa in una lettera ad Armanna valorizzata dall' accusa, asserendo d' averla sottoscritta solo perché ciò gli era stato chiesto da un nigeriano amico di Armanna, Tymi Aya.

 

FABIO DE PASQUALE

I pm De Pasquale e Spadaro hanno dunque ritenuto di qualificare questo contrasto come «falsa testimonianza», e mandato la Finanza a perquisire Eke in albergo con l' assistenza di un legale d' ufficio fattosi sostituire da Barbara Belloni, in passato collega del difensore di un ex manager Eni (Varone) assolto in appello nel processo per le tangenti Eni Algeria. I pm hanno sequestrato a Eke una copia spiegazzata della lettera e quattro cellulari (restituiti dopo la copia forense). L' indomani pomeriggio, giovedì 30 gennaio, la Procura ha convocato Eke nell' ufficio del pm Spadaro: ma l' indagato a quel punto si è avvalso della facoltà di non rispondere. E venerdì è ripartito per la Nigeria.

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